27.

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Scendo dall'auto, pensierosa. Perché si è ubriacato? Non faccio neanche in tempo a suonare il campanello, che Niall apre la porta. Sembra avere il superudito.
«Oh eccoti, finalmente.», sussurra, sfiancato.
«Cos'è successo?», chiedo preoccupata.
«Oh niente, tranquilla: semplicemente ha bussato alla porta, mi ha distrutto mezza cucina, ha vomitato due volte, si è sdraiato sul divano e non ha fatto altro che dire parole incomprensibili su una ragazza.»
«Ragazza?»

Niall annuisce. «Non ho capito niente se non la parola mostro.»
«E adesso dov'è?», chiedo.
Non mi piace per niente la situazione: o parla di me, chiamandomi in quel modo, o frequenta un'altra ragazza. Non adesso, Harry.
«Sta dormendo sul divano.»
«Da quanto dorme?», mi viene da piangere.
«Da quando ti ho chiamata.», risponde.

Sospiro. «Cavolo Niall, io non so più cosa fare...», abbasso lo sguardo.
«Vedrai Cloe, appena saprà di essere padre tutto si aggiusterà.», il biondo mi accarezza il braccio, mentre io poggio la mia testa sulla sua spalla. «Eppure sta dimostrando il contrario, Nì.»
È da tanto che non lo chiamo in questo modo.
Lui mi abbraccia. «Ehi, ti aiuterò io.»
«Ma tu hai anche la tua vita, non voglio trascinarti!»
«Ehi, non ho la ragazza, lavoro poco, sono quasi sempre solo. Mi fa anche piacere aiutarti.», ci guardiamo negli occhi.
«Sei il migliore, Niall. Grazie.»

«Dai, ora vai a svegliarlo.», mi chiede il biondo.
Ho paura, quando mi avvicino ad Harry. Paura che tutto possa cadere. In questo momento tutto il mio mondo sta vacillando: amo così tanto Harry, che ho paura di ferirlo dicendogli di essere incinta.
Mi spaventa così tanto il pensiero di dover crescere suo figlio senza di lui, che non riesco davvero a dirglielo.

«Harry», gli accarezzo la fronte in modo dolce. Poco dopo lui apre gli occhi: mi incontra subito.
I suoi smeraldi creano contatto con i miei. Gli do il tempo di connettere, ma dopo qualche minuto di intenso sguardo, non ha ancora detto una parola.
Si lascia semplicemente toccare. Vorrei che i suoi occhi potessero parlare, perché in questo momento sono così tesa che non riesco a decifrare niente.

Prende un respiro più forte, poi soffia: «Ti ho cercata per così tanto.»
Io guardo Niall, preoccupata: mi stava cercando?
Il biondo alza le mani e scuote la testa, come a dirmi che lui non ne sa niente.
«Cosa significa?», gli chiedo, una volta rigiratami. Harry non mi ascolta e si alza, barcollando.
Mi viene da piangere: l'ho visto così tante volte ubriaco in questo ultimo periodo, che mi chiedo se abbia ancora voglia di stare con me.
Sospiro, affranta, poi parlo: «Andiamo a casa, Harry.»
Salutiamo, -se quello del riccio si può definire un saluto-, Niall e andiamo in macchina. Sono stanca e Harry è un armadio: evviva la vita.

Il viaggio verso casa è silenzioso, eppure il ragazzo accanto a me non è addormentato.
«Perché ti sei ubriacato?», gli chiedo, calma.
«Non te lo voglio dire. Perché tanto qua ci teniamo i segreti.», la sua voce trema sia a causa dell'alcol sia a causa dei suoi sentimenti.
Fermo l'auto nel parcheggio di casa nostra e lo faccio entrare in casa: solo qui posso finire la discussione.
«In che senso, scusa?», sibilo inviperita.
«In quale senso, secondo te?»

Si siede sul divano, mentre io lo guardo storto: «Cosa stai insinuando?», alzo la voce.
«Ho la sensazione che tu mi nasconda qualcosa! Che non mi voglia più accanto! E declini i miei appuntamenti, e sparisci senza che io sappia dove vai-»
«Io sparisco senza avvisare?», urlo.
«Sì», urla lui di rimando, «e per di più non mi dici mai niente! Ti devo tirare le parole fuori dalla bocca!», delle lacrime iniziano a bagnarmi le guance: sia perché sono arrabbiata, sia perché in parte ha ragione.

«Non sono io che sono tornata a casa più volte ubriaca!», lo indico, con la voce affogata dalla rabbia e dal pianto.
«Non piangere come una bambina, Cloe! Anche tu hai fatto delle stronzate!», si passa una mano sugli occhi. È evidentemente arrabbiato.
«Io avevo una ragione almeno! Avevo una ragione per fare delle stronzate! Dimmene una, delle tue! Una!», lo guardo, ansimando.

Sono in preda al pianto.

Lui sta zitto, non pronuncia una parola. Mi guarda e basta.

Il mio sguardo si abbassa, come attratto dal terreno: annuisco, sorridendo. «Vaffanculo.»
Ed esco. Io stasera dormo da Niall, non mi importa se Harry sta male, se è ubriaco, se cade e si fa male. Sono a pezzi.

Arrivata a casa di Niall, suono il campanello, con le lacrime che scendono copiose, il trucco sbavato e il freddo fin dentro le ossa.

Lui, lui mi ha distrutta.
Il nostro amore ci ha distrutti.

ARGUMENTS!

Auguri in ritardo Haroldo!
E sono 23!!

Come sono cresciuti in fretta :(
Io no, bene.

Sono riuscita almeno ad aggiornare quindi it's all food and a little less good.
Sono davvero messa male: sono piena di verifiche settimana prossima!! :(

Votate e commentate!
Per favore, passate a leggere Dark Minds, poi non rompo più lo giuro!!

His Life - Sequel Of His Prey //H.S//Where stories live. Discover now