Chapter 18.

304 34 12
                                    

Il vento soffiava imperterrito, spostando tutto ciò che si trovava sulla sua traiettoria. Foglie e pezzi di volantini volavano lungo la strada. Le cime degli alberi puntavano dove voleva il vento, creando un fruscìo veloce.
Il cielo era buio da molto ed in cielo vi erano parecchie nuvole scure. Doveva essere quasi mezzanotte.
Camminavo al centro di quella strada residenziale, passando davanti a molte ville.
Nella mia testa continuavo a ripetere il numero civico di quella casa, mentre mi avvicinavo sempre più.
Avevo paura, anche più del dovuto.
Le scoperte di quella sera mi avevano lasciato piuttosto sconvolto. Ero morto al posto di Phil, l'amico di Laura. Non avrei mai voluto prendere il suo posto; eppure sapere quanto sarebbero stati distrutti Laura e Dan mi fece ricredere. Laura si sarebbe sentita così ferita dalla perdita dell'amico e Dan così in colpa.
Scossi la testa, quando arrivai davanti al posto che stavo cercando.

Sospirai con tristezza, guardando il giardino di casa mia.
Le luci erano tutte spente e le persiane tutte abbassate. L'unica che restava aperta era quella della mia camera. Mi domandai se fosse ancora come l'avevo lasciata. Era ancora incasinata? Oppure mia madre l'aveva sistemata? Qualcuno ci era più entrato dopo la mia scomparsa? Se sì, chi? I miei genitori? I miei fratelli? La polizia?

Mi mancava così tanto. Tutto. Guardare la TV con i miei fratelli. Giocare ad hockey su tavolo con Ellington, il ragazzo di mia sorella. Giocare alla play con lui ed i miei fratelli. Guardare mia madre che cucinava, mentre apparecchiavo. Parlare con mio padre dell'hockey e di come fossero andate le partite.
Mi mancava persino percorrere le scale, ogni mattina, per andare al college. Mi mancava la comodità del mio letto e dormire su di esso.

Caddi sulle ginocchia, sbattendo i pugni a terra. Un urlo pieno di sofferenza si liberò della mia gola. Nessuno l'avrebbe sentito. Come avrebbero potuto sentire il grido disperato di chi non esisteva più?
Sentivo l'arrivo del pianto dietro ai miei occhi, eppure essi non mi bruciarono, né le lacrime iniziarono a scendere.
Stavo piangendo, senza poterlo fare veramente.
Con i pugni colpii più volte l'asfalto, senza risultato.
"Mi dispiace..." Dissi, con voce tremante ed incerta. "Mi dispiace così tanto!"
Rimasi lì, a piangere in un non-pianto, desiderando che le cose fossero andate diversamente.

//

Entrai nella casa della madre di Laura, che era quasi l'una di notte. L'auto di sua madre non c'era e dentro la casa ogni luce era spenta. Percorsi il corridoio, fino alla camera di Laura. Dal suo interno sentii provenire un rumore sommesso.
Feci passare solamente la testa dalla porta, per vedere cosa stesse succedendo dall'altra parte.
Per terra era seduta Laura, vicino al suo letto. Aveva le gambe tirate contro al petto e la testa coperta con le braccia.
"Che succede?" Le domandai, entrando del tutto nella piccola stanza. Lei alzò di colpo il viso, per guardarmi. Il trucco le era colato lungo le guance. Il suo naso era rosso ed aveva gli occhi gonfi dal pianto.
"Sei tornato..." Disse, incredula.
"Certo che sono tornato. Che..." Non terminai la frase, poiché Laura si alzò e mi corse incontro, stringendomi a sé.
Rimasi di stucco. Lei non mi aveva mai abbracciato prima e mi sentii strano. Le sue braccia mi strinsero ancora più forte. Sentii il calore del suo corpo, il suo petto che si alzava e si abbassava contro il mio addome.
"Hey." Mormorai, ricambiando l'abbraccio. Poggiai una mano sulla sua schiena, circondandole le braccia e l'altra l'appoggiai fra i suoi capelli.
"Che succede?" Le chiesi, accarezzandole lentamente la schiena, per provare a tranquillizzarla.
"Credevo che non saresti più tornato." Mormorò lei, contro il mio petto.
"Hey bassina, una litigata non ti basterà per liberarti di me." Dissi, con una risatina, per tirarla un po' su di morale.
Lei ridacchiò, poi si strinse ancora a me.
"Oh Ross..." Il mio nome fu a malapena udibile. Non mi aveva mai chiamato per nome, solo per cognome.
"Dimmi cosa ti prende."
Lei prese un respiro profondo. La sentii tremare dalla testa ai piedi. Non avevo idea se facesse freddo, oppure era il pianto appena terminato a scuoterla.
"Dopo che te ne sei andato, mia sorella è passata a prendermi. Era così tanto che non la vedevo... siamo arrivate al locale. Non puoi immaginare che posto. Era tutto troppo sfarzoso per mia madre e per la poca paga che riceve. C'era anche il suo compagno. Sembra un uomo simpatico, ma non riuscivo a guardarli, quando stavano insieme. Mi sento una persona così orribile." Un singhiozzo le spezzò la voce. "Ho preso mia madre in disparte e le ho detto che secondo me aveva esagerato ad organizzare una festa così grande. Lei ha detto che non mi sopporta quando faccio così, che non sembro neanche sua figlia. Mi ha detto che le ho rovinato la festa, così come la vita. Ti giuro, è peggio di mio padre! Lui mi obbligava a farmi piacere Terry e mia madre mi obbliga a fingere che vada tutto bene, quando in realtà non c'è niente di giusto!" Esclamò Laura, per poi affondare nuovamente il viso nel mio petto. Si strinse a me, con forza, anche più di prima.
Non mi dispiacque affatto quel contatto umano. Era così tanto tempo che non ne ricevevo.
Passai la mano lungo i suoi capelli, con delicatezza.
"Mi dispiace dei tuoi genitori, sembrano delle persone di merda. Tuo padre sembra uno stronzo. Credo che tua mamma non sappia che regalo ha ricevuto, quando ha avuto te." Dissi.
Iniziai a dondolarmi su un piede e poi sull'altro, per cullarla con dolcezza.
Lei era scalza, con il vestito stropicciato ed il trucco colato. Stava piangendo, disperata per tutte le cose che non quadravano nella sua vita.
In quel momento avrei voluto semplicemente far sparire il suo dolore. Mi sembrava così piccola ed indifesa, l'esatto opposto della Laura che conoscevo.
"Hai vissuto delle esperienze di merda. Non ti dirò che lo capisco, perché sarebbe una bugia. Non lo capisco, non so cosa si provi. Ma posso provare ad immaginarlo e limitarmi ad ascoltarti. Tutte le cose che sono successe... non sono colpa tua. Non è mai colpa tua, Laura."
"Mi sembra sempre che nessuno mi voglia bene. Ho paura che Dan e Phil escano con me solo perché faccio loro pena." Ammise, sciogliendo l'abbraccio.
Lei non si accorse del mio sconforto, sentendo i loro nomi. Ricordai ciò che avevo visto nell'Occhio. L'incidente. Phil morire. I sensi di colpa di Dan.
"Credo che nessuno ci tenga a me. Non me lo merito neanche. Sono una persona cinica, che critica le cose." Lei si allontanò da me di qualche passo, passandosi le mani tra i capelli, per provare a sistemarseli, invano.
"La verità è che ho paura. Ho così tanta paura. Ho paura ad affezionarmi a qualcuno, per poi perderlo per sempre. Non vorrei essere così! Vorrei essere una ragazza come tutte le altre, in grado di accettare le persone nella propria vita. Vorrei ricevere complimenti come le altre ragazze, le attenzioni. Hai ragione tu, la gente mi evita perché sono una persona di merda."
"Ho fatto due grandi cazzate, questa sera." Mi avvicinai a lei, poggiando i palmi delle mani sulle sue braccia. Il suo calore le pervase ed un senso di pace mi percorse il corpo. "La prima è stata dirti quelle cose. È stato stronzo da parte mia. Ero arrabbiato e volevo farti incazzare. Non penso minimamente quelle cose."
Pian piano spostai le mani fino alle sue spalle, percorrendo la superficie della sua pelle nuda. Sembrava di toccare del velluto, da quant'era morbida.
"La seconda è stata non dirti quanto tu fossi bella questa sera. Se potessi respirare, mi avresti sicuramente bloccato l'aria nei polmoni. Eri da portar via il fiato. Onestamente? Ti preferisco con i capelli sciolti..." Allungai la mano destra, per toccarle una ciocca di capelli, arricciandola intorno all'indice. "...ma anche con la treccia eri meravigliosa. Per non parlare di questo vestito. Per l'amor del cielo, mettitelo più spesso."
Lei rise appena. Quel semplice suono mi riempì di gioia. Volevo sentire ancora quella risata. Volevo che Laura fosse felice.
"Sei sempre bellissima. La mattina appena ti svegli, con i capelli disordinati ed il viso stanco. Sei bella anche quando vai al college, con quegli skinny jeans che ti fanno un culo fantastico." La sua risata fu più forte, questa volta. Mi spinse appena, come per farmi allontanare, senza però volerlo davvero.
"Lo metto insieme al mio fisico da spogliarellista." Disse lei, roteando gli occhi.
"Solo io ti faccio questi apprezzamenti."
"Sei anche l'unico al quale permetto di farli." La sua voce uscì più bassa di prima. Si spostò le ciocche di capelli dal viso e mi guardò negli occhi. "Se fosse stato un altro ragazzo lo avrei sicuramente picchiato."
"Perché?" Le chiesi, appoggiandomi contro la cassettiera.
Lei scrollò le spalle. Con tale mossa, buona parte dei suoi capelli le ricadde lungo la schiena. "So che non hai cattive intenzioni. Non sei neanche il tipo. È vero, nonostante tu mi abbia praticamente dato della spogliarellista, non sei un cattivo ragazzo e neanche un depravato. Sei solo..."
"Un ragazzo meraviglioso, che adori tanto." Completai al posto suo, con un sorriso beffardo.
"Potrei adorarti, se tempo fa non mi avessi detto che al posto del seno avevo due limoni." Rispose, incrociando le braccia sul petto.
Lanciai uno sguardo alla sua scollatura, di proposito.
"Oh dai, sono eleganti. Ti donano."
"Che cos- stai parlando dei miei limoni?"
"Certo. Di che altro se no? Almeno sono veri! Posso controllare?" Allungai la mano verso di lei. In cambio ricevetti uno schiaffo sulla mano, da parte sua.
"Come diavolo siamo finiti a questo argomento?" Laura sbuffò, con fare annoiato.
"Non lo ricordo neanche. La tua bellezza mi distrae."

Dopo venti minuti, Laura era struccata ed indossava il suo pigiama.
Era più sorridente di prima, più rilassata.
Mi sentivo ancora tremendamente in colpa per averle detto certe cose, che neanche pensavo.
Lei si stese sul letto, scorrendo fino al muro. Ci appoggiò contro la schiena, per poi sistemare la testa sul cuscino.
Lei mi fissò per alcuni lunghi secondi, senza dire niente. Nel buio della stanza lei faceva sicuramente fatica ad osservarmi, ma io no. Riuscivo a notare tutto di lei.
La vidi allungare una mano e batterla alcune volte sul materasso, facendomi segno di raggiungerla.
Non ci pensai due volte ed andai a stendermi al suo fianco.
Quella sottospecie di letto improvvisato era molto più piccolo di quello che lei aveva a casa, perciò eravamo piuttosto schiacciati. Non che mi dispiacesse, onestamente.
Il mio naso quasi sfiorava il suo. I suoi occhi percorsero più volte il mio viso.
Ricordai l'Occhio e ciò che avevo visto. Saremmo potuti essere fidanzati. L'idea era piuttosto strana, eppure non mi creava problemi.
Ero così confuso da tutto ciò.
Guardai ancora la ragazza che sarebbe potuta essere mia. La guardai con attenzione e dolcezza.
Le sue mani erano sistemate fra noi due, appena contro il mio petto.
Allungai il braccio verso di lei e l'attirai più a me, lasciandolo appoggiato poco sopra alla sua vita. Con la punta delle dita iniziai ad accarezzarle la schiena, lentamente.
Riportai gli occhi sui suoi e mi accorsi che essi stavano fissando intensamente le mie labbra. Io feci lo stesso. Non sapevo cosa mi prendesse - se fosse l'emozione del momento, se fosse ciò che avevo visto -, ma avrei davvero voluto baciarla. Avrei voluto sentire il sapore delle sue labbra, quanto fossero soffici. Avrei voluto baciarla fino a farci perdere il fiato.
Non potevo fare nessuna di queste cose.

Non ricordo con esattezza il momento in cui Laura si addormentò. Ricordo solo che continuammo a fissarci a lungo, finché lei non iniziò a chiudere gradualmente le palpebre, per poi scivolare nel sonno, fra le mie braccia.
Io, ovviamente, non potendolo fare, mi limitai a chiudere gli occhi, stringendo la ragazza a me, come per proteggerla da qualcosa.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, l'unica sensazione che provai fu pace, come se la mia povera anima avesse finalmente trovato il suo posto.

~Angolo autrice:

Salve gente c:
Prima di tutto: BUON ANNO RAGA SIAMO NEL 2018 mi butto

Seconda cosa: i Raura finalmente si chiamano per nome ???? shook

Alloooooora, parlando della ff, siamo QUASI a buon punto, non vi dico quanti capitoli rimangono, preferisco farvi una sorpresa ;)

Nel frattempo sto scrivendo qualcosina nelle bozze, ma sono indecisa su cosa pubblicare in seguito a questa :( spero di essermi decisa entro alla fine, altrimenti potrebbe essere un problema lol

I Raura si può dire che sono finalmente amici e Ross ha una "leggera" cotta per Laura 😎

Grazie mille per leggere Another Chance 🌹

Ellingtons-wife






Another Chance || A Raura Fanfic.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora