Everything's Mess

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'Even.'

Una voce famigliare, sempre più vicina.

'Even cosa ci fai qui? Cazzo! Come sei ridotto?!'

Non rispondo.

'Si gela qui fuori. Ti prego sali, ti preparo qualcosa di caldo.'

'Non posso.'

'Quindi sei venuto fin qui, per dormire sullo scalino di casa mia? Scelta saggia, Elvis.'

'Cretino!' Mi strappa un sorriso.

Si piega verso di me, allunga un braccio e mi porge la sua mano.

'Andiamo! Non farti pregare.'

Sento il cuore battere talmente forte che temo possa uscirmi dal petto mentre saliamo le scale.

'Eskild, aspetta!' Mi fermo affannoso.
'Non posso farlo. Io... È-è meglio che torni a casa.'

'Isak dorme da Jonas sta notte, quindi ti prego, smettila di respirare in quel modo e cerca di rilassarti.' Aggiunge, prima di aprire il portone d'ingresso.

'Oh' sospiro mentre mi decido ad entrare.

Non sono lucido abbastanza per capire in cosa speravo.
Che fosse Isak a trovarmi sugli scalini di casa?
Per dirgli cosa esattamente?
Che ho rimorchiato un tipo in pista per provare a riempire questo vuoto che sento dentro?
Che sono scappato poi, come un bambino, triste e ubriaco,
vaneggiando nella notte fino a trovarmi davanti casa sua?

'Tieni, bevi questo finché è caldo.'

Il suono di quelle parole mi riscuote dai miei pensieri.
Prendo la tazza fumante tra le mani e comincio a berne piccoli sorsi. Mi scoppia la testa e ho davvero bisogno di dormire.

'Ti va di parlarne?'

'Io. Io non-ho solo bisogno di dormire.' Sono davvero esausto.

'Puoi prendere la mia stanza, se vuoi. Giuro di aver cambiato le lenzuola stamattina.
Io posso dormire con Noora. Non è un problema.'

'Grazie infinite... Ehm-Eskild...
Mi dispiace. Non so cosa mi sia preso. Ho bevuto e...mi son trovato qui, senza rendermene conto.'

'Ne riparliamo domani. Cerca solo di dormire adesso. Buonanotte Even.'

'Buona notte.'

Giovedì 11:11

Mi risveglio disorientato e confuso. Passano alcuni minuti prima che il mio cervello riacquisti consapevolezza.
Il profumo di lavanda delle lenzuola pulite non fa che aumentare la sensazione di nausea dovuta al post sbornia.
Decido quindi di alzarmi.

Noora ed Eskild stanno confabulando qualcosa in cucina stando attenti a non farsi sentire, ne ho conferma quando i loro volti cambiano espressione appena varco la soglia.

'Buongiorno...Ehm-noi-Haha. Ci stavamo appunto-mmm-chiedendo a che ora ti saresti alzato.' Affermano quasi all'unisono.

Imbarazzati, quasi quanto lo sono io.

'Ho bevuto parecchio ieri sera, senza aver toccato cibo per tutto il giorno. Quindi, beh-Dio, mi scoppia la testa.'

'Ti preparo un caffè?'

'Si. Una tazza enorme, ti prego' le rispondo ironizzando per smorzare la tensione del momento.

'A che ora cominci il turno in caffetteria?' Mi chiede Eskild.

THE BOY WHO COULDN'T HOLD HIS BREATH UNDERWATERWhere stories live. Discover now