CAPITOLO 12

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Da un banco dell'ultima fila dell'aula di Sociologia, Emma mi chiamò sbracciandosi. Sapevo che anche quella mattina mi avrebbe tenuto un posto, ma non mi sentivo pronta ad affrontare il suo interrogatorio.

Perché ci sarebbe stato un interrogatorio... Lo sentivo...

La conoscevo a sufficienza per sapere che non avrebbe resistito a farmelo. Ero sicura. Ciò nonostante mi feci largo tra gli zaini posati a terra dagli altri studenti e facendomi coraggio la raggiunsi.

"Ciao, Emma. Grazie per il posto..."

"Buongiorno a te... Non c'è di che!"

Poi senza aspettare che mi sedessi cominciò.

"Allora, come è andata ieri con Marco?" era talmente eccitata nel voler sentire la risposta, che per un attimo temetti si stesse agitando troppo.

"Bene" le dissi disinvolta alzando le spalle e tirando fuori dallo zaino i suoi libri, "Tieni! Prima che me li dimentichi" glieli porsi.

Increspò le labbra delusa dalla mia risposta affrettata e mi invitò ad approfondire il resoconto.

"Eee..." la sua era decisamente una domanda, nonostante potesse sembrare solo una vocale...

Rassegnata e desiderosa di farla finita al più presto con la sua inchiesta le risposi.

"E' andato tutto bene..."

Lei aggrottò la fronte contrariata dalla mia riluttanza a farle un resoconto dettagliato.

"Che c'è?"

"Beh... Marco è... Marco! Non può essere solo... è andato tutto bene" esclamò con enfasi.

Sapevo a cosa si riferiva, ma non desideravo si creassero equivoci e così ripresi specificando meglio.

"Non ci ha provato, se è questo che vuoi sapere. Abbiamo solo studiato... E poi non è il mio tipo, te l'ho detto" nonostante non volessi, arrossii pronunciando quella frase.

"Marco è il tipo che vorrebbe ogni ragazza! Non può esserti indifferente!" puntualizzò scherzosamente, alzando le sopracciglia con un risolino.

"Emma, lascia perdere" mi voltai a guardare verso la porta dell'aula, evitando il suo sguardo inquisitore che mi metteva in imbarazzo.

"Oh, mio Dio!" esclamò portandosi una mano alla bocca.

"Che altro c'è?" esclamai allarmata.

"Non dirmi che ti ha baciata?! Lo sapevo!" sbottò all'improvviso elettrizzata, "Tony, me l'aveva detto. Ha un debole per te, si vede..."

"Dio... Emma, no! Ti ho appena detto che non è il mio tipo! Non è successo niente. Ok? E non ha un debole per me! Come ti salta in mente un'idea simile? Sei ridicola!" mormorai a voce bassa guardandomi attorno. L'aula cominciava ad affollarsi e i nostri mi sembravano diventare discorsi un po' meno privati di prima, "Mi fai il favore di smetterla adesso?!"

"Ti prego Elisabeth, raccontami qualche particolare in più..." mi guardava implorante, come se non avessi aperto bocca. Possibile che capitassero tutte a me? Non avrei retto ancora per molto. Prima o poi non avrei più potuto trattenere la pazienza.

Il suo volto imbronciato mi costrinse, mio malgrado, a lasciarla fare sperando la finisse.

"E va bene... Cosa vuoi sapere? Tanto è inutile. Mi sembra di parlare con un muro. Non mi ascolti..." sospirai stremata.

"Dove siete andati a studiare?" continuò curiosa.

"Alla Torre. Va bene adesso?"

Mi guardò, spalancando gli occhi, sbigottita.

Vivere... un'altra voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora