One last time

632 44 49
                                    

4x06

Manca una settimana a Natale e si presume che ogni persona sia felice in questo periodo dell'anno.

Manca una settimana a Natale e la neve ricopre ogni cosa donando un tocco di magia al paesaggio circostante. I giardini delle case sono addobbati con luci colorate e i negozi pieni zeppi di gente che si affanna a comprare cose inutili, in lunghe file disordinate.

È sempre stato facile farsi coinvolgere da questa atmosfera, accantonare quel senso di stanchezza che mi porto dietro da tutta l'esistenza; illudersi per brevi attimi che la vita possa essere realmente come in uno di quei film natalizi.

Manca una settimana a Natale ma quest'anno, non ci sarà nessun albero da decorare insieme, nessun regalo da donare alla persona amata, speranzoso di aver fatto la scelta giusta; ci saremo solo io, le mie bugie e gli abbracci di mamma e papà, che non saranno mai abbastanza stretti per scaldarmi il cuore.

Lunedì 11:11

La settimana inizia con la solita routine:
doccia, colazione, una sbirciata veloce ai social e vestirsi per andare al lavoro.
È importante per me avere uno schema da seguire, mi permette di organizzare il mio tempo senza stressare ulteriolmente la mente.
Il turno in caffetteria comincia a l'una, ma preferisco arrivare sempre in anticipo, giusto il tempo di gustarmi una sigaretta in compagnia delle mie due colleghe e ormai amiche, Nina e Sophia. Ho raccontato ad entrambe del mio appuntamento di stasera con Finn e non nascondo che sembravano più eccitate di quanto lo sia io.

La verità è che mi sento uno schifo, un codardo; intrappolato in una rete che io stesso ho teso. Ho trascorso giorni provando a mettermi in contatto con Isak, tentativi vani visto che ha bloccato il mio contatto Whatsapp.
Dovrei semplicemente lasciar correre, fargli credere che quel falso nome servisse a rinnegare quello che siamo stati, che quel giovedì notte a casa mia non ha significato nulla per me e, che questa bandana che continuo a portare serva solo a nascondere le conseguenze del mio insano gesto.

Sono stato bravo a soffocare i miei sentimenti in tutti questi mesi, cos'è cambiato?

L'ho rivisto, ecco cos'è cambiato.
Ho sentito il suo profumo confondersi di nuovo col mio, la nostra pelle a contatto, le sue mani che di nascosto nel buio accarezzavano i miei capelli.*
Non riesco a fingere che non sia successo, semplicemente non posso.
Perché nonostante quello che gli ho detto, quello che mi sono raccontato, io non ho mai smesso ti amarlo.
Sarebbe come pretendere di vivere senza respirare.

Impossibile.

Mi risveglio dai miei pensieri e mi rimetto al lavoro ma è solo un attimo prima che i sensi di colpa tornino ad occuparmi la mente.

Finn e Isak.

Entrambi meritano di meglio di questo casino ambulante che sono, destinato a far soffrire le persone che mi stanno vicino. Entrambi meritano di conoscere almeno la verità ed io devo essere pronto ad accettare ogni conseguenza che ne verrà.

Basta bugie.

Servo soddisfatto un cappuccino a due ragazzi che hanno probabilmente saltato scuola. Ho ripreso il controllo dei miei pensieri, ho deciso di agire in modo maturo e consapevole e mi sento fiero.

Terrorizzato, ma fiero.

Il tempo scorre veloce, soprattutto dopo pranzo, quando il locale si riempe e non c'è più tempo per pensare al senso della vita. Sono così concentrato che Sophia mi osserva ridendo per quasi un quarto d'ora prima di avvisarmi che il mio turno è finito. Non riesco ad andarmene ad ogni modo, non prima di aver sentito tutte le loro raccomandazioni e suggerimenti per la serata e, di aver promesso di raccontare tutto il giorno seguente, senza tralasciare dettagli.

THE BOY WHO COULDN'T HOLD HIS BREATH UNDERWATERWhere stories live. Discover now