CAPITOLO 7

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Entrammo e Marco scelse un tavolino appartato, lontano dal vociare dei ragazzi che lo affollavano, ordinando alla cameriera due caffè.

"Subito, Marco!" disse la cameriera eccitata per la sua presenza e riservandogli un'accoglienza più calda del necessario.

Ci risiamo...

Marco la considerò a stento, quindi appoggiandosi allo schienale della sedia mi fissò con i suoi penetranti occhi azzurri.

"C'è un posto dove non sei così popolare? Mi sta stancando la tua fama di Don Giovanni" accennai con lo sguardo alla cameriera intenta a preparare i caffè, spazientita.

Marco la guardò di sfuggita stringendosi nelle spalle:

"Può darsi"

La sua maglietta bianca a scritte rosse, sotto il giubbotto blu cerato, lasciava intravedere i muscoli disegnati del suo torace e in quel momento la mia mente mi infastidì per avermelo fatto considerare.

Non staccava gli occhi dal mio viso e il suo sguardo indagatore improvvisamente s'incatenò al mio.

"Allora Lizzy..." lo guardai storta, "Elisabeth..." si corresse, "Raccontami qualcosa di te. Che vita nascondi?" un sorriso provocante gli ravvivò il viso, mentre incrociava le mani sporgendosi in avanti.

La sua domanda mi gelò all'istante. Sperando non sentisse il fastidio della mia voce, lo guardai dritto rispondendogli con arroganza.

"Non credo siano affari tuoi!"

Mi aveva colpito sul vivo. Era vero, nascondevo la mia vita agli altri, un passato meschino che custodivo gelosamente. Ma non avevo intenzione di rivelarlo proprio a lui, che sicuramente non aveva la sensibilità per capire.

"Che c'è adesso?!" mi guardò corrucciato.

"C'è che non mi va che tu mi faccia il terzo grado" pronunciai la frase sostenendo il suo sguardo, "Hai detto che mi volevi offrire un caffè. E allora fallo e basta. Non mi va di parlare"

"Cavolo Elisabeth!" sbottò, "E' più complicato di quanto avessi immaginato esserti amico!" scosse la testa alzando gli occhi al cielo e si fece serio, "Dovresti ringraziarmi per volerlo essere. Di solito fanno a gara per avermi!"

Dovresti ringraziarmi! Dovresti ringraziarmi!!! Lui doveva ringraziarmi per aver accettato il suo stupido invito!

Il suo viso s'incupì subito dopo averlo detto.

"Scusa. Non volevo..."

Un'altra volta persi il controllo.

"Me ne vado!" esclamai scattando in piedi.

"No, aspetta!" mi trattenne per un braccio.

Mi bloccai di colpo e mi girai di scatto verso di lui, gelandolo.

"Sai qual'è il tuo problema, Marco? Che hai troppe certezze!" dissi strattonandolo via.

Il suo viso si contrasse.

"Hai ragione. Sono uno stupido! E' che mi mandi in bestia... Io..." si portò le mani alla testa, "Non volevo dire quelle cose, ok... Ma tu... continui a provocarmi... e io..." non continuò.

"Ah... Sono io adesso che ti provoco! Certo! Non cercarmi allora. Sta sicuro che io non lo farò" così dicendo lo scansai e mi avviai verso l'uscita, quando Marco mi sbarrò il passaggio costringendomi a guardarlo.

"Perché non mi lasci essere gentile almeno per un momento?"

"Tu non sai essere gentile, Marco!"

Quella frase sembrò ferirlo. Socchiuse gli occhi, abbassando il capo e la sua mascella s'irrigidì, "Resta, ti prego... Non andartene..."

Vivere... un'altra voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora