Capitolo 10

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Andai all'incontro pomeridiano con il professor Cunningham con il sorriso sghembo di chi crede di aver finalmente fatto una scelta giusta.
Lui notò subito il mio cambio di umore rispetto alla mattina e, non volendo smentire la sua fama da ficcanaso, chiese quale fosse il motivo di quella mia allegria.
«É una bellissima giornata, non trova?»

«Stai bene?» la sua voce seria mi fece fare una leggera risata, nonostante mi conoscesse da così poco trovava strano il fatto che fossi affabile. La presa di coscienza del mio carattere stava diventando quasi divertente.
«Vogliamo iniziare o vuole farmi prima il terzo grado?» non potevo evitare queste mie uscite però, a onor del vero, provai ad addolcirle con un tono di voce che oserei definire quasi stucchevole.

Lui annuì semplicemente con la testa in modo quasi imbarazzato prendendo fuori una pila di fogli infinita dalla sua borsa di cuoio bruno. Sembrava che tutti i suoi oggetti personali fossero usciti dal Pleistocene. Presi in mano uno dei tanti relitti che aveva imbrattato con la sua biro. Non posso usare un termine differente dall'imbrattare semplicemente perchè non me la sento di chiamare scrittura quegli scarobocchi incomprensibili. 
«Che gliene pare dell'argomento?» mi chiese spostando il suo peso in avanti per poter scorgere meglio il contenuto.

«Non capisco cosa ci sia scritto»
«Non ti hanno insegnato a leggere? Su su, ora lo faccio io se non sei capace» prese in mano uno dei fogli e cominciò a rigirarlo. Non riuscì a frenare una risata. La sua scittura era talmente incasinata che non capiva nemmeno il senso in cui andava girato quel pezzo di carta.
«A che servono questi fogli infondo? Te dico io: a niente. É tutto qua dentro» accompagnò le sue parole con un lieve picchiettare dell'indice sulla sua fronte.

Mentre blaterava qualcosa sui legami intermolecolari io mi presi tutto il tempo per studiarlo. Concentrato com'era non avrebbe sicuramente fatto caso al vagare dei miei occhi. Doveva essere stato proprio un bel ragazzo da giovane, il tempo però non si scorda di bussare a nessuna porta e ormai la pelle lievemente abbronzata non era più tanto elastica, aveva qualche ruga più o meno marcata sulla fronte, ma nessuna ai lati della bocca.

Non mi stupiva quel paricolare, sorrideva di rado ed ero sicura fosse nella sua indole una ristretta espressività facciale. Le mani che muoveva in maniera artificiale e veloce sembravano avere un'età maggiore rispetto a tutto il resto, non portava la fede e non c'era nemmeno il segno di un'eventuale anello che si sarebbe potuto togliere all'evenienza.

«Allora, che te ne pare?» lo fissai negli occhi ancora troppo concentrata dalla mia ispezione per potere dare un senso alle sue parole.
«Ma hai sentito ciò che ho detto o eri troppo occupata a farmi la radiografia?»
«Non le stavo facendo la radiografia!»
«Ma cosa ne pensi del progetto?»
«Andrà benissimo» la mia era più una domanda che un'affermazione e lui fece un lieve sospiro.
«Forse un caffè aiuterà»

Una caffeteria dal dubbio gusto estetico si trovava proprio dall'altra parte della biblioteca. Era un posto tranquillo, per quanto possa esserlo un'attività del genere in piena sede universitaria.
Al posto delle sedie c'erano ancora vecchi sedili in stile anni '50, tavoli in legno smaltato, i lampadari a goccia e un'illuminazione oscenamente soffusa. Anche se fuori il sole c'era ancora là dentro sembrava essere già tramontato.
«Le ha trovate le chiavi?» il professore posò la tazzina e mi guardò perplesso.
«Le chiavi di casa sua, gliele ho lasciate sotto lo zerbino»
«Pensavo ce le avessi ancora, chi lascia delle chiavi sotto una zerbino alla mercè di tutti?» il suo tono arrabbiato mi prese alla sprovvista.

«Tutti lasciano le chiavi sotto gli zerbini, ma lei non li vede mai i film?» mi fermai un'attimo a pensare alle sue parole.
«E poi perchè dovrei conservare le sue chiavi?»
«Ma per nessun motivo. Su su, non importa, tanto avevo deciso di cambiare serratura» continuava a sistemarsi i capelli in modo che il ciuffo laterale non sfuggisse alla riga ben fatta, doveva essere stato un ragazzo molto vanitoso in gioventù.

Legami a idrogenoWhere stories live. Discover now