Recupero

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<Che cosa pensi di fare?!>

Il dito fece una maggiore pressione sul grilletto senza farlo ancora scattare.

<Liberarci di un mostro> e sparò un colpo.

Uno zombie dietro di loro cadde a terra con un foro sull'incavo del collo. Fece per azzannare una sua preda, la bocca aperta da cui uscivano versi e reclami muti di cibo, e una mano che si allungava verso la caviglia di Scarlett.
Richard gli sparò in testa e lo zombie non si mosse più.

I cuori delle due ragazze battevano fortissimi, non lo avevano sentito arrivare. Scarlett credeva, no, era sicura, che avrebbe ucciso Danneel. Lasciò stare lo zombie e guardò confusa Richard.

<Grazie.> gli disse grata. Forse poteva fidarsi di lui.

<Dovere. Ho un debole per le ragazze in pericolo> le fece un occhiolino prima di udire altri versi. Tanti versi.

<Oh, cazzo!>
Erano quasi circondati. Gli zombie scendevano dai treni e cadevano sui binari, si rialzavano e videro i loro prossimi pasti. Loro tre.

<Scappiamo!> con a mala pena due pistole, più o meno cariche, corsero via dalla stazione. Erano tipo cinquantina, forse più.
C'erano pochi treni alla stazione e aprendone le porte, i passeggeri scesero per reclamare cibo.

Per le scale incontrarono alcuni degli agenti della sicurezza.
Richard sparò a tre di loro mentre Scarlett evitò di usare i proiettili.
Aspettò che si avvicinarono e fece loro lo sgambetto. I corpi putrefatti rotolarono giù, rompendosi qualche osso.
Anche se erano ancora vivi, non erano così furbi da pensare di salire le scale.
Passarono per i corridoi con le porte tutte aperte.

Richard stordì uno zombie appostato sotto all'uscio, poi gli ruppe il collo con un sonoro Crack. Rotolò di lato evitandone un altro e conficcò un coltello nella sua rotula. Ormai ginocchio, Richard gli diede una ginocchiata a sua volta in faccia. Il viso vide il soffitto prima di spegnersi per colpa di una coltellata sul cranio.

Danneel fu afferrata da dietro da uno di loro e si liberò con una testata. Del sangue uscì dal naso del non-morto.
Poi lo prese per un braccio, e con tutta la forza rimasta in corpo, lo trascinò dentro una stanza. Buttato dentro, richiuse la porta impedendo che uscisse. I suoi versi si sentivano attraverso la pesante porta di metallo, le braccia si scontravano contro di essa e a volte le unghie graffiavano la superifica che rimase illesa.

Scarlett si diede lo slancio usando la parete e conficcò un coltello sul cranio di una guardia mentre riscendeva con una ruota in aria. Lo estrasse subito per poi lanciarlo su un altro. Il sangue schizzò da tutte le parti, lasciando la superificie brillante della lama. Si abbassò per evitare quello dietro di lei e scivolò sotto di lui arrivandogli dietro le spalle, usò la stessa tecnica di Richard: la rottura del collo.
Un'altra guardia era in arrivo e lei gli chiuse la porta in faccia. Si sentì l'impatto del metallo contro il corpo del morto vivente e poi il rumore della serratura che si chiuse in automatico.

Si lanciarono degli sguardi e ripresero a correre. Nemmeno si fermarono per aprire la porta. La spalancarono con le braccia portate in avanti e con il peso del loro corpo.
Fuori, respirarono l'aria fresca. Li rinfreddolì e rilassò allo stesso tempo.

<Ci serviranno altre armi> si accasciò il ragazzo contro la superficie della parete estrerna della stazione <non possiamo farcela solo con dei coltelli e poche pallottole.>

Scarlett annuì e guardò il cellulare. Era passata già un'ora da quando chiamò suo zio.
<Non è un problema. Presto arriveranno i sopravvissuti e ce ne andremo da quì> disse appoggiandosi di schiena al muro, accanto a lui. Danneel non entrò nel discorso, nè fece domande. Non si sentiva ancora integrata con quelli che erano i suoi salvatori.
Di Scarlett si fidava, non ha dubitato un attimo di lei e non si è preoccupata della sua mutazione.
Al contrario dell'altro.
Un rumore li fece mettere in allerta. Era rumore di un auto in corsa.
Danneel guardò curiosa la strada dalla quale sarebbe passata la macchina tra pochi istanti, una mano la agguantò e la tirò giù.
Dietro ad altre macchine abbandonate, nascosti.
La macchina sconosciuta li superò e solo allora si alzarono per scorgere i passeggeri.

Non ce ne fu bisogno. Il logo della Force spiccava sul nero del furgone.

Scarlett intravide una bambina che si agitava sulle braccia di un agente seduto al posto del passeggero. Occhi blu impauriti incrociarono i suoi freddi.

<Elizabeth!> urlò Scarlett tese una mano verso la fine della strada. L'auto ormai lontana.

<Chi è Elizabeth? > le chiese Danneel.

<Una bambina che deve essere salvata> prese il calcio della pistola e, con forza, sfondò il finestrino di un auto.
Un nuovo modello di quell'anno. Una Mercedes Benz GL450 nera.
La mano aveva appena toccato la maniglia quando un'altra si mise sopra la sua, impedendole di aprirla. Si girò e vide Richard.

<Non andrai a salvarla> le ordinò sicuro.
Lei alzò un sopracciglio, bocca deformata da un ghigno forzato.

<E chi sei tu per ordinarmelo?>

<Nessuno per te. Ma è un suicidio. Forse non hai notato il logo sul furgone.>

<Non è la prima volta che mi scontro con quelli della Force> il suo sguardo gelido squadrò Richard dall'alto in basso, ricordandogli che anche lui era della Force. Aprì la portiera ma Richard la richiuse com uno scatto, sbattendola. Il colpo improvviso fece sussultare Danneel che guardava la scena a qualche metro più indietro.

<Quelli non sono semplici mercenari come me! Sono professionisti. Pedine del capo. Assassini. Vuoi rischiare la tua vita, la nostra vita...> si voltò un secondo su Danneel e abbassò il tono, freddo, rabbioso <...per salvare una comune ragazzina?>

Scarlett gli si avvicinò di molto, un soffio separava i loro nasi. Richard abbassò il viso e lei lo alzò, pochi centimetri li dividevano da un faccia a faccia alla stessa altezza. Forse quei pochi centimetri potevano rendere la ragazza meno minacciosa, ma il suo punto di forza erano gli occhi. Simili a quelli di lui, solo più chiari. Se lui era il cielo notturno, lei era il cielo di giorno. Se lui era l'abisso dell'oceano, lei era il ghiaccio.
<Ogni vita è importante. Se non vuoi salvarla, allora togliti di mezzo> rimasero a fissarsi fino a che Richard non prese una cosa dalla tasca del giubbotto.
I soldi che gli aveva dato Scarlett.
Quest'ultima li guardò confusa quando finirono sulla sua mano.
<Sono migliore di quello che pensi> disse ferito nell'orgoglio <riprenditi i soldi e andiamo a salvare quella bambina. Ti sdebiterai pagandomi una buona birra> finì con un occhiolino che spezzò l'aria tesa, lei si mise a ridacchiare.
Sentì Richard andare nel posto del passeggero e guardò Danneel rimasta immobile fino ad ora. Le sorrise e le fece un cenno sull'auto.

<Tu non vieni con noi?>

La risposta fu una corsa verso la vettura. Avrebbero liberato Elizabeth.

"Ad ogni costo" pensò Scarlett e premette il piede sull'accelleratore.

Ephimeral Brain - Chaos Where stories live. Discover now