21.

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Rispondete alla domanda nel mio spazio autrice? Grazie. Buona lettura.

«Cloe, sei abbastanza invidiabile!», Eva mi viene incontro, mentre entro negli uffici dove lavoro. «Sì, immagino l'onda di invidia che colpisce l'umanità nei confronti di Cloe Ray, una giovane ragazza incinta che non come spiegare il fatto al proprio ragazzo.», roteo gli occhi, «Folate di invidia!»

«Harry è passato qui, verso l'ora di pranzo.», mi blocco. Cazzo cazzo cazzo.
Io ero dalla dottoressa!
«E?» la guardo negli occhi, sperando nel bene di Dio verso la mia persona.
«E niente. Era solo vestito di tutto punto con un mazzo di rose in mano per te.»
Mi vorrei prendere a testate: perché io attraggo le sfighe peggio di una calamita con il metallo?

«Ha creato un tale scompiglio tra le donne di questo palazzo! Dovevi vedere: tutte gli tiravano un'occhiata, e quelle dei piani più alti sono scese con la scusa della pausa pranzo solo per vedere se la voce -che si era sparsa velocemente come la peste tra le colleghe- che ci fosse in pratica un modello al primo piano fosse vera!»
La guardo incredula: «E tu come fai a sapere tutto questo?»
Eva alza le spalle: «Mi hanno chiamato tipo cinque colleghe dicendomi la stessa cosa. Ah, sai che anche Grace Pembert moriva dall'invidia, appena ha saputo la notizia che lui fosse il tuo ragazzo?»

«Grace Pembert? Davvero?», sorrido. Quella donna (ha praticamente la mia età) è una di quelle snob, che si crede superiore a qualsiasi forma vivente di sesso femminile presente nella Terra, e pensa di poter conquistare ogni uomo. E nella maggior parte dei casi ce la fa.
È questo che mi dà fastidio: le dai la bellezza fisica ma l'intelligenza di una scarpa, perché aiutarla ancora, se nel suo mondo crede di essere perfetta?

Sorrido in ogni caso: il pensiero di quella ragazza invidiosa nei miei confronti mi fa provare un piacere immenso. «Vado a lavorare.» annuncio, dopo aver preso il mio mazzo di rose.

Tiro fuori le chiavi di casa: dopo la sorpresa del riccio ho lavorato davvero molto bene. Quando apro la porta trovo un Harry, sfinito sul divano. «Ehi», gli rivolgo dolcemente.
«Ciao.», risponde lui, leggermente imbronciato.
«Che succede?», mi siedo vicino a lui sul sofà, e in tutta risposta Harry si allontana da me.

«Niente.»
«Harry.» lo guardo negli occhi. Lui come un bambino costretto dalla madre ricambia: noto tutta la sua amarezza, tristezza e anche rabbia. «Che succede?», gli richiedo, questa volta senza spezzare il contatto tra i nostri occhi.

Lui guarda per terra. «È che» percorre tutta la strada dal pavimento al mio viso, «oggi volevo farti una sorpresa,» punta le sue pupille sulle mie «Ma tu non c'eri.»
Io lo guardo e sorrido, poi cominciò ad accarezzargli i capelli, con molta dolcezza. «No, non c'ero. Ero dal dottore, non ti ho avvisato. Mi dispiace.»

Adesso noto la colpa nei suoi occhi. Trasmette così bene le sue emozioni. «Ehi», lo richiamo. «Non ti preoccupare. Grazie per le fantastiche rose»
La sua espressione di trasforma in un debole sorriso, poi mi dà un bacio. «Ti amo Cloe.»
Non appena le sue labbra si staccano dalle mie, per poter pronunciare quelle parole, nella mia bocca rimane un sapore dolce. «Anche io.»

«Ho fame.», asserisce lui, mentre il suo stomaco brontola.
«Ci cuciniamo qualcosa?»
Lui sorride, perché sa che, dopo aver messo sottosopra la cucina, ci mangeremo un piatto semplicissimo.
«Certo.»

«Sai che una ragazza, non appena sono entrata nell'ufficio e ho detto a chi fossero destinati, stava per mettersi a piangere?», ride lui.
«Ah sì?»
«Te lo giuro! Dato che la segreteria mi ha detto che eri uscita, questa ragazza mi ha detto "Ma questi fiori sono per Cloe Ray?"», scoppio a ridere perché la sua imitazione è uguale.
«E io gli ho risposto di sì, allora lei con fare un po' malizioso e consolatorio, appoggiandosi al bancone ha detto "E in quale occasione? Questo sarebbe il terzo appuntamento?"»
Oddio, perché non l'ha strangolata?
«Al che io ho risposto "No, in verità è il terzo anno di fidanzamento. Vorresti avere un ragazzo che dopo tre anni ti porti ancora le rose, vero,?" E lei è rimasta di sasso.»

Mi trattengo la pancia perché se rido ancora un po', penso che questa possa sul serio cominciare a vivere vita propria e rimproverarmi.
«Sei fantastico Harry!» gli corro incontro.
Lui mi prende in braccio e gioca con me come fossi un bambino (non mi sono lasciata allo sconforto, mi sono goduta la gioia del momento).
Quando mi sta per poggiare sul tavolo però, mi fa sbilanciare, e se io non avessi messo la mano sulla superficie a proteggermi, sarei caduta.

Ecco. L'unico problema è che ho messo la mano su un pacco di farina chiuso, che doveva essere messo al suo posto quando l'ho comprato.
Quindi il sacco è praticamente scoppiato, imbiancando entrambi. Quando la polvere è abbassata abbastanza da permettermi di vedere, Harry ha i capelli completamente bianchi, immagino anche la schiena. Io tutta la maglia, perché lui non è chino su di me, quindi non mi ha riparata.

Non appena lo vedo, scoppio a ridere, mentre lui mi segue poco dopo. Gli passo una mano tra i capelli, facendo cadere altra farina sulla mia maglia.
Harry mi fa tornare in piedi, dopodiché cerca di pulire la mia maglia, prima nera. Pff, che pervertito.

«Che ne dici se ci ordiniamo una pizza?», chiede lui, dopo un po'.
«Margherita. Vado a farmi una doccia, ho la farina in praticamente ogni buco.», urlo, salendo le scale.
«Ehi, aspettami!», grida, componendo il numero.
Io intanto cerco di sbrigarmi il più possibile, per stuzzicarlo.

S C U S A T E.

Ritardo? Dove?
Spero vi piaccia il capitolo!

Votate e commentate, perfavore?

La domanda è: questa copertina vi piace, o secondo voi dovrei metterne un'altra?

FATEMI GLI AUGURI, OGGI È IL MIO COMPLEANNO!

His Life - Sequel Of His Prey //H.S//Where stories live. Discover now