Perché lei è la mia cura. Basta solo pensare al suo abbraccio quando ha scoperto di Bea, oppure ancora quando le ho mostrato la sua stanza. Quello è uno dei momenti che ricorderò per sempre di noi. Appoggio la schiena allo schienale della scomoda sedia verde e nella mente non faccio che avere lei, lei nient'altro che lei.
Occupa quasi tutta la mia mente, ormai.
Ripenso al nostro primo incontro, alle nostre litigate, a tutto.
È come se stessi rivivendo i nostri momenti, sia alti che bassi. Più bassi che alti.
E più ci ripenso, più capisco una cosa: io non ho sbagliato a baciarla. E lo rifarei altre milioni di volte ancora. Non ho sbagliato. Perché quando sentiamo qualcosa dentro di noi, bisogna farlo. Sempre.
È una delle poche cose che ho capito dalla vita.

-grazie Bea- dico veloce- tornerò presto- le dico mentre mi alzo e dopo aver preso il casco esco dalla stanza. So cosa devo fare.

Anonimo.

Eccola lì quella ragazza. Maledetta, sembra stravolta. Mi fa piacere. Ancora non sa cosa ho in serbo per lei e la cosa mi diverte ancora di più. Ho scoperto che fra lei e quel Vuller ci sono stati dei baci, al parco, nel cortile della scuola e anche la sera della cena. Fra i due potrebbe esserci un'intesa, un qualcosa di molto utile per me.

-signore, Dylan si è allontanato da casa di Victoria e secondo i nostri uomini sembrava anche molto arrabbiato- il mio braccio destro parla.

-bene, va lì e scopri cosa è successo. Voglio raccontato tutto nei minimi dettagli-

-sissignore-

Non manca molto alla mia vendetta. E sarà divertente, almeno per me.

Victoria.

Sono nella soffitta e ho appena finito di strappare il disegno che ho fatto di mia madre, con la prospettiva della porta. Le parole del professor Richard mi rituonano nella mente:

"ho notato che lei ha una grande fobia: quella del buio giusto? A causa di chi?..oh guardi..c'è pure scritto.. a causa della madre che l'ha abbandonata".

Bastardo. Lo odio. Odio lui, odio mia madre, odio quello che mi ha fatto, odio quello che ho dovuto passare e odio anche dover convivere con qualcosa che, sono sicura, non mi meritavo e non mi merito.
Odio me stessa per come ho trattato Dylan, tutto quello che gli ho detto non lo pensavo veramente, lui mi completa.
Mi sento bene con lui accanto.
Mi fa sorridere, mi fa arrabbiare, mi fa tranquillizzare ed agitare, è il mio veleno e la mia stessa cura.
Scendo nella mia stanza e apro un cassetto della scrivania, sotto a numerosi quaderni c'è una busta bianca con il mio nome scritto sopra. La "lettera" che mia madre mi ha scritto tanto tempo fa.
Le mani mi tremano. Vorrei strapparla ma non ci riesco.
Gli occhi si riempiono di lacrime ma come sempre non le lascio uscire. Non lo farò. I miei occhi si posano, poi, sul libriccino sgualcito sotto la finestra.
Il campanello suona.

Chi è? Che sia mio padre? Non voglio farmi vedere così male. Balzo in piedi e dopo aver riposto quella maledetta lettera mi guardo allo specchio. Sono un disastro. Il trucco è quasi completamente scolato, i capelli un disastro, io sono un disastro. Mentre scendo le scale raccolgo i capelli in una coda alta e cerco di togliere tutto il trucco sotto agli occhi. Quando apro la porta trovo Dylan appoggiato alla colonna del portico.
Il mio cuore inizia di nuovo a palpitare forte.
Cosa ci fa qui?
È la prima domanda che la mia mente riesce a formulare a se stessa. Poi penso che averlo qui e adesso, è la cosa che volevo.

Dylan.

-Victoria, io e te dobbiamo parlare- dico veloce. Il suo viso è meraviglioso, i suoi cappelli spettinati che come sempre la rendono bellissima ai miei occhi.

-dimmi- dice senza opporre resistenza. Non sembra neanche quella che ho lasciato poche ore fa.

-Io e te ci siamo baciati, ricordi?- chiedo veloce e lei avvampa facendomi sorridere.
Il mio cuore batte fortissimo nel mio petto e il mio respiro si fa irregolare.

-Oggi ho detto che forse non avrei dovuto baciarti e che forse ho commesso uno sbaglio, ma poi ripensandoci ho capito tutto. Ho sbagliato, è vero. Ho sbagliato a dirti quelle parole, io ti ho baciato perché volevo farlo. Non mi sono riuscito a trattenere, tu e le tue maledettissime, bellissime labbra che mi avete stregato dal primo giorno. E se per te tutto questo è stato uno sbaglio, bhe....per me è stato il più bel sbaglio della mia vita che rifarei milioni e milioni di volte.-

Lei è impalata davanti a me, non parla, è rossa, e sulle sue labbra nasce un'espressione confusa e sconcertata per poi trasformarsi in una dolce e semplicemente bellissima.

-non mi sono mai comportato così con nessuna. Tu..- le punto un dito contro. -Mi stai rendendo pazzo, non mi riconosco più neanche io. Tu, il tuo modo di essere, la tua bellezza. Solo tu mi fai andare in paranoia su qualsiasi cosa mi accada. Solo tu. E sai che ti dico? Solo tu mi fai sentire bene, solo tu mi rendi felice, solo tu mi rendi agitato, incazzato, geloso, fuori di testa, coglione e altri milioni di aggettivi che vuoi tu. Solo tu sei la cura a tutti i miei disastri.- dico e mi avvicino a pochi centimetri dalle sue labbra -e adesso, ti bacerò, e se tu me lo lascerai fare, vuol dire che anche io per te sono qualcosa, mentre se non me lo lascerai fare, io ti lascerò in pace per sempre- mi avvicino a lei.
Respira in modo irregolare ma non mi respinge.

-ti sto per baciare- l'avverto ma lei non mi risponde, attende.
Resta ferma, osserva le mie labbra e poi i suoi occhi si posano sui miei. Non c'è sensazione più bella per me. Le mie labbra si scontrano sulle sue e mi beo del suo sapore. Lei mi circonda il collo con le braccia e barcolla all'indietro fino a quando non incontriamo una parete. Ecco. L'ho baciata perché lei mi piace da morire, perché mi intriga, perché mi tiene testa, perché è lei. Le nostre labbra si allontanano per pochi secondi e stavolta è lei a baciarmi. Forse lei ha ragione: siamo due disastri, e penso proprio che sarà questa nostra somiglianza a farci unire così tanto.

Victoria.

Si è presentato davanti alla mia porta e mi ha fatto un discorso confuso. Parlava, parlava, parlava. Si è avvicinata alle mie labbra -e adesso, ti bacerò, e se tu me lo lascerai fare vuol dire che anche io per e sono qualcosa, mentre se non me lo lascerai fare, io ti lascerò in pace per sempre- dice.
Il mio cuore batteva all'impazzata, il mio respiro era irregolare. Non volevo e non voglio che lui mi lasci in pace. Ero in subbuglio. -ti sto per baciare- sussurra a pochi centimetri da me. Non ho la forza di allontanarmi, non ho la voglia di allontanarmi.
Voglio che le sue labbra si scontrino al più presto con le mie.
E quando succede barcollo all'indietro fino a finire spiaccicata contro un muro, non so in quale parte della mia casa siamo, so solo che io e lui ci stiamo baciando. Finalmente le nostre labbra sono in contatto e io mi sento viva. Quella distanza che fino a poco fa ci divideva, adesso, è totalmente eliminata. Finalmente. Quando ci separiamo la distanza resta solo per pochi secondi perché io mi fiondo subito sulle sue labbra. Perché? L'ho voluto ardentemente.
Non ci ho pensato, ho solo agito e l'ho baciato. Sembra che con quel bacio lui si sia assorbito gran parte del mio dolore, gran parte delle mie preoccupazioni, gran parte della mia anima. Sono tranquilla, felice, al sicuro. Le sue braccia mi stringono e io mi faccio cullare.

****

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
contro le porte della notte
e i passanti che passano li segnano a dito
ma i ragazzi che si amano
non ci sono per nessuno
ed è la loro ombra soltanto
che trema nella notte
stimolando la rabbia dei passanti
la loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
essi sono altrove molto più lontano della notte
molto più in alto del giorno
nell'abbagliante splendore del loro primo amore.

(Jacques Prévert)

La sera stessa mi ritrovo con il libro di mia madre nelle mani. Ho letto questa poesia.

Ho pensato subito a lui: forse era proprio lui la persona che aspettavo nel mio profondo. La persona che mi avrebbe salvata da tutto il casino della mia vita.

Spazio autrice:

Buon Sabato a tutti!
Siamo arrivati ad un punto molto importante dalla storia: una grande svolta per il rapporto tra Victoria e Dylan che, finalmente, si fidanzano. Come avrete potuto notare ho intitolato SOLO TU la mia storia, collegandomi a questa parte e alle parole di Dylan.❤
Piaciuto il capitolo?

Vi ricordo che questa parte di storia sta per finire e che dopo una brevissima pausa ritornerò con la seconda parte sempre sul mio profilo.
"SOLO NOI" SARÀ IL TITOLO❤
Grazie per essere arrivati fino a questo punto❤
Vi voglio bene❤
A domani!❤

Solo Tu #watts2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora