CAPITOLO 11 - LE MIE PRIORITA' NELLA VITA ANDAVANO DECISAMENTE RIVISTE

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Era venerdì sera e mi trovavo seduta sul letto della mia stanza con quello che io definivo "il vaso di Pandora" in mano. In realtà si trattava di una semplice scatola di carta marrone scuro, ma per me scoperchiarne il contenuto sarebbe davvero stato come farne uscire tutti i mali del mondo.

Dopo la conversazione avuta con Meghan, la settimana precedente, avevo rimuginato per giorni sul suo consiglio di tornare a prendere la mia fotocamera in mano. Fino ad allora non ne avevo avuto il coraggio. Quella era la terza volta che avevo tirato fuori da sotto il letto quello scrigno dai mille ricordi e, per tante altre volte, lo avevo rimesso al suo posto, non prima di averlo contemplato per ore. Avevo paura di guardare in faccia chi ero davvero e di dover accettare per l'ennesima volta chi non potevo essere. Quel giorno però mi ero decisa. Stavamo solo parlando di aprirla un attimo, prenderla in mano, guardare al suo interno, lasciarsi un po' andare ai ricordi tanto per iniziare. Nessuno mi avrebbe costretta ad andare di nuovo in giro con la mia bambina appesa al collo a scattare istantanee.

Presi un profondo respiro e finalmente mi decisi ad alzare il coperchio. Ed eccola lì, la mia adorata piccola compagna di avventure: la mia amata Canon nera, con i suoi 18 megapixels, il suo scatto continuo a 5fps per raffiche fino a 22 fotogrammi, e una sensibilità ISO 100-12800.

Sì, lo so, stavo divagando. Ma che ci potevo fare? Era come quando vedevi in giro un bel ragazzo ed elencavi tutte le sue caratteristiche, tipo: ha dei bellissimi occhi, due spalle larghe e un bel lato b. Indicativamente stavo facendo la stessa cosa, solo con una macchina fotografica.

La afferrai, per poi tirarla fuori dalla sua custodia.

"Quanto mi è mancata la sensazione della ruvidezza sotto i polpastrelli, il peso mentre me la poso in grembo, la sensazione della cinghia intorno al collo..."

I miei occhi tornarono a concentrarsi sulla scatola poggiata sul piumone grigio del mio letto, al cui interno vi erano 3 album fotografici di colore diverso. Allungai un braccio e, con la Canon ancora posata sulle gambe, estrassi il primo, iniziandolo a sfogliare.

Era uno scorcio sulla mia vita. Alcune foto ritraevano il viso di Meghan che sorrideva; in quei casi gliele avevo scattate quando era distratta. Altre erano panorami di gite in riva al lago, o la prima alba al mare che avevo visto, un bicchiere di vino poggiato sul tavolino della terrazza di casa di Meg, il cui liquido riluceva di un colore dorato a causa del sole che tramontava proprio sullo sfondo: lo avevo posizionato in modo che sembrasse che il contenuto del bicchiere fosse il mare e il sole stesse svanendo al suo interno; o ancora le mani di una coppia di nostri amici del liceo che si stringevano mentre erano seduti nel parco dietro la scuola.

Ritagli, momenti, emozioni, mie e allo stesso tempo anche di altre persone. Dietro la lente di una fotocamera mi sembrava sempre di riuscire a vedere tutto con occhi diversi.

Ero immersa nei miei pensieri, quando il rumore sordo di nocche che si andavano a scontrare sulla superficie in legno del mio portone di casa, non richiamò la mia attenzione. Sobbalzai per la sorpresa, facendo richiudere di scatto l'album di foto. Controllai l'orologio: erano le 23:15. Come al solito non aspettavo nessuno a quell'ora e le mie coinquiline non c'erano, ma chissà perché presagivo già chi potesse essere il disturbatore notturno. Rimisi la fotocamera nella sua custodia, alzandomi dal letto per poi dirigermi stancamente verso l'ingresso.

Giunta sul corridoio pensai di fare nuovamente un salto in cucina a prendere il mattarello, ma se era chi credevo che fosse, non sarebbe servito, o almeno me lo auguravo. Una volta arrivata davanti alla porta guardai attraverso lo spioncino, e tutti i miei sospetti vennero confermati. Sospirai, ma aprii ugualmente, tanto quel ragazzo era come la morte e le tasse, due cose da cui non si poteva scappare.

RICOMINCIO DA ME (VOL.1 - COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora