cap. 12

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Josh

Parigi di notte mi ha sempre affascinato con la sua magia, ma stasera attraverso le sue strade irrequieto.

Ho fatto un errore enorme, forse il peggiore tra tanti e non riesco a darmi pace.

Avrei dovuto prevedere che il mio interesse nei suoi confronti avrebbe attirato troppa attenzione e che quello stronzo di Dominic non avrebbe tenuto chiusa quella sua boccaccia.

Prendo il telecomando del garage nel cruscotto e fermo l'auto in prossimità del cancello, in attesa che si apra.

Sarei dovuto partire solo dopodomani, come faccio di solito prima della gran serata, ma dopo aver discusso con Cortez e poi con Emily ho capito che era meglio allontanarmi da tutti per non mandare tutto a puttane.

Ingrano la prima e affronto piano la discesa prima di trovarmi davanti al mio box. Scendo dalla macchina e infilo la chiave nella serratura, poi con più forza del necessario tiro su la porta basculante. L'eco del tonfo rimbalza intorno a me come un boato. Abbasso lo sguardo sui miei pugni chiusi e guardo le vene gonfie sparire sotto la giacca.

Ero sicuro che non mi avrebbe portato altro che guai.

Quella mattina, quando l'ho trovata addormentata nel letto di Carlos, mezza nuda e indifesa, mi sono avvicinato a lei, spinto da una forza magnetica mai provata prima e ho combattuto per un po' con l'impulso di toccare la sua pelle per scoprire se era davvero morbida come sembrava. Il volto rilassato, la distesa di capelli scuri adagiata sul cuscino, il suo corpo coperto a malapena dall'accappatoio bianco. Sembrava un angelo caduto dal paradiso e piombato in quel letto solo per tentarmi.

Non c'è stata ragione a tenermi. Le mie dita sono scivolate piano sul suo polpaccio, seguendo il profilo delle sue gambe perfette. Ed era seta, della più pregiata e delicata. Il tessuto si è spostato senza protestare quando l'ho scostato un po' per continuare a salire verso quello che ero certo sarebbe stato lo spettacolo migliore della mia vita. Ma all'improvviso lei ha aperto gli occhi e ha trovato i miei. Due pozze scure che mi fissavano sconvolte.

In quel momento avrei dovuto capire che quella donna mi avrebbe spedito all'inferno con un biglietto di sola andata, ma quando mi ha rivelato che era lì perché non sapeva dove dormire, speravo che non l'avrei più rivista.

Ne ero felice, perché sarebbe stato un enorme problema.

E infatti...

Risalgo in macchina ed entro nel box. Prendo il borsone dal bagagliaio, chiudo tutto e prendo le scale per raggiungere l'ingresso del palazzo.

Sono da poco passate le due, ma nel corridoio aleggia la musica a tutto volume mischiata alle urla.

Prendo un profondo respiro di fronte alla porta prima di bussare forte e con insistenza.

Passano un paio di minuti prima che venga spalancata con impeto da uno dei leccaculo di Gabriela.

«Larsk.» dice facendosi da parte per lasciarmi entrare. «Non ti aspettavamo così presto.»

«Lo so.» dico avanzando sicuro, «Ho chiesto due giorni di vacanza.» Il mio sarcasmo non lo sfiora. Si chiude la porta alle spalle e in un secondo vengo catapultato in un altro mondo.

Il mio mondo.

Gabriela, al contrario di Carlos è una stramaledetta feticista di... Beh, di un po' tutto quello che riguarda il sesso.

Nell'anticamera del suo locale, dove i suoi scagnozzi fanno la guardia, sdraiate a terra ci sono due bellissime ragazze nude. Sul divano di fianco invece ci sono Julian e Marcel, che sono l'equivalente francese di me e Dom. Mi salutano distratti, troppo concentrati nella loro gara. Julian sta prendendo la mira.

CRUEL INTENTIONDonde viven las historias. Descúbrelo ahora