Pain

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Quella notte ebbi ancora degli incubi, e il centro di tutto quello era Madison, dato che continuavo a rivedere il suo cadavere in quella stanza buia.

Così tanta bellezza sciupata per un errore di percorso, di fiducia data alla persona sbagliata.

Era tutta colpa mia e di nessun altro.

Sapevo che dovevo metterci più impegno per convincere gli altri, che non avrei mai dovuto lasciarla andare.

Mi risvegliai che erano solo le sei, e per questo decisi di passare una buona mezz'ora sotto la doccia.

Speravo che mi avrebbe aiutato a rilassarmi un poco, ma sbagliavo, niente era cambiato.

Andai a scuola in anticipo di tre quarti d'ora, restando seduto sulla mia jeep scassata a fissare l'entrata dell'edificio senza pensare a nulla di preciso.

Continuai a tenere lo sguardo fisso fino a quando la gente non iniziò a popolare la Beacon Hills High school e un leggero ticchettio sul finestrino mi fece risvegliare dai pensieri.

Vidi subito il viso tondo di Cara fissarmi, mentre a pochi passi da lei Mason stava già borbottando qualcosa contro di lei.

Scesi dall'auto e subito "Che brutta faccia." commentò la bionda, guardando le mie condizioni.

Non le risposi, iniziando a camminare verso la scuola con lo sguardo basso, ma sapevo che i gemelli non mi avrebbero lasciato stare e infatti "Stiles, che ti prende?" chiese Mason.

Scossi le spalle, aprendo il mio armadietto e prendendo il libro di scienze "Sono stanco, non ho dormito bene."

I gemelli si guardarono, ed immaginai che stessero usando uno strano modo telematico per parlare, ma loro non sapevano dei miei incubi e perciò non potevano capire.

"Vado in classe." Annunciai, ma Cara non demorse "Anche io ho scienze, ti faccio compagnia."

Si sedette al mio fianco, iniziando a fissarmi mentre io continuavo a guardare con costanza un punto indefinito davanti a me.

Avvertivo il calore del suo corpo arrivare al mio oltre i suoi vestiti leggeri, e i capelli biondi avevano uno strano odore di cocco.

Sospirai, voltando la testa verso di lei per dirle di smettere di osservarmi, ma lei mi superò chiedendomi un "Era bella vero?"

Rimasi di marmo, soprattutto perché una delle regole principali che i miei amici avevano istaurato alle mie spalle era di non parlare mai, e dico mai, di Madison, e quella domanda mi trovava impreparato.

"Si, lo era." Dissi, semplicemente, ed era la pura verità.

Lei sorrise, mettendo in mostra una fossetta sulla guancia sinistra, al contrario di Mason che l'aveva su quella destra, e iniziò ad arricciarsi i capelli con le dita con uno sguardo sognante, come se ricordasse dei bei tempi passati "Quando eravamo più piccole, Meds sembrava un brutto anatroccolo con quegli occhi così grandi e i capelli messi peggio di un cespuglio. Ricordo che una volta litigammo perché il bambino che le piaceva aveva detto che ero io la sua fidanzata, e lei ci rimase molto male."

Sospirò, e sentii la sofferenza crescere nella sua voce cristallina "Poi siamo cresciute, e lei è diventata bella, intraprendente, una forza della natura. Io so che tu pensi che di averla conosciuta bene, ma ti assicuro che quella ragazzina fragile e persa non era la vera Madison."

Non risposi, anche perché avevo ricevuto così tante informazioni che la mia mente aveva difficoltà a riordinarle.

La Madison che conoscevo era debole, paurosa e sensibile.

Rebirth {s.s}Where stories live. Discover now