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Ventisette giorni.

Mancano ventisette giorni al mio matrimonio e ieri ho fatto venire la mia ex ragazza.

È stato tutto così sbagliato però mi ha reso così felice.

Alessia è presa nell'organizzare gli ultimi dettagli del matrimonio io è come se non capissi nulla.

Mi chiede cosa preferisco di fiori, di rose, se vogliamo la musica dopo il ricevimento e che tipo di musica.

Io rispondo, si ma è come se non sentissi nulla, non sono cose importanti per me.

È come se ora non fossi qua, vedo Alessia andare avanti e indietro, la stilista che prende stoffe su stoffe per gli ultimi ritocchi al vestito.

Tengo il telefono in mano lo continuo a sbloccare e poi ribloccare sì una fotografia mia e di Emilie, una della ultime di quando stavamo insieme.

Eravamo così sorridenti e felici.

Stese nel letto abbracciare sotto un sottile lenzuolo, lei che mi mordeva io che la stringevo.

Blocco di nuovo il telefono e lo lancio sul divano poi metto una mano tra i capelli e sospiro.

Mi alzo e vado in cucina a versarmi un bicchiere di vodka.

'Ti sembra l'orario per bere?'

Sbuffo sonoramente e mi volto continuando a bere.

'Amore lo so che è tutto stressante ma mancano pochi giorni poi tornerà come prima e saremo più tranquille'

Si avvicina a me e mi lascia un bacio sulle labbra.
Poi si sposta verso il mio orecchio e morde il lobo.

'Magari stasera ci ritaliamo un po' di tempo per noi due'

Vorrei urlare di no, perché non voglio dimenticare i gemiti di Emilie che mi risuonano ancora nella testa, bevo un altro dorso e poi risposto.

'I ragazzi hanno organizzato una serata per festeggiare dobbiamo rimandare'

Questa volta e lei che lascia andare un sospiro rumoroso e se ne va senza rispondere.

Non le sto nemmeno mentendo i ragazzi hanno davvero organizzato una serata, non so nemmeno dove mi porteranno ma se fosse per me scapperei da questa città è andrei lontano a distrarmi.

Il tempo passa e io nemmeno me ne accorgo, ormai si è fatta sera e mi preparato.

Un paio di jeans strappati, una canotta e sopra una camicia a quadrettoni rossi e neri.

Suonano al campanello, mi alzo, prima di aprire la porta mi guardo allo specchio sono uno straccio ma fingo il miglior sorriso e apro la porta, i miei amici mi accolgono con un urlo e io faccio attrettanto.

Mi giro verso Alessia che nel frattempo è scesa e la saluto lei si gira senza fare ne dire niente.

Scrollo le spalle, sinceramente non me ne può fregare.

Mi affretto a seguito gli altri e salire in macchina, si parte e dopo poca strada noto quanto sua famigliare questo tragitto ma ho talmente la mente occupata che non riesco a collegare nulla.

Non collego nulla fino a quando non vedo quell'insegna.

'Pensavamo fosse una buona idea tornare ai vecchi tempi, una partita a biliardo'

Ingoio la saliva a fatica, mi si è seccata la gola, non posso crederci.

Scendiamo dalla macchina e sempre con un sorriso finto mi dirigo con loro fino all'interno.

Prendiamo il numero del tavolo, ordiniamo le birre e iniziamo a giocare, riesco a distrarmi ma questa distrazione non dura per molto.

'Finalmente sei arrivata, hai fatto tardi, è già tanto se ti ho riassunta ancora una cosa del genere e rimani a casa, ora muoviti e vai a servire il tavolo 5'

Mi blocco sul posto, lentamente mi giro ad eccola lì, ci guardiamo negli occhi per infiniti secondi, mi scivola la stecca e scappo fuori.

Non posso sopportare tutto questo, non avrei più dovuto vederla è più forte di me.

'Ruby non scappare da me, ti prego'

Non resisto, mi avvicino a lei e la bacio mettendoci tutto l'amore che ho.

'Una notte, solo un'ultima notte.'

L'altra metà della mia melaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora