Capitolo 2

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La lezione di fisiologia mi fu abbastanza utile per distrarmi da tutte le cose che mi frullavano per la testa e uscendo dalla classe mi sentii quasi serena. Camminando verso l'ala est mi venne quasi da sorridere. Chissá se era ancora là? Magari cercava il corso di chimica avanzata, infondo c'erano parecchie persone adulte che frequentavano le lezioni e non mi sarei stupita di vederlo in aula.
Aprendo la porta ebbi una strana sensazione, sapevo che anche Wes sarebbe stato lì e la sola idea mi faceva contorcere lo stomaco. Ero in ritardo di ben dieci minuti così tirai un sospiro e aprii la porta senza esitazione.

Tutti quanti si girarono verso di me ed io mi sentii in totale imbarazzo così mi voltai verso la cattedra in fondo all'aula per chiedere scusa della mia interruzione, ma non appena incrociai lo sguardo dell'uomo seduto pensai che fosse uno scherzo.
Era Lui.
Indossava una camicia azzurra a cui aveva rotolato le maniche fino alla metà dell'avambraccio e con aria indifferente, facendo cenno alla prima fila davanti a lui, mi invitò a sedermi.

Non poteva andare peggio: mi ero lasciata con il mio ragazzo e avevo praticamente urlato addosso al nuovo professore di chimica. Mentre lui spiegava quali sarebbero stati i cambiamenti nel programma del semestre io pensavo solamente a come poter uscire da quella situazione. Non ero una cattiva persona e lui lo doveva assolutamente sapere.

Ma perchè diavolo non mi aveva chiesto informazioni uno di quei soliti professori sulla ciquantina dall'aria attempata con una pancia che ad ogni passo tocca il pavimento.
Le gemelle non ci avrebbero mai creduto.
Alla fine della lezione ero combattuta, non sapevo se andare a chiarire quello spiacevole malinteso o far finta di niente. Avrei fatto finta di niente, decisi alzando il mio zaino da sotto al tavolo.

«Aspetti, c'è una cosa di cui vorrei parlarle».
Purtroppo lui aveva pensato tutt'altro, quindi decisi di affrontare la cosa nella maniera piú dignitosa possibile e aspettai che tutti usciscessero dall'aula per dirigermi verso le scale a lato, mi tremavano le gambe e non ne capivo il motivo. Rimasi in totale silenzio aspettando che parlasse, mentre lui era ancora seduto dietro la cattedra.

«Signorina, ho notato che lei non ha un compagno per il progetto». Tirai un sospiro di sollievo, non voleva parlare di ciò che era successo quella mattina. «No, a dire il vero il mio compagno è stato assente, alla prossima lezione si presenterà sicuramente». Continuava a guardarmi e io non sapevo cos'altro aggiungere. «Io non credo, Parker si è ritirato due giorni fa» Cosa? Non era possibile. Me lo avrebbe sicuramente detto se avesse avuto intezione di farlo.

«Quindi mi toccherà assegnarle qualcun altro» la sua voce era calma e piatta come se fosse l'argomento più noioso del mondo. «Wes McCarthy è ancora senza compagno» Sgranai gli occhi, non se parlava nemmeno, non avrei passato un intero semestre costretta a dover parlare con quel bugiardo traditore «No, non posso farlo con McCarthy» dissi guardandolo negli occhi, maledicendo la mia voce tremante.
«Mi dia una buona ragione».

La situazione era imbarazzante, ma dovevo essere sincera, per la mia salute psichica. «Ecco, io e Wes McCarthy ci siamo lasciati proprio questa mattina e credo che questo influenzerebbe negativamente il progetto». Sperai con tutta me stessa che fosse comprensivo. «Signorina, questo è un college, non un consultorio per cuori infranti» Lo sapevo, ce l'aveva ancora con me per quello che era successo «Ma oggi è il mio primo giorno qui e voglio essere comprensivo, quindi inserirò McCarthy con qualcuno dell'altro corso»

Non ci potevo credere, mi stava veramente aiutando? Allora quel vecchio burbero ce l'aveva un cuore da qualche parte.
«Però lei rimane ancora senza compagno» la sua faccia impassibile.
«Quindi lo farà con me il progetto».
Cosa?
Non potevo di certo rifiutarmi ne tantomeno tornare sui miei passi. L'eventualità di farlo con Wes ora non mi sembrava così male, dopotutto; lui non poteva rovinarmi la carriera scolastica perché gli ero antipatica.

«Va tutto bene?» Sembrava aver capito il mio struggimento interiore mentre cercavo trovare un punto a cui aggrapparmi per uscire da quella situazione in cui mi ero cacciata.
C'era solo un'ultima possibilità da tentare.
«Non crede che questo influenzerebbe il suo voto?» La mia voce finalmente sicura; ero fiera della mia trovata. «Voglio dire, se il progetto lo fa lei con me, è chiaro».

La sua faccia aveva un' espressione divertita ma avrei scommesso che divertirsi era l'ultima cosa che stesse facendo. «Vede signorina..» Avrei voluto che continuasse a ignorare il mio nome, ma era il mio professore e sicuramente l'avrebbe saputo in un modo o nell'altro «Monroe» mi affrettai a suggerirgli.

Lui continuava guardare i fogli davanti a sé «Vede signorina Monroe, non credo che questo sarà un problema. Ho parlato con la vostra docente, la signora Dunham, prima che si trasferisse e insieme abbiamo deciso...» Si era fermato apposta, ne ero sicura, lo faceva solo per vedere le mie reazioni

«Abbiamo di comune accordo deciso che questo progetto non riceverà alcun voto» aggiunse con tono pacato
«Allora a cosa serve?» Le parole mi sfuggirono di bocca con un tono più arrogante di quello che intendevo.
«Vede è proprio questo il problema di voi studenti, pensate esclusivamente ai vostri voti» Le sue parole erano state piene di irritazione e le mie mani cominciarono a tremare in maniera visibile.

«Mi dispiace»
Mi stavo scusando della mia ultima uscita o mi stavo scusando a nome di tutti gli studenti della Terra? La situazione stava prendendo una brutta piega.
«Lei non si deve certo scusare, solo vorrei che capisse che questo progetto è solo uno strumento di crescita didattica» Ci mancava solo questo la ramanzina.

«Quindi le va bene che le faccia da partner?» La sua era più un' affermazione e il suo tono era di sfida.
"Certo" fu l'unica cosa che riusci a dire e lui annuii senza cercare di nascondere il suo sorriso di compiacimento. Se voleva farmela pagare ci stava riuscendo alla grande.
Per la seconda volta quel giorno stavo scappando a gambe levate da un edificio.

Appena uscita tirai un sospiro di sollievo, sembrava che avessi trattenuto il fiato per tutta quella spiacevole conversazione.
Avevo la netta intezione di saltare la lezione di biologia e tornarmene dritta a casa; tanto anche se ci fossi andata non avrei seguito nulla e sarebbe stata inutile.

Mi stavo già incamminando verso il centralino quando una voce che ormai mi era diventata familiare mi bloccò. E ora che voleva, non mi aveva già umiliata abbastanza?
"Si?" Mi affrettai a rispondere.
"Oggi alle cinque alla biblioteca"
Stava scherzando? Non avevo nessuna intenzione di iniziare il progetto quel pomeriggio stesso dopo tutto quello che era successo.

Ripensando a quello che ci eravamo detti prima però mi venne in mente che gli avevo già chiesto una specie di favore e non avevo alcuna voglia di tirare la corda così annuii forzando un sorriso che usci un po' male.
Avevo improvvisamente cambiato idea, sarei andata alla lezione di biologia invece di tornarmene a casa a rimuginare sulle mie disgrazie passate e presenti.

Legami a idrogenoWhere stories live. Discover now