Capitolo 23.

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Ciao dopo un pomeriggio intero dove sono stata a pensare di come era meglio continuare la vita di Cristal solo alla sera mi e venuta l'illuminazione e quindi spero che il capitolo vi piaccia.

LA NOSTRA CASA

Sento la testa pesante e vedo tutto buio cerco di apparire gli occhi, ma è comunque tutto buoi non ci vedo neanche il mio palmo della mano. Cerco di alzarmi, ma un senso di angoscia mi assale facendomi rimanere al posto ferma e immobile con la paura di fare un passò falso e farmi del male essendo che ora sono ceca come una talpa o anche peggio. Non so quanto tempo sia passato quando sento un clik simile allo scatto di una serratura. Mi giro verso la direzione del suono e vedo all'improvviso un forte bagliore di luce che mi acceca costriggendomi a coprirmi gli occhi con la mano e a chiudere le palpebre.
Apro leggermente le palpebre per fare in modo che si abituano alla luce.

D-<Piccola vedo che ti sei svegliata>

Appena pronuncia quelle parole una forte fitta mi attraversa la testa. Cerco di nascondere il dolore e apro del tutto gli occhi rivolgendogli verso l'imponente figura che ormai mi ritrovo a pochi centimetri.

Io-<Dove mi trovo?>

La voce mi esce in un sussurro.

D-<Sei a casa mia o forse dovrei dire nostra ora>

Dice sfoggiando un sorriso a trentadue denti mentre uno strano lampo li passa negli occhi.

Sbatto più volte le palpebre mentre continuo a sentire quel fastidiosissimi dolore alla testa, ed è strano poiché grazie alla mia natura non ho mai sofferto di mal di testa e di nessuna malattia.

Io-<nostra?>

Lui scoppia in una fragorosa risata per il mio sbigottimento e si siede sul letto vicino a me per poi  accarezzarmi una guancia con il dorso della mani.

D-<Si nostra poiché tu adesso vivi insieme a me, non te lo ricordi? la tua decisione di ieri?>

Appena pronuncia quelle parole. Sembra come se tutto il mondo mi cadesse addosso con la sofferenza per avere perso Lisa e per avere deciso di andare a stare da Demon per scoprire la verità.
Mi sento cingere da due braccia forti che mi spingono a stemdermi di nuovo sul letto e facendomi appoggiare la testa sul suo petto muscoloso.

D-<Non ti preoccupare io non ti lascerò mai>

Quelle sue parole mi scivolano addosso come se fossero acqua non colpendomi ne facendomi sorprendere come se non fosse la prima volta che le sento.

Io-<come sono finita qui?>

D-<Ti sei addormentata in macchina poiché è stata davvero una dura giornata e quando siamo arrivati ti ho portata nella nostra stanza.>

Io -<come nostra? Cioè non avrò una mia camera?>

Dico sconcertata.

D-<si che c'è lai, in verità questa dovrebbe essere la mia camera, ma la voglio condividere con te poiché senza di te non riesco più a stare. >

Alzo la testa per rivolgere il mio sguardo verso di lui per riuscire anche solo un piccolo frantumò di emozioni o anche solo di riuscire a capire se ciò che dice è quello che prova o mi sta solo prendendo in giro. Ma come al solito non riesco a scorgere niente, quindi ci rinuncio e torno ad appoggiarmi  al suo petto cercando di prendere sonno con la speranza di quando mi sveglio questo dannato mal di testa sia passato.

Non mi importa se sono la tua MATE. ~IN REVISIONE ~Место, где живут истории. Откройте их для себя