Capitolo 10

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PAIGE

Le settimane che si susseguirono furono abbastanza intense, ma passarono anche molto velocemente a causa del fatto che mi impegnavo molto con lo studio e che il lavoretto che mi ero trovata per risparmiare al fine di permettermi finalmente di sostenere il pagamento di un affitto di un appartamento mi tenevano molto occupata. E poi c'era anche da dire che passare i sabato sera a guardare i film di Harry Potter con i ragazzi era diventata come una tradizione. In quei pochi mesi, tutti i ragazzi si erano trasferiti in appartamenti non troppo distanti dai vecchi dormitori, così anche a me cominciò a balenare in testa l'idea di trasferirmi, essere più autonoma e tutto il resto, e poi grazie al lavoretto nel negozio di dischi che avevo trovato, ero riuscita a risparmiare qualche cosina.

Quando chiamavo casa, Peter e Pacey mi ricordavano che mancavano pochi giorni al mio rientro per le feste di Natale, ed io non vedevo l'ora di rivederli e riabbracciarli.

«Paige, oggi sei abbastanza assente, c'è qualcosa che non va?» mi domandò Mia passandomi davanti per recuperare la giacca color panna.

«Sì, stavo solo pensando.» risposi, per lo più continuando a giocherellare con gli anelli che portavo alle dita.

«Anche io pensavo, e sai che idea fantastica mi è venuta?» chiese emozionata, ma non aspettò una qualsiasi mia reazione che continuò «Ho pensato: il prossimo anno dobbiamo trovarci un appartamento, giusto? Giusto. E allora perché non ce ne troviamo uno insieme?»

Alzai lo sguardo sul suo e mi crucciai. Averla come coinquilina ancora per i prossimi anni? Sarebbe stata una cosa positiva? Tutte le sue strane manie di perfezionismo, di puntualità e di stile? Insomma, una Mia pacchetto completo.

Poi però pensai anche che se non mi fossi trovata una coinquilina sarebbe arrivata a vivere con me una perfetta sconosciuta ed avrei dovuto ricominciare tutto da capo.

«Mi sembra una buona idea.» annunciai in fine.

In fondo, quella ragazza non era tanto male.

«Ottimo!» esclamò battendo le mani «Ora però dobbiamo muoverci, perché la partita comincia tra undici minuti e noi ce ne metteremo più della metà per arrivare là.» ecco, quando faceva così spesso mi veniva voglia di strozzarla.

«Sono pronta, andiamo.»

Ci incamminammo verso il palazzetto dove si sarebbe tenuta la partita e per la strada incontrammo Renae e Taylor, entrambe intente a discutere su qualcosa che sinceramente nemmeno mi importava, così non entrai nei loro discorsi come invece fece Mia e mi concentrai piuttosto su quel moro che, non appena ci vide, cominciò a sorridere.

Dovevo ammettere che persino il mio rapporto con Alec stava pian piano migliorando, e giorno per giorno me ne meravigliavo io stessa.

«Siete arrivate finalmente! Vi ho tenuto i posti in prima fila, così vedrete meglio come li distruggiamo.» esclamò il ragazzo una volta che fummo tutte accanto a lui.

«Che gentile Alec, non avresti dovuto.» cinguettò Renae.

Quella ragazza era strana, non mi andava subito a genio e, sinceramente, credo che nemmeno io le stessi troppo simpatica. Forse perché, dato che era palesemente innamorata di Alec, pensava che gliel'avrei rubato.

«Tutto per le mie donne.» ammiccò, per poi passarmi un braccio attorno alle spalle che tentai in tutti i modi di togliere.

«Le distanze di sicurezza.» sbottai prendendo con una mano la sua ed allontanandomi.

Ma, ovviamente, lui non me lo permise perché faceva sempre di testa sua e non fosse mai che potessi fare qualcosa autonomamente.

Mi trattenne la mano e mi trascinò con lui all'interno della palazzina «Mi lasci?» chiesi stufa, ma lui non sembrò ascoltarmi e continuò a trascinarmi fino a che non oltrepassammo le porte rosse dell'edificio.

SORRIDIMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora