cap 1

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                                                                 Ciò che è difficile attrae,

                                                                
l'impossibile seduce,

                                                        
ciò che è complicato spaventa,

                                                  
ciò che  è estremamente complicato

                                                                
innamora.

                                                               
Pablo Coelho

                                                                             

Di solito le mie giornate non sono il massimo del divertimento. Spesso passo ore a camminare, sotto la pioggia o sotto il sole, con la speranza di racimolare qualche spicciolo o per trovare un riparo per la notte, ma non oggi. Oggi sono su un pullman diretto in Spagna, uno dei pochi posti in cui non mi sono ancora avventurata. Mi ci è voluto un mese per mettere insieme i soldi necessari per comprare il biglietto e spero che ne varrà la pena. Sono stanca del freddo e della pioggia perenne; sono stanca della gente ottusa e bigotta. Con lo sguardo perso fuori dal finestrino, osservo i colori caldi di questa terra a me sconosciuta e mi sorprendo che questo possa bastare a rendermi più serena. Avverto una strana sensazione sotto pelle, un senso di appartenenza che non ho mai sentito prima. Forse questa è davvero la volta buona.                         Il sole è alto nel cielo e mi scalda dolcemente il viso, arrivando fin dentro le ossa infreddolite.      Il pullman rallenta in prossimità di un autogrill e si ferma per fare rifornimento.                              
Mi alzo, dopo aver passato ore nella stessa posizione e distendo i muscoli indolenziti prima di scendere insieme alle altre persone. L'aria è frizzante e intrisa di una moltitudine di odori che fanno brontolare il mio stomaco vuoto.  Attraverso il negozio e chiedo un caffè alla signora paffutella dietro al bancone. Quando mi dà le spalle, arraffo un pacchetto di patatine e me lo infilo in borsa. In molti mi hanno chiamata ladra, ma io questa la chiamo sopravvivenza. Pago il mio caffè con l'ultimo euro che mi è rimasto in tasca e lo sorseggio, ostentando la mia solita indifferenza, poi seguo la freccia che indica la toilette. Mi do una rinfrescata e lego i miei lunghi capelli scuri davanti allo specchio, facendo una smorfia al mio riflesso smunto.                            
Non vedo l'ora di raggiungere una spiaggia e farmi una doccia. Una porta alle mie spalle si spalanca e accanto a me compare una donna di mezza età, tutta in ghingheri e avvolta in una nuvola di profumo forte e nauseante, che mi guarda come se fossi la cosa più ripugnante della terra. Di sicuro non sono fresca come una rosa, ma questo non le dà il diritto di infastidirsi così palesemente. La rabbia mi fa digrignare i denti. Le passo accanto, fingendo di inciampare, e le sfilo il portafoglio dalla pochette aperta appesa al braccio.           
«Per la miseria! Faccia attenzione!» strilla, stizzita. Mi scuso con un mezzo sorriso sulle labbra e alzo le mani, indietreggiando verso l'uscita. Esco di corsa dall'autogrill e raggiungo il pullman che ha già messo in moto, pronto per ripartire. Mentre prendo il mio posto vedo la signora correre, urlando e indicando proprio il mezzo che mi sta portando via.                                              
 Alzo la mano e la saluto soddisfatta dal finestrino.           
Certe persone hanno tutto e non si meritano niente.

CRUEL INTENTIONWhere stories live. Discover now