Capitolo 27

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PAIGE

«Alec, per l'amor del cielo svegliati! Ho lezione tra quaranta minuti.» sbuffai strattonandolo ancora.

Ci rinunciai quando infilò la testa sotto il cuscino mugugnando e tentai, così, di recuperare le mie cose e di tornare al mio appartamento dato che il famoso cappuccino che avrebbe dovuto portarmi Alec a quanto pare era ancora al bar ad aspettarmi. Fortuna che si sarebbe svegliato presto...

Sbuffai ancora e mi alzai guardandomi intorno nella stanza semibuia alla ricerca del mio reggiseno, il quale era stato disgraziatamente lanciato chissà dove la sera prima dal ragazzo che dormiva ancora.

Lo adocchiai penzolante sull'armadio e lo guardai perplessa per qualche secondo come se potesse raggiungermi da solo, cosa assai improbabile. Di certo non l'avrei preso io perché si trovava troppo in alto, così ci rinunciai ed indossai il resto delle cose che –per mia fortuna- si trovavano a portata di mano. Mi sedetti al fianco di Alec e lo guardai dormire beato, alzai gli occhi al cielo divertita e gli diedi un rapido bacio sulla schiena, prima di uscire e rientrare nel mio appartamento.

Sia Mia che Kayla erano già in piedi e stavano aspettando me per una bella ramanzina, a quanto pare.

«Paige, santo cielo, dove sei stata tutta la notte?» sbraitò Kay incrociando le braccia al petto.

«Mi hanno rapita gli alieni e mi hanno inserito un dispositivo di autodistruzione nel collo...» dissi sogghignando.

Mi chinai per salutare Regen, il quale a quanto pareva era l'unico davvero felice di vedermi, e guardai le mie amiche con un sorrisetto. Ero troppo di buon umore e nemmeno la loro paternale avrebbe potuto dissuadermi «Ho dormito da Alec: il suo letto è davvero comodo, dovremmo comprare un materasso così anche noi, Kay.»

Mi rialzai e camminai canticchiando verso la mia stanza, dove indossai qualcosa di più consono per partecipare ad una lezione e mi sistemai i capelli ancora scossi dalla nottata passata in compagnia di Alec. Al solo pensiero divenni rossa in viso. Mi presi il mio tempo per truccarmi e decisi che, con quei jeans bianchi e la camicetta dalle varie tonalità di blu in una fantastica fantasia, avrei potuto abbinare le Vans celesti. Le infilai zampettando di qua e di là per la stanza e, quando fui pronta, presi alcuni libri che mi sarebbero serviti per la giornata e raggiunsi le mie amiche.

«Forza, non voglio arrivare in ritardo.» le spronai, uscendo di casa e cominciando a scendere le scale.

«Sei davvero strana oggi, Paige. Sei sicura che non sia successo qualcosa?» mi chiese Mia, estraendo dalla borsa di Louis Vuitton le chiavi dell'auto.

«Nulla di grave, state tranquille. Sono solo felice, tutto qui. Non posso essere felice?» domandai accomodandomi sul sedile del passeggero. Allacciai la cintura e controllai il cellulare: eravamo perfettamente in orario e ci sarebbe stato anche un po' di tempo per fermarci ad un bar, così lo feci presente a Mia, la quale accettò con piacere la mia proposta.

Ci accomodammo ad un tavolo ed ordinammo subito.

«Allora, cara... spiegaci un po' qual è il nome di tutta questa felicità.»

Guardai Kayla negli occhi solo per un istante, prima di sentire il cellulare suonare nella tasca. Lo tirai fuori e sorrisi quando vidi il nome di Alec sullo schermo. Risposi.

«Pronto?»

La sua voce era più bassa di un'ottava, si sentiva chiaramente che si fosse appena svegliato «Mousse, non fare mai più una cosa del genere, ti è chiaro?»

«Di che parli?»

Nel frattempo arrivarono le nostre ordinazioni, io cominciai a bere il mio cappuccino fumante.

SORRIDIMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora