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Canzoni per il capitolo:

Alvaro Soler-El Mismo Sol

Tiziano Ferro- Lo Stadio

È passata una settimana da quando ci siamo trasferiti qui e oggi comincerò la scuola. In questi giorni non ho fatto altro che star chiusa in camera mia a parlare con Alexa e gli altri. Mi mancano da morire e il sol pensiero di non vederli per i corridoi scolastici mi fa venire voglia di prendere un aereo e andare da loro.

Inoltre non ho fatto altro che pensare a ciò che mi ha detto Amber e per quanto possa sembrar strano da dirsi ha ragione. Ho sbagliato e di brutto pure. Se non avessi detto di no ad Isaac forse a quest'ora saremmo qualcosa di più che semplici amici.

Mi alzo dal letto e mi paro davanti all'armadio per indossare qualcosa di decente almeno oggi. Alla fine opto per un paio di jeans neri,una camicetta e una giacca di pelle. Vado in bagno e mi trucco. Applico correttore,matita nera e mascara.

Scendo in cucina e prendo i soliti cereali con latte.

"Pronta tesoro?"squittisce mia madre.

"Come non mai..."dico ironica.

Lei sbuffa e inizia a sgridare Amber che è in ritardo.
Da quando siamo qui abbiamo fatto di tutto per fargli capire che Los Angeles non ci piace ma loro sembrano non comprendere. Dicono che è la città perfetta per noi e che la scuola è fantastica.

La cosa più bella? Io e Amber andremo in scuole diverse,cosa mai accaduta prima. Che nervi! Se potessi farei bruciare questa città insieme all'ufficio di mio padre.

Smetto di farmi film mentali in cui c'è fuoco e la scritta di Hollywood che annerisce e esco di casa. Non riesco ancora a capire se dovrei essere agitata o meno. Sinceramente non me ne frega nulla di quel che penseranno i miei compagni,basta solo che mi lascino in pace.

Arrivo davanti ad un enorme edificio pieno di ragazzi della mia età.

"BENVENUTA ALL'INFERNO,CASSY!BENVENUTA ALLA LOS ANGELES HIGH SCHOOL!"dico fra me e me mentre mi muovo fra gli studenti che mi osservano come se fossi un alieno.

Dopo essermi persa una decina di volte,finalmente arrivo alla segreteria di questa dannata scuola che già odio.
Busso un paio di volte e una volta dentro mi ritrovo una signora scoglionata sulla sessantina che di certo non ama il suo lavoro.

"Desidera?"dice scorbutica.

Accoglienza portami via...

"Sono la nuova arrivata."dico fredda.

"Nome e cognome,prego."squittisce dopo aver sussurrato un "ne abbiamo ogni giorno di nuovi arrivati"

"Cassidy Split."

"Bene,allora se non vuole far cambiamenti seguirà gli stessi corsi che frequentava a New York e adesso le chiamo il ragazzo o ragazza per fare il giro della scuola."dice con molta enfasi,ovviamente scherzo.

"Grazie mille."prendo i fogli e la combinazione dell'armadietto e aspetto l'arrivo di questo fantomatico ragazzo.

La porta si apre una decina di minuti dopo rivelando un ragazzo dai capelli scuri,occhi neri,alto e muscoloso.

"Piacere Mark."si presenta.

"Cassidy ma chiamami Cassy."mi presento gentilmente.

Se devo stare qui dentro un anno almeno non voglio problemi.

Ci allontaniamo dalla segreteria e cominciamo a girare per la scuola. Cavolo,è piena di corridoi,aule e armadietti tutti uguali...non mi ricorderò mai dove devo andare.

"Allora che mi dici di te?"chiede mentre andiamo a vedere l'armadietto.

"Nulla di che...avevo una vita perfetta,detesto con tutta me stessa Los Angeles e ora vorrei essere con i miei amici."dico tutto d'un fiato. Con qualcuno mi dovrò pur sfogare?

"Ti capisco,non vorrei mai ritrovarmi nella tua situazione...qui ho tutto ciò che amo e andarmene è impensabile."

"Giusto...be che mi dici dei prof ?"cambio argomento.

"Pazzi isterici che non ci fanno fare nulla durante le lezioni."
Che bello! Non vedevo l'ora di finire in una scuola per analfabeti!

"Ah...e quanti siamo in classe?"

"Diciotto,otto maschi e dieci femmine."risponde.

Arriviamo davanti alla porta della nostra classe e l'ansia comincia ad impossessarsi di me...piacerò agli studenti ? Mi farò nuove amicizie o resterò sola? E se ci sono persone come Abbey e Amanda?

Senza che me ne renda conto in un attimo mi ritrovo di fronte a diciotto alunni che mi squadrano da testa a piedi. Dire che mi sento in soggezione è un eufemismo...quanto vorrei essere a far fisica con il mio prof sclerato.

"Allora ragazzi lei è Cassidy Split,frequenterà la nostra scuola e nulla adesso siediti accanto a Mark e fate ciò che volete."dice in fretta come se non vedesse l'ora di fare altro.

Mi siedo al mio posto,mando un messaggio ad Alexa poi apro un libro e comincio a leggerlo.

"Ciao."dice una ragazza sconosciuta venendosi a sedere accanto a me.

"Ei..."la saluto. La verità è che non ho nessuna voglia di socializzare,vorrei solo finire questo ultimo anno e tornare a New York.

"Piacere Joy."si presenta. È una ragazza dai capelli biondi,occhi azzurri e un sorriso che non promette nulla di buono.

"Cassy."dico e basta.

"Come mai qui tutta sola?"domanda.

"Non mi va di socializzare..."

"E perché ?"fa uno sguardo compassionevole.

"Perché il mio posto non è questo."mi sfogo. Penso che mi farà bene e anche se questa Joy non sembra una compagnia affidabile è pur vero che è venuta qui a parlarmi.

"E dove sarebbe il tuo posto?"

"A New York con i miei amici."dico cercando di trattenere le lacrime.

"Caspita allora devono essere proprio speciali questi tuoi amici..."constata dandomi un fazzoletto.

"Già,sono unici."ammetto facendo un piccolo sorriso.

"Ti va di parlarne?"chiede.

Inizio a raccontarle dei ragazzi,della mia vita a New York,di Alexa,del trasferimento e le mostro anche alcune nostre foto.

"È incredibile...non ho mai visto un gruppo di amici così affiatati,sembravate molto legati."dice sorridendo.

"Lo eravamo."dico tristemente.

"Senti,so che mi conosci da poco ma...posso darti un consiglio da amica?"domanda.

Annuisco e la incito a parlare.

"Ora che sei qui,devi vivere la tua vita qui...non puoi perderti nei ricordi,devi andare avanti o per lo meno sforzarti di esser felice in questa città,altrimenti non ne verrai mai fuori e nel giro di un mese impazzirai."consiglia.

"Come faccio a esser felice senza la ragione della mia felicità ?"chiedo stranita.

"Fammi indovinare...c'entra un ragazzo?"sorride maliziosa.

"Diciamo di si ma è complicato..."resto vaga.

"Capisco...comunque pensa a quello che ho detto,non avrai diciotto anni per sempre."dice,poi si alza dalla sedia e esce dalla classe.

Io resto qui invece,con lo sguardo perso,a cercare di capire qualcosa di questo casino che è diventata la mia vita...

Remember or Forget?Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon