29.

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Pov's Aurora
Mi stiracchio, una volta alzata dal letto e assonnata scendo le scale e mi dirigo in cucina, al piano di sotto. Sto ancora pensando a quello che é successo ieri con Giacomo, e mi sono più che convinta di aver fatto bene a non baciarlo.
Io non lo amo, non lo amo piú, ma non ho intenzione di perdonare Simone. Lui mi ha tradita, e questa é una cosa che non supereró mai.
Siamo oramai quasi a metà Giugno e fra circa due settimane si chiuderrano i mercati dei giocatori internazionali e io firmeró per giocare la nuova stagione qui a Perugia. Ho deciso, non voglio cambiare. Trento mi manca molto, le persone che ci abitano mi mancano molto, ma devo restare qui, devo. Questo pomeriggio ho allenamento, ma per ora penso che andró a farmi un giretto in centro.
Mentre sono in macchina vedo arrivarmi una chiamata e cosí rispondo, poco dopo aver accostato.
É Sebastian.

"Pronto Seba!" lo saluto sorridente, e sorpresa della chiamata, visto che ci siamo sentiti ieri sera via Skype...io, lui e Tiz.

"Ei...Aurora.." risponde lui,in modo agitato.

Non mi chiama mai Aurora, utilizza i soprannomi: Auri o Chica, visto che chiama cosí tutte le ragazze che conosce.
Per questo motivo sono infatti un pó spaventata e velocemente gli chiedo: "Ei Seba, cosa c'é?"

Esita qualche secondo e poi con la voce impaurita e tremante risponde.

"Auri, Azzura ha avuto un incidente. É successo ieri notte, fra l'01:00 e le 02:00, ed ora é in ospedale. Io e Tiziano stiamo raggiungendo Pippo che si trova giá lá. I medici dicono che é grave."

Non riesco a parlare. Non riesco a muovere un muscolo e senza controllare le parole che dico, continuo il discorso.

"Come ha fatto? Era da sola? Quanto potrebbe essere grave?" domando a raffica.

"Stava tornando da un locale qui a Trento. Era andata a ballare con delle amiche e mentre tornava a casa, un ragazzo probabilmente troppo ubriaco, le é andato completamente a sbattere, facendo girare la macchina su stessa per non so quante volte. Era da sola e non ha potuto chiamare aiuto, fino a quando una signora non l'ha ritrovata poche ore dopo, mentre usciva a camminare di mattina presto. Auri...lei, lei é in rianimazione. Il rischio che possa...che possa morire é molto alto." conclude.

Le ultime parole risuonano in me, senza sosta. Ed ogni singola lettera é come fosse una coltellata al cuore, é come se morissi un pó piú anch'io. Come se lentamente mi accasciassi vicino a lei senza far rumore e l'abbracciassi, anche se lei non puó sentirmi.
'Andrá tutto bene' continuo a dire nella mia testa, ma so che alla fine non é cosí. Niente va bene. Niente.
Simone mi ha tradita. Io me ne sono andata. Azzura é in rianimazione...e la mia vita é appesa ad un filo, un filo che divide me dalla depressione e questo filo si riduce sempre di piú.

"O..okay..." rispondo a Sebastian con gli occhi colmi di lacrime, senza sapere cos'altro dire.

"Stai bene?" chiede il ragazzo preoccupato, dall'altro capo del telefono intuendo che ad una notizia del genere la risposta non puó essere solo 'okay'.

"Non importa come mi sento, sto tornando. Entro stasera saró a Trento." dico per poi chiudere velocemente la chiamata.

Mi rimetto in carreggiata, e dopo aver fatto manovra, ritorno a casa.
Sbrigativamente prendo una valigia e la riempo con tutti i panni acciuffati che ho in giro. Vado in bagno, prendo quelle poche cose indispensabili e subito mi precipito di sotto.
Infilo la valigia nella macchina e parto in direzione Trento.
In macchina, con il vivavoce, chiamo il mio allenatore e lo informo dello sfortunato incidente. Fortunatamente siamo ancora in fase di preparazione e non allenamento vero e proprio, perció...in casi come questi, posso permettermi di perdere una settimana.
Guido senza fare neppure una sosta, non ho fame, tutto questo non fa venire molto appettito.
Per le 15.00 sono nella cittadina, ed una volta arrivata, i ricordi mi assalgono.
In macchina non posso fare a meno di commuovermi quando vedo i ristoranti dove io e Simone cenavamo insieme, o ancora peggio...la casa del mio ex ragazzo. Al solo pensiero che lui possa essere lí dentro con Vittoria mi viene da vomitare, ma ricaccio giú il groppo che ho in gola e mi dirigo verso l'ospedale.
In macchina chiamo Sebastian, e gli dico che sto per arrivare all'ospedale cosí il ragazzo si precipita all'esterno per aspettarmi. Il parcheggio é quasi vuoto, cosí lascio l'auto in seconda fila e una volta scesa lo vedo.
Gli corro incontro senza sentire nessun altro rumore, accecata da quel minimo di felicitá che mi é rimasta.
Mi fiondo dritta dritta fra le sue braccia ed affondo la testa contro il suo petto.
Lo stringo cosí forte da fargli male, ma in questo momento ho tanto bisogno di un abbraccio cosí.
Il ragazzo se ne accorge e nell'abbracciarmi mi solleva da terra, fino a farmi staccare i piedi dal pavimento e farmi volteggiare come una foglia.
Pochi secondi dopo, dietro di lui compaiono Tiz e Pippo. Corro da entrambi e con gli occhi pieni di lacrime abbraccio anche loro. Tutti e tre i ragazzi stanno piangendo insieme a me, per una marea di cose che nessuno ha voglia di raccontare. Fra l'incidente di Azzura, la mia partenza e la sofferenza per Simone penso che tutti noi, siamo piú che felici di poterci riabbracciare.
Passiamo fuori una decina di minuti e poi decidiamo che é il caso di entrare.
Pippo mi guida verso il reparto di Azzurra e dopo aver sorpassato la porta con su scritto 'rianimazione' l'aria é tornata a farsi cupa e pesante.
Arriviamo alla sua camera, la numero 18, e la vedo attraverso lo specchio.
É distesa beatamente sul letto, vestita con un tenue camice azzurrino. Sembra che sia soltanto in un leggero sonno...e invece non é così.
Abbasso lentamente la maniglia ed apro la porta che ci separa. Lei é lí, ed é come se dormisse, ma é pur sempre bellissima.
Mi avvicino lentamente, come se avessi un peso legato alla caviglia e questo non mi permettesse di camminare. I ragazzi si fermano dietro la porta, guardandomi incuriositi, non volendo rovinare il nostro momento.
Prendo lo sgabello che si trova vicino al letto e senza far rumore lo trascino di fronte a lei.
Mi siedo e con una mano, le sfioro la guancia, come per farle una carezza, anche se lei non puó sentirla.
Le prendo la mano e la stringo forte alla mia, ed é qui che le lacrime iniziano a sgorgare. Bisbiglio piccole e dolci frasi per ricordarle che io ci sono, fino a quando...non ce la faccio piú. Le lacrime si trasformano in fitti e forti singhiozzi e gli occhi passano da bianchi, intorno alla pupilla, a rossi.
Avvicino la sedia ancora di piú e poggio la testa contro la sua spalla.

"Non puoi lasciarmi, non puoi farlo" dico con un tono simile ad una preghiera.

Non ottengo risposta ma continuo comunque a parlare.

"Ho bisogno di te, ho bisogno dei tuoi consigli, ho bisogno che tu ci sia sempre, ho bisogno del tuo supporto." grido terminando la frase con voce sempre piú bassa e implorevole.

"Te non te ne andrai, ci sono io qui con te, vedrai che andrá tutto bene. Io ci sono, io sono qui. Non lasciarmi, non farmi questo!" urlo, quasi come fosse colpa sua. Tiro un pugno al materasso, visto che non so come sfogarmi...e poi un altro e un altro ancora.
Continuo a dare pugni al materasso come se potessi prendere a pugni qualcuno, ma non é cosí.
Sebastian si avvicina e mi blocca le braccia facendomi alzare per forza e tenendo il mio volto fra le sue mani, cosí che io faccia i conti con i suoi occhi.

"Lasciami" grido piena di rabbia in corpo.

"Dammi un pugno, un pugno nello stomaco" mi consiglia con voce roca.

"No...pe-perché?" chiedo tentennante alla sua affermazione.

"Dammelo e basta." grida.

Faccio come dice e con tutta la forza che ho, gli tiro un pugno dritto nello stomaco, cosí da farlo spostare indietro.

"Ancora" dice con la voce spezzata dal dolore.

Lancio un altro pungo, ma con meno forza visto che un pó ne ho scaricata.

"Di nuovo" implora lui, quando vede che non ho piú forza in corpo.

Do' un ultimo pugno a Sebastian, un pugno senza forza, cosí leggero da sembrare una carezza e quando me ne accorgo, crollo fra le sue braccia, sprofondando in quella che a quanto pare é la realtà.
Mi stringe piú forte di quanto non abbia mai fatto e mi accarezza la testa lentamente, senza darmi modo di staccarmi.
Mi costringe ad uscire dalla camera, e mi porta fuori insieme agli altri a prendere una boccata d'aria.
Gli chiedo se per sta sera posso dormire da lui e il ragazzo chiaramente annuisce.
Pippo e Tiz si dirigono verso le macchine mentre io aspetto che Seb finisca di fumare una sigaretta.
Una volta che i due ragazzi se ne sono andati inizio a parlare con Sebastian e lui cerca di consolarmi per tutto il male che mi é capitato.

"Se hai bisogno di aiuto...sono qua!" dice lui, con gli occhi carichi di speranza.

"In realtà vorrei fare una cosa..." azzardo io, girandomi verso i suoi grandi occhi neri.

"Certo dimmi." risponde lui, incerto della mia richiesta.

"Voglio incontrare Simone, devo parlarci...questo non significa che lo perdoneró, ma voglio sapere il perché di questo tradimento visto che non gliel'ho mai chiesto." rispondo io.

Vedo Seb oscurarsi in volto e assumere un' espressione titubante, dov'é Simone?

Ei, guys!
Questo capitolo é il piú ansioso della storia; Mi Piace¡
Sinceramente mi é piaciuta molto la parte descrittiva e le scene dell'ospedale.
Spero che vi sia piaciuto e ancora grazie per essere in cosí tanti, vi voglio bene❣

Un Amore Sotto ReteWhere stories live. Discover now