Capitolo 8

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Mi misi le scarpe in fretta e furia per poi raccogliere le chiavi e la borsa dal mobiletto di legno all'ingresso.
«Cos'hai intenzione di fare?» gridò Erica dalla porta quando ormai ero già all'ultimo gradino della rampa di scale.
«Vuole che mi espellano? Bene, ma almeno gli darò un valido motivo per farlo» risposi a bassa voce. Da lontano intravidi Huan che si dirigeva verso l'edificio.
Tempismo perfetto.
«Dove stai andando?» gridò con la sua solita voce squillante a più di cento metri di distanza. Al diavolo lei e lo studio disperato pre-esame.
Salii su uno dei taxi neri fermo alla sua postazione dall'altra parte della strada, non avevo decisamente voglia di aspettare un autobus, anche perchè ero sicura che se l'avessi fatto ci avrei ripensato razionalmente e mi sarei calmata.

Pagai la la breve corsa e senza aspettare il resto mi diressi verso l'entrata principale del dormitorio, sentivo ogni fibra del mio corpo agitarsi e il mio stomaco sottosopra. Era sempre stato così, prendevo gli eventi di pancia, non importava se fossero belli o brutti. Si insuavano all'altezza dello stomaco e non volevano saperne di spostarsi di lì.

Bussai la prima volta, ma niente, neanche un rumore; così al secondo tentativo lo feci con più foga.
«Wes lo so che sei la dentro, se non apri giuro che butto giù la porta!» ovviamente le mie erano solo parole al vento, non avrei potuto smuovere i cardini di un solo centimetro.

La frustrazione si fece spazio facendomi agire in modo completamente irrazionale, cominciai a battere con i pugni e a tirare calci sapendo perfettamente che Wes avrebbe sicuramente aperto se fosse stato all'interno. Molti studenti si fermarono a guardarmi e io di certo non li biasimavo, ancora mi meraviglio che nessuno avesse chiamato la polizia quella sera.
La mia scenata finii solo quando arrivarono le ragazze a fermarmi.
Avevano tutte il fiato corto, sembrava avessero corso la maratona di New York.

«La settimana prossima arriveranno sicuramente un paio di multe per eccesso di velocità» Erica fece tintinnare le chiavi della macchina in mano, probabilmente voleva solo smorzare la mia rabbia, ma ebbe l'effetto opposto.
«Non te l'ho chiesto io di guidare come una pazza, me la so cavare da sola»
«In verita eravamo preoccupate per Wes» si affrettò a spiegare Lily

«Wes?» chiesi perplessa
«Si, pensavamo volessi ucciderlo o cose simili» continuò Lily con la sua solita aria da finta innocente turbata.
Huan si scostò da dietro ad Erica per posizionarsi proprio davanti a me mettendomi le mani a lato delle spalle.
«Sei troppo giovane per finire in carcere, lì succedono cose terribili» 

Questo era il colmo.

«Ma di che diavolo state parlan...?» La vista di Sean che sbucava dall'ingresso principale blocco la mia lingua. Senza pensarci percorsi lo spazio che intercorreva tra di noi a una velocità che avrebbe fatto invidia a Usain Bolt .
«Dov'è Wes?»  gli chiesi quasi urlando.
«Prova a richiedermelo più gentilmente»
«Dove diavolo è?» questa volta il mio tono non ammetteva una replica.

«Dove vuoi che sia? É alla partita contro i Redmanes, dovresti saperlo»

Si, avrei decisamente dovuto, parlava di quell'incontro da due mesi, ma io me l'ero completamente dimenticata. Il mio impeto cominciò a vacillare, ma il pensiero di lui che voleva rovinarmi la carriera scolastica tornò a ricordarmi perchè ero lì.
Ritornai dalle ragazze senza badare alle domande che aveva cominciato a fare Sean.

«Io andrò alla partita, se volete potete accompagnarmi in caso contrario prenderò un altro taxi» era semplice.
«Non ti lasciamo certo andare da sola» decise Erica anche per le altre accompagnandomi all'uscita.

«Qualcuno mi vuole spiegare che sta succedendo?» la voce di Sean risuonava da oltre la porta vetrata.
«Come pensi di entrare, eh? I biglietti sono finiti da un pezzo!» questo attirò decisamente la mia attenzione facendomi tornare sui miei passi fino ad arrivare davanti a lui.

Legami a idrogenoWhere stories live. Discover now