La Creatura

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Un cofano volò verso le loro facce  allarmate, spinto da una figura sullo sfondo sfumata e poco nitida.

A loro interessava solo il pezzo dell'auto che schivarono appena in tempo, Scarlett piegando la schiena all'indietro e Richard correndo dietro ad un muro.

Il cofano si schiantò sopra a quest'ultimo infrangendosi contro i mattoni in tanti pezzi di diverse forme e qualche scintilla che finì sulla divisa del ragazzo.

Scarlett si rimise diritta con la schiena.
Assotigliò gli occhi quando vide chi aveva davanti.

"Di nuovo lui."

A quanto pare, la creatura era sopravvissuta alle fiamme. Anche se aveva riportato lo stesso dei danni.

Coperto in gran parte dal muro, Richard osservò per la prima volta un vero mostro. Sconvolto osservava ogni centimetro scoperto da parti mancanti o con i tessuti bruciati. Pensò che assomigliava ad una carne troppo cotta, impossibile da mangiare.

Scarlett invece notò le diversità che, compiaciuta per queste, gli aveva causato.

I tessuti muscolari divennero più scuri di un nero carbone.
Mezza faccia si carbonizzò, lasciando il bulbo oculare in bella vista, ancora fisso al suo posto grazie ai fili di carne nera attorno.

Camminava come se vedesse solo Scarlett, questa iniziò ad arretrare di poco.

Le sue mani  si muovevano lentamente, simili a tentacoli pronti a scattare per puntare le pistole contro il mostro.

Aspettava il momento giusto per scivolare di lato e partire di nuovo, a fuggire dal nemico indistruttibile.

I passi del mostro erano l'unico suono che si percepiva in quel tratto di strada.

Gli zombie uccisi già in precedenza, da chi non lo sapevano, venivano schiacciati sotto il peso del mostro mutato.

Il resto di una testa, aperta con il cervello in bella vista e il sangue che traboccava da tutte le parti, si spiaccicò nuovamente con un sonoro splash.

Il piede si sollevò mostrando i pochi resti del cervello insanguinato attaccati come una gomma da masticare.

I suoi fili si sfilacciarono, sembravano trattenere il mostro che inesorabile, continuava ad avanzare ininterrotto.

<Scarlett> un suono gutturale vibrò all'interno della sua gola. Allarmando Richard e Scarlett.

Gli artigli si mossero impercettibilmente prima di sollevarsi e prepararsi a colpire.

Scarlett piegò appena le ginocchia pronta a scivolare di lato.

Le lame incontrarono il vuoto.

Il mostro si girò appena nella direzione della ragazza che doveva terminare.
Scappò via insieme a Richard mentre gli occhi morti del mutante non li perdevano di vista.

<Frequenti sempre questa bella gente?!>
chiese con il respiro affannato e gli occhi che sbirciavano indietro.

<Risparmia il fiato e corri! Dobbiamo farci venire in mente un piano!> rispose urlando mentre la sua mente cercava una soluzione contro quel mostro.

Nessuna idea. Nessuna arma che potessero usare su un corpo indistruttibile e nessuna via di scampo. Solo correre fino allo sfinimento.

Il mostro acquistò terreno. Richard, notando ciò, gli sparò mezzo caricatore nella carne rovinata.
Le sue spalle e parte del torace arretrarono mentre il resto del corpo restava dritto.

Richard vide, con gli occhi spalancati, i tessuti muscolari inghiottire le pallottole, fiotti di sangue uscire dai multeplici fori da lui causati. Ma ancora in grado di camminare.

<Si può sapere da dove sbuca quel coso?!>
urlò raggiungendo la mora.

<Uno dei nuovi gadget dei tuoi capi della Force!>

Incapparono in diversi vicoli vicino a bar,  negozi di tatuatori o a strip club. Le strade erano sporche dalla spazzatura.

Con disgusto, Scarlett osservò degli zombie femmina, dai vestiti succinti che più che coprire scoprivano.
Zombie-prostitute.
Una volta finita quella storia ci riderà sù.

<Che peccato per quei magnifici corpi> disse tra sé e sé il ragazzo dopo aver dato una sbirciata agli zombie, immaginando nella sua testa i loro aspetti originari.

Scarlett lo sentì e gli intimò di muoversi.

Svoltando un angolo, si ritrovarono alla fine del vicolo.

<Cazzo!> urlarono in coro guardando con astio il muro davanti a loro.

Le armi scattarono contro il mostro lontano circa 7 metri.
Richard con due 9 mm e Scarlett con la doppietta.

I respiri erano spezzati, le tempie imperlate di sudore e le braccia appena tremanti. La mira dondolava pericolosamente uscendo dalla sagoma, che passo dopo passo, copriva sempre più la loro visuale.

Le pistole vomitarono proiettili, uno dopo l'altro.  I caricatori vuoti venivano gettati via e sostituiti da altri pieni che subito fecero la fine dei precedenti.

Il mostro si fermò, ricevendo in pieno tutti quei colpi. La maggior parte finita sul torace, l'addome e nelle cosce.
Questi punti iniziarono ad assumere una forma anormale, storta. Con le carni che si staccavano da quella sottostante.
Gli occhi fissavano inespressivi i due agenti. Ma loro non se ne curarono, impegnati a distruggere pezzo dopo pezzo ogni singolo tessuto del corpo mutato.

Simultaneamente,  le pistole di Scarlett e il mitra di Richard finirono i colpi.
Guardarono le loro armi scariche con il cuore a mille.
Si scambiarono uno sguardo d'intesa dopo averlo fatto passare per un istante sul mostro riprendeva a camminare, seppur in maniera scomposta.
Ora assomigliava di più ad uno zombie troppo cresciuto.

I due impugnarono dei coltelli, uno stretto nella mano destra di Richard e due da Scarlett.

Non sentivano altro che il battito dei loro cuori frenetici, impazziti, uniti ai passi della creatura.

La sua ombra li investì e il braccio si sollevò.

Loro non avevano molto spazio per schivare. Si prepararono al peggio quando inaspettatamente la creatura si fermò di colpo.
Divenne una statua.
Le sue corde vocali produssero un unico suono: <Sospensione> e cambiò direzione. Lasciando due ragazzi esausti accasciati contro la parete umida e sporca.

<Ma che è successo?> Richard rinfoderò il pugnale. Si volse a Scarlett ancora con le mani strette attorno ai suoi coltelli da lancio, tremanti così come il suo corpo.

<Non... lo so. Ma... ci è andata bene> il suo fu un insieme di sussurri spezzati da pause. Richard annuì e rimasero un attimo a riprendere fiato.

<Servirebbero altre birre.>
Scarlett alzò un sopracciglio, limitandosi ad un muto commento.

Ora che non avevano più quel mostro a darle la caccia potevano raggiungere la metropolitana.

"Chissà come stanno gli altri. Se sono già arrivati alla metro. Devo affrettarmi!"

Non sapeva che loro due sarebbero arrivati primi...

Spazio autrice:
Ho visto che la lettura è un po' fastidiosa visto che ho scritto piuttosto appiccicato quindi ho fatto questo esperimento staccando a volte le frasi.
Che ne dite? Meglio?
Al prossimo capitolo ;)

Ephimeral Brain - Chaos Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora