Verso la stazione

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Marcus aggrottò la fronte. Questa veniva spezzata dalle rughe così come il solco delle sopracciglia.
Aprì gli occhi lentamente, non vide nulla. Era tutto troppo sfocato. Troppo confuso.
Vide l'immagine di un uomo voltato di spalle, dopo questi si avvicinò fino a arrivare ad un palmo dal naso.

<Marcus, era ora!> la voce sembrava provenire da lontano.

La vista iniziava pian piano a diventare più nitida. Il corpo a reagire e la mente a ricordare che cosa era accaduto.
Girò la testa vide mezza faccia di zombie. C'era solo la parte destra svuotata dal resto. Era come una ciotola piena di sangue.

Marcus scattò all'indietro e poi diede un colpo alla testa dello zombie.
Il calcio della pistola fece rotolare la mezza testa.

"Mi ha fatto prendere un colpo."

Guardò il suo amico Bill che lo fissava preoccupato. Gli chiese di nuovo se riusciva a muoversi.

Marcus fece sì con la testa e si issò sulle mani quando una fitta alla gamba lo fece imprecare nella sua lingua d'origine.

<Sei ferito alla gamba.>
<L'ho sentito, amigo> ribattè Marcus facendosi aiutare dall'amico ad alzarsi in piedi.
Abbassò lo sguardo per vedere meglio la ferita. Lo aveva colpito di striscio ma era lunga più di dieci centimetri. Partiva dal ginocchio e saliva su in diagonale verso la parte esterna della coscia.

<Bien. Un'altra cicatrice da guerra. Mia moglie le adora> disse sarcastico strizzando un occhio a Bill che scosse la testa. Un sorriso comparso su entrambi i loro visi. Zoppiccarono con non poca difficoltà fino a Jeysen.
Appena risvegliatosi anch'esso.
Vennero raggiunti dalla squadra Delta, Chuck e Declan.

<Dobbiamo salvare Elizabeth> la voce di Jeysen era poco convincente così come le sue condizioni. Era seduto a terra, schiena incurvata di lato e una mano a reggersi la spalla ferita.

<Scusa amico ma non ci convincerai ridotto in questo stato> ridacchiò Jacob.
Jeysen lo guardò male dal basso. Si mise in ginocchio e si alzò.

<Non possiamo fare niente.> Jeysen guardava Clark, dispiaciuto quanto lui. Come tutti.
<Dobbiamo continuare la missione> riprese a parlare <salvarci. Almeno noi> Clark fece passare lo sguardo su ognuno di loro. Tutti erano determinati a svegliarsi da quell'incubo.

Bill strinse un pezzo di camicia attorno alla ferita di Marcus e si misero tutti in marcia.

Uno squillo. Due squilli. Tre squilli. Poi la voce di Scarlett.

<Zio?>
<Scarlett! Fortuna che sei viva. Temevo ti avesse uccisa quel mostro...> sospirò di sollievo. I battiti del cuore si apprestavano a tornare normali.
<Lo avete rivisto?> chiese l'affanno.
Bill affermò: <Sì, ha rapito Elizabeth e abbiamo incontrato Alexandra Cavendish, il capo della Force in persona> la informò sarcastico.

Delle imprecazioni si sentirono dall'altro capo del telefono mischiati ai suoi ansimi spezzati dalla corsa.

<Dove sei?> le chiese mentre vedeva il suo amico sorretto dal capitano Clark.
<Sto andando alla stazione. Ci si vede lì> e richiuse la chiamata.
<Scarlett?> Bill guardò lo schermo del telefono con un sopracciglio alzato e raggiunse gli altri.
<Andiamo. Non voglio arrivare dopo di lei e farmi dare del "vecchio"!>

In una piazza_
Richard e Scarlett lanciavano coltelli agli zombie per poi superarli. Si fermavano solo per abbassarsi ed estrarre i pugnali dai crani. Le armi scarseggiavano ormai e usare sempre e solo coltelli non era il massimo contro un gran numero di non-morti.

"Fortuna che non ne becchiamo più di quattro alla volta" pensò Richard.

Sbucarono in una piazza dove un gran numero di zombie si stava accerchiando attorno ad una piccola figura. Una ragazza considerano i capelli lunghi, spettinati e castani.
Un buco tra gli zombie mostrava il corpicino fragile della prossima vittima.
Il viso nascosto dalle mani tremanti e dai capelli.

Non erano più di dieci zombie.
Scarlett e Richard si lanciarono uno sguardo di intesa e poi iniziarono a lanciare tutti i coltelli che avevano a disposizione.
In meno di un minuto tutti i corpi caddero, alcuni con più coltelli ficcati nelle carni.

Scarlett si piegò per estrarre un coltello di Richard.
Si avvicinarono alla ragazza, ancora con il volto celato.
Scarlett tese il coltello a Richard che ripose nella fondina.

<Stai bene?>
<Andate via>
<Prego. Non c'è di che> disse ironico Richard. Stizzito per la mancanza di gratitudine. Si stava già pentendo di averla aiutata, insomma, era un mercenario praticamente. Un uomo che agiva per soldi. Lui non salvava la gente, non la proteggeva usando il proprio corpo come scudo umano. No, lui uccideva il nemico e così salvava persone impegnate in loschi affari.

<Ora sei al sicuro> la mora allungò una mano verso di lei.
La ragazza scosse la testa.
<Voi non siete al sicuro> disse con la bocca coperta dalle mani.
<Siamo sopravvissuti fino ad ora. Un minuto in più non cambia> ghignò Richard.
<Non lo siete stando vicino a me> tolse le mani dal viso, i capelli ancora davanti alla faccia sconosciuta <sono una di loro> e si scostò le lunghe ciocche.
Scarlett e Richard spalancarono gli occhi. Lui fece un passo indietro, la mano scattata verso il coltello.

La faccia era metà scarnificata. Aveva dei pezzi staccati dove i tessuti muscolari e pezzi di ossa si intravedevano sotto di essi.
Le iridi degli occhi non si potevano distinguerne il colore a causa della notte.
La pelle era cadaverica, porcellana, perfetta. Senza nessun morso.

Loro non capivano. Pensavano su cosa fare con lei. Non era stata contagiata o forse non del tutto. Resta il fatto che era uno zombie, almeno per metà anche se preservava i comportamenti degli umani. Parlava e provava emozioni.

"Questo basta per essere umana"

La mora si tolse la giacca blu e la appoggiò sulle spalle scoperte della ragazza ancora rannicchiata per terra. Indossava un vestito bianco sporco. Gki zombie si erano avventati su di esso strappando parte del tessuto.

<Che fai?! È una di loro. Dobbiamo ucciderla prima che si cibi di noi!> disse afferandola rudemente per un braccio.
Lei gli rivolse uno sguardo di fuoco. Decisa a salvare quella vita.
Sotto questo lato era l' opposto di lei. Lei lo faceva per il bene delle persone ancje se il suo carattere menefreghista nascondeva una grande bontà d'animo.
Lui solo se veniva pagato, per avere qualcosa in cambio.

<Lo so che non è il tuo modo di agire quindi...> prese delle banconote dal portafoglio rimasto nella tasca dei jeans, e gliele lanciò sulla mano.

<Ti pago per portarla con noi> si girò per aiutare la ragazza, sbalordita per la scena che le si era presentata davanti.

Richard si girò i soldi tra le dita, li mise in un taschino del giubbotto anti-proiettile.

<Come ti chiami?>

<Danneel Hannings> rispose finalmente in piedi con le poche forze che le rimanevano in corpo.

<Raggiungiamo la metro e lasciamo questo posto del cazzo!> le due superarono Richard, ancora poco convinto, la mente che si faceva un'esame di coscienza.
Marciò dietro di loro,attento, per proteggerle.

Ephimeral Brain - Chaos Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang