31. Mancanza.

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28 Giugno, ore 21.00 p.m (Londra);
                     ore 12.00 p.m (Los Angeles)

Due settimane erano passate velocemente e la ragazza aveva visto Niall solo attraverso uno stupido schermo del telefono o del computer e qualche volta, per qualche intervista, in televisione. Erano stati a Milano e Bologna per quattro giorno, poi si erano spostati a New York e ci erano stati tre giorni. Dopo, New York, Washington e Los Angeles.

E le due settimane erano passate. Emma sentiva ogni giorno di più la mancanza di Niall. Anche se aveva Micol e Summer, si sentita comunque sola, la sera, in quella grande casa, senza nessuno che la riscaldava durante la notte. Anche la madre e Alex erano tornati in Italia, per faccende di lavoro. Da quando il suo ragazzo non c'era, aveva capito che quel letto era troppo grande e vuoto per una sola persona. Si sentivano tutti i giorni per telefono, delle volte velocemente, altre volte, Emma voleva farsi raccontare da Niall tutto quello che era successo durante la giornata e lui, la accontentava e stavano ore al telefono. Solo una volta alla settimana si potevano vedere tramite Skype o Facetime e di questo Emma ne soffriva.

In quelle due settimane non aveva mai pianto, non era uscita dal suo viso, neanche una lacrima, ma quello non voleva dire che non ci stava male, stava solo cercando di essere forte, non voleva piangere, perchè, se l'avesse fatto, non credeva che sarebbe più riuscita a smettere. Delle volte lo sognava, quando il suo sonno era profondo e il bambino non scalciava durante la notte. Sognava i suoi occhi e il suo sorriso, sognava i suoi abbracci che lei amava, più dei suoi baci.

Niall era ogni giorno sempre più stanco, dormiva poco e non era ancora abituato al ritmo del tour e ai fusi orari, che cambiavano troppo spesso. Era stanco e le mancava la sua ragazza terribilmente, anche se non lo faceva vedere, ne soffriva e sapeva che anche Emma ci stava male. Sperava ogni giorno, che lei non gli telefonasse in lacrime, sperava di non sentirla o vederla crollare, perchè sapeva, che se sarebbe successo, allora il suo cuore si sarebbe infranto e si sarebbe dato la colpa per non aver seguito la ragione ed essere rimasto a casa con lei, a prendersene cura. Sperò che quel giorno non arrivasse mai.

Delle volte i ragazzi, dopo un concerto, andavano a festeggiare in qualche pab e Niall li seguiva. Anche se era difficile stare lontano dalla donna che amava, non voleva dire che non fosse felice e orgoglioso di essere in tour e vedere le fan cantare le canzoni del gruppo. Di sicuro non poteva dire di aver preso la decisione sbagliata, per adesso. Si sarebbe ricordato la reazione dei quattro sui amici, quando lo avevano visto in areoporto, per tutta la vita. Erano sorpresi di vederlo, ma poi sorrisero e si abbracciarono come avevano sempre fatto prima di partire per un tour. Era preda di sentimenti contrastati, felice per aver seguito i ragazzi e triste per aver lasciato Emma da sola, a occuparsi del loro bambino.

Ora Niall era Los Angeles e presto sarebbe ritornato in Inghilterra per fare due concerti a Manchester. Forse sarebbe riuscito a far venire Emma da lui, dopo il concerto, ma era ancora tutto da vedere e no, non le aveva detto niente ancora, sarebbe stata una sopresa. Non vedeva l'ora di vederla e di darle tanti di quei baci da farla rimanere senza fiato e sorrise all'idea che la pancia potesse essere cresciuta ancora. Era pommeriggio e il biondo era nel suo camerino a prepararsi. L'ansia saliva ogni minuto che passava. Tra poco sarebbe salito sul palco per una performace e l'adrenalina sarebbe stata così tanta che avrebbe sopraffatto l'ansia in un attimo.

"Niall." Harry, ormai pronto per la piccola performace, aveva aperto la porta del camerino del suo amico e lo stava guardando con un sorriso, pronti a far divertire le fan e a dare il meglio di loro stessi.

Emma invece, era seduta sul divano in salone,aveva appena finito di mangiare, quando suonarono alla porta. Davanti a lei vi era Micol, Summer e Andy che la guardavano attentamente. Si sentì arrossire per avere tutta l'attenzione su di se, era una cosa che odiava alla follia.

Infinity Love. ||Niall Horan|| (da revisionare)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora