cap. 14

1.4K 65 8
                                    

Josh

«È tutto pronto?» mi chiede Cortez mentre mi siedo sulla sedia e lo guardo dritto negli occhi comodamente seduto all'altro capo della scrivania. «Quasi.»

Si porta il sigaro tra i denti e lo accende formando una fitta coltre di fumo. La nube densa esce dalla sua bocca e si muove verso la finestra aperta. «Già. Ne manca ancora una, visto che sei diventato così... Selettivo.»

Cerco di mantenere la mia solita espressione impassibile mentre il suo timbro di voce accentua l'ultima parola mal celando il suo disappunto. «Lo so.»

«Hai poche ore per risolvere il problema. Anche se immagino che tu sappia cosa fare.»

Mi alzo e sento i denti stridere tra loro. Cerco di rilassare la tensione che fa irrigidire ogni mio muscolo e annuisco, prima di abbandonare la stanza senza dire una parola.

Passo davanti al bar con il bisogno crescente di guardare in faccia il mio tormento e trovo Dom solo al bancone.

«Bentornato.» dice, accogliendomi con un sorriso tagliente. Faccio un cenno ad Alvaro che afferra un bicchiere e lo riempie con qualsiasi cosa stia bevendo lui.

«Torno sempre» Dico con rammarico.

«Per fortuna.» dice alzando il bicchiere per brindare.

Credo che ormai sia palese che non lo sopporto, ma a lui piace fingere più di quanto gli piaccia scopare.

I nostri bicchieri tintinnano tra loro quando dalla vetrata alle sue spalle, noto Emily dietro al bancone della piscina. Il suo sguardo spento mi colpisce tra le costole come una spranga di ferro. Dominic segue il mio sguardo e sorride compiaciuto.

«Tu non me la conti giusta.» Il mio cuore perde un battito, ma la mia espressione non cambia. «Smettila di dire cazzate.» e da quando ci ha visti avvinghiati davanti alla sua stanza che mi punzecchia con le sue battutine. Con il bicchiere tra le mani, muove l'indice verso di me.

«Non è una cazzata e lo sai. Quella ragazzina ti piace e non vuoi ammetterlo.» Stringo forte il bicchiere e me lo porto alle labbra con foga, svuotandolo.

«Vaneggi. Comunque, non so se lo sai già, ma dobbiamo parlare di Natasha.»

Adesso è lui ad accigliarsi e a svuotare il bicchiere.

Mi guarda nervoso e si avvicina al mio volto.

«Non puoi farlo, Josh! Hai promesso. A lei e a me.»

Ci guardiamo intorno furtivi e riprendiamo una distanza doverosa. «Ho promesso, lo so, ma non c'è più tempo e non ho altra scelta.»

La porta che mi separa da Natasha è a due passi da me.

Appoggiato alla parete fisso il numero della sua stanza sperando che all'improvviso qualcuno venga a fermarmi. Ma passano minuti, forse ore e non succede nulla.

Nessuna chiamata a dirmi che il problema è stato risolto. Nessun Dio a fermare questo sacrilegio.

Mi stacco a malincuore dalla parete e busso un paio di volte.

Lei mi apre con il sorriso sulle labbra. « Josh.»

La sua voce è quasi un sussurro e il sorriso si spegne lentamente mentre le comunico il motivo della mia visita.

Le lacrime le invadono gli occhi e il senso d'impotenza che mi attorciglia lo stomaco mi spinge a stringerla tra le mie braccia.

«Hai scelto Emily.» dice tra i singhiozzi.

Non me lo sta domandando, così non le rispondo.

La stringo più forte poi lascio scivolare le mani lungo i fianchi. «Tra un'ora arriveranno. Mi dispiace Nat.»

CRUEL INTENTIONWhere stories live. Discover now