CAPITOLO 20

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Mi alzai all'alba, stanca come mai. La notte trascorsa non avevo chiuso occhio, divisa com'ero a rimuginare su quello che mi aveva detto Marco salutandomi...

Non rinuncerò a te...

Quella frase mi aveva spinto a riflettere su ciò che ritenevo giusto fare del nostro rapporto e su ciò che desideravo davvero in fondo a me stessa.

Il mio cuore era combattuto... Non potevo continuare ad ignorare quello che era successo al casale. E dirmi che tra me e Marco ci sarebbe stata solo amicizia. Non era soltanto quel bacio mancato che aveva cambiato le cose. Era anche quello che avevo scoperto essere Marco realmente che mi confondeva. Che mi spingeva a vederlo con altri occhi. E nel profondo a desiderarlo...

Era come se sapessi, dentro di me, che se avessi continuato ad ignorarlo, me ne sarei pentita fino alla fine dei miei giorni. E temessi che in caso contrario, sarei stata la sua rovina. La rovina di un ragazzo sensibile, che non lo meritava. E che di certo avrei fatto soffrire...

Stanca, feci una doccia cercando di non pensare più. Il getto dell'acqua mi sciolse la schiena, rilassandomi i muscoli. Mi asciugai i capelli e mi lavai i denti accuratamente. Ma, malgrado quel breve intervallo, tornai subito irrequieta e tesa come la sera prima.

Non c'era nulla da fare. La mia mente andava continuamente a lui...

Riposi lo spazzolino nel bicchiere sul lavandino e misi il phon nel mobiletto del bagno, inconsciamente, senza rendermene conto. Indossai i jeans blue e un maglioncino azzurro a collo alto e mi guardai allo specchio.

Non avevo un'aria riposata, decisamente!

Il tavolo, come sempre, era già preparato per la colazione, pronto ad aspettarmi. E Margherita, alla mia apparizione in cucina, mi venne incontro sorridente baciandomi sulla guancia.

"Buongiorno, tesoro. Sei in piedi presto questa mattina!"

Poi mi fissò, perdendo il suo sorriso ed assumendo un'aria turbata.

"Cielo, Elisabeth! Tu non hai dormito stanotte! Ce l'hai scritto in faccia!"

Mi spaventai pensando a cosa avrebbero pensato gli altri se la mia inquietudine della notte precedente era talmente evidente. Cercai comunque di fornirgli una spiegazione plausibile e che non le lasciasse spazio per immaginare altre giustificazioni che non fossero lo studio.

"Sono agitata per l'esame di stamattina. Sai per me è il primo esame. È una cosa nuova...".

"Ti preoccupi troppo, tesoro. Vedrai che andrà bene. Certo immaginavo le matricole avessero più tempo per prepararsi agli esami, ma del resto... forse è meglio così. Ti aiuterà ad affrontare prima le tue paure"

"Già..." sospirai guardando nel vuoto. La mia testa riprese a distrarsi...

Affrontare le mie paure...  mi ripetei con la mente. Marco era la mia paura più grande! Il legame tra me e lui non sarebbe cambiato, se non avessimo dovuto preparare quell'esame insieme...

D'un tratto, mi ritrovai tra le braccia di Margherita, "Oh... cara! Non c'è bisogno che rispondi. Vedrai che passerà..." mi sorpresi di sentirle proferire quelle parole. Non avevo seguito i suoi discorsi, ma di certo mi aveva fatto una domanda a cui non avevo risposto. Mi strinse forte a sé e sentii la sua angoscia per il mio malessere.

"Non darti pensiero, Margherita" feci cercando di apparire naturale, "Cercherò di non pensarci più" 

Non sapevo bene a cosa avrei cercato di non pensare più. Avevo risposto a caso. Parve comunque contenta e ne fui rincuorata.

Vivere... un'altra voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora