Let it all go

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Il Buio.

La voglia di urlare che si insinua prepotente, di quelle che non riesci a controllare.

La voce che non esce; rimane bloccata dentro insieme a tutto il resto.

Il senso di colpa.

La rabbia che lascia spazio al dolore, la mente al ricordo.

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Flashback

Natale 2016,
Kollektivet house*

Mi sento felice come un bambino quando arrivo alla festa.
Tutto il gruppo di ragazze sta preparando le decorazioni dell'albero di Natale.
Decorazioni insolite se così si può dire. Parlo infatti di preservativi, arricchiti da fiocchi e brillantini e di una stella natalizia a forma di cazzo.

Isak e gli altri ragazzi, in cucina, bevono birra e sfottono Magnus per le sue pessime tecniche di conquista.
Mi fermo un minuto ad osservarli, ad osservarlo. È Bellissimo nella sua camicia grigia. Spensierato e felice nonostante le settimane trascorse siano state davvero dure per entrambi.

Dopo aver salutato tutti e convinto Magnus ad usare la sua stessa disperazione come punto di forza con Vilde, il gruppo si allontana e io ed Isak rimaniamo finalmente soli.

Lo bacio a fior di labbra. È importante quello che sto per dirgli.
Per me e per noi.

'Ho parlato con mia mamma eh...mi sta ossessionando perchè vuole incontrarti.'

'Sì?'

'Già. Quindi...mmm che ne pensi se passiamo domani?'

'Okey, si...per me va bene.'

'Okey?!Non pensi sia strano?'

'No. Oramai, nessuna cosa mi sembra strana.'

'Va bene' rispondo sorridendo.

Abbasso la testa e la mia espressione cambia impercettibilmente quando il telefono si illumina per l'arrivo di un messaggio.

Mikael
iMessage
Today 22.22
'Ciao Even.
Lo so che è passato molto tempo. Lo so che ci siamo lasciati nel peggiore dei modi l'ultima volta che ci siamo visti. Ma ho saputo che tu e Sonja avete rotto e mi chiedevo se ti andasse di incontrarmi una sera di queste.'

Lo ignoro e spengo il telefono.
Isak mi fissa senza fare domande, probabilmente sta pensando che stia scrivendo un messaggio a mia madre in cui confermo l'incontro di domani. Per non dare preoccupazioni inutili quindi, decido di nascondergli la cosa.

Non gli ho ancora raccontato di Mikael;
non che ci sia molto da dire, in realtà.
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Tra di noi, tutto era cominciato con il progetto di teatro a scuola: un cortometraggio che parlasse di una storia d'amore.

Io regista e lui produttore.


Questo ci aveva portato a trascorrere molte ore insieme e una sera, senza un motivo preciso, eravamo finiti a letto. Errore che si trasformò in abitudine nei mesi successivi.

'Niente coinvolgimenti emotivi' avevamo giurato, anche se i suoi occhi man mano che i giorni passavano, dicevano sempre più il contrario.
Decisi quindi di chiudere, per non rischiare di illuderlo ulteriormente, ma da quel momento la situazione non fece che degenerare.
Mikael, minacciò di spifferare tutto alla mia fidanzata provocandomi un eccesso d'ansia.
Amavo Sonja; l'unica persona in grado capirmi nel profondo, di accettarmi senza la pretesa di cambiarmi. O almeno pensavo che quello fosse amore.
Egoistico da parte mia, lo so. Ma non potevo rischiare di perderla.
Il terrore mi portò ben presto ad una crisi maniacale, così, fuori controllo, imbrattai tutti i muri della scuola con frasi poco carine su di lui.
Fui espulso naturalmente e costretto a cambiare scuola.

Non rividi ne sentii più Mikeal da quel giorno, ma nonostante il nostro segreto nn fu mai svelato, le cose con Sonja non tornaro più ad essere quelle di prima.

Mi sentivo constantemente confuso e distante. La confusione lasciò spazio alla certezza solo quando Isak inciampò nella mia vita. Li capii. Capii che il sentimento verso Sonja era un insieme di molte cose. Era Affetto, gratitudine, stima ma non amore.
Decisi in quel momento di non voler trascorre un singolo giorno senza di lui.
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Mi risveglio dalla voragine di pensieri provocata da quel messaggio e lo guardo. Sta blaterando qualcosa sul fatto di indossare vestiti e sorridere affinchè l'incontro con mia madre sia tranquillo.

Torno a baciarlo quindi, con più intensità, aspettando impaziente che la serata finisca per farci l'amore, tra quelle lenzuola a righe che sanno di noi.

'Perchè gli stai mentendo, EVEN?' Una fastidiosa vocina si fa strada dentro la mia testa.

Per non ferirlo. Per proteggerlo. Per non confonderlo.
Dio! Non lo so.
L'unica cosa che so con certezza è che non permetterò mai a nessuno di rovinare quello che abbiamo.

'Stai facendo tutto da solo infatti. Le bugie hanno le gambe corte EVEN.'

È solo un messaggio che non riceverà mai risposta.

'O forse è una rete in cui ti ingarbuglierai senza riuscire ad uscirne pulito; EVEN'

Basta. Stai zitta. Smettila di ripetere il mio nome.
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'EVEN, EVEN, EVEN!**Cazzo... mi senti? Mi dispiace io non credevo-non volevo- rispondimi. EVEN!'

Eskild sembra fuori di se. Un misto tra terrore e preoccupazione.
La sua voce mi arriva flebile, come se fosse lontanissima.
Mi scuote, ma sono troppo stanco per muovere anche un solo dito.
Anche la percezione dei colori intorno a me sembra essersi modificata. Tutto sembra un pò più spento. Più grigio.***

Sto avendo una crisi.

Note
*Kollektivet è il nome del gruppo su Whatsapp di Eskild, Noora, Linn e Isak, per questo l'ho usato per identificare casa loro.
**Il fastidio percepito da Even nel Flashback in cui il suo nome viene ripetuto più volte in realtà appartiene alla voce di Eskild che sta cercando di scuoterlo dal suo stato di trance.
**Secondo studi scentifici recenti il grigio è il colore che viene associato alla depressione. Ci sono statistiche infatti che affermano che una persona depressa ha la tendenza di percepire i colori più spenti.

SPAZIO AUTRICI:
Inanzitutto volevamo ringraziare tutte le persone che hanno letto e lasciato un commento nei nostri capitoli.
E poi volevamo consigliarvi un paio di ff e una Os che ci stanno molto a cuore perchè meritano tantissimo.

FF:
Dead man Walking (traduzione) di AlisWriss
Limerence; Eva e Chris di heavelysian
OS:
Shadowland MichelleMantica

THE BOY WHO COULDN'T HOLD HIS BREATH UNDERWATERWhere stories live. Discover now