cap. 4

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Quello che era iniziato come un bellissimo sogno, ha già iniziato a perdere le sue sfumature dorate.

La realtà si sta mostrando differente dal dépliant, almeno per me. Dopo l'aggressione di Dominic, che ho avuto la fortuna di non incontrare più, mi ritrovo a patire l'indifferenza di chi invece mi ha salvato.

Josh mi evita con un'abilità disarmante, nonostante io abbia fatto di tutto per riuscire ad incontrarlo ancora.

Però, passare continuamente per il suo piano o aspettarlo al bar dopo il lavoro bevendo da sola come una sfigata, non è servito a niente. La sua determinazione ha vinto sul mio desiderio di vederlo. So che è ancora qui solo perché ho chiesto a Morena di lui. Non volevo renderla partecipe delle mie faccende private, ma alla fine le ho raccontato tutto, più o meno.

Lei mi ha guardato comprensiva, poi mi ha consigliato di dargli ascolto e lasciarlo perdere. Non credo sia cosa per te, ha detto. Un po' come dire a un bambino di non mangiare cioccolata prima di cena.

Io voglio che sia cosa per me, più di prima se è possibile. Queste sue parole si mescolano nella mia testa, insieme a quelle di Josh e soprattutto a quelle di Dominic.

Come se tutti fossero al corrente di qualcosa che non so. Intanto, due giorni di lavori forzati mi hanno reso più realista e meno entusiasta. Ho passato il secondo giorno in cucina, a lavare pile di piatti e pentole di dimensioni esagerate.

Ieri poi, ho dovuto sgrassare tutte le mattonelle di tutti i bagni dell'albergo, e non sono bagni di dimensioni normali.

No. Sono grandi come la mia stanza!

Ma comunque, sono sopravvissuta in questi giorni solo con la speranza di rivederlo.

Oggi finalmente mi è stata affidata una mansione stimolante, già solo per il fatto di essere all'aperto. Mi hanno dato un grembiulino nero e un vassoio in argento.

Cameriera: una passeggiata.

Sì, lo pensavo fino a mezz'ora fa. Poi, quando la piscina si è riempita di gente che mi chiamava da un angolo all'altro in continuazione, ho cambiato idea.

Il sole splende alto nel cielo, affaticando ogni mio passo con il suo calore. Insolazione assicurata prima di cena.

A dirigermi c'è una ragazza non molto più grande di me. Mi spiega un paio di cose, a suo dire, preziose da sapere.

«Allora. La cosa fondamentale è che il cliente ha sempre ragione. Mai contestare la sua opinione. Devi essere sempre garbata e disponibile. Sorridi a tutti e asseconda i loro desideri e se sarai brava, riceverai un sacco di mance.»

Annuisco mentre lei continua a stilare il suo elenco ma, l'unica cosa che memorizza la mia testa, è la parola mance.

«Ah...» mi dice, fermando il suo avanzare. «E non soffiare l'uomo a nessuna, okay?» Mi fa l'occhiolino e si allontana mentre un vassoio pieno di cocktail mi viene allungato sul bancone. Ondeggio instabile sui tacchi e cerco di non rovesciare nulla mentre seguo il bordo piscina, raggiungendo chi li ha ordinati. Ne servo uno per uno, sorridendo educata e una banconota da cinquanta euro finisce nella mia mano. Quando torno con il resto, quasi sempre mi viene lasciato come mancia.

Inizio a vedere soldi entrare da tutte le parti.

Mi sento euforica e nonostante il caldo e la fatica, oggi è la migliore giornata lavorativa della mia breve carriera.

Anche se le mance piovono copiose, la gente comunque non fa quasi caso a me. Ad eccezione di un signore, che sotto il suo ombrellone se ne sta per i fatti suoi, finché non arrivo io con il suo drink.

CRUEL INTENTIONWo Geschichten leben. Entdecke jetzt