Capitolo 4

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«L'universitá offre sedute gratuite di consulenza psicologica, ti consiglio vivamente di aproffittarne» Lui mi guardò con aria furiosa, sembrava stesse per esplodere da un momento all'altro, ma dopo qualche secondo il viso gli si illuminò.

Aveva l'espressione ebete di chi finalmente ha trovato un modo per uscirne vittorioso. «Ah, quindi dici che dovrei andare alle sedute del professor Cunningham?» Quell'uomo faceva anche il consulente e da quando? Wes aveva un ghigno in faccia che mi stava dando un fastidio tremendo, ma chi si credeva di essere?

«Sai è strano, pensavo te lo volessi tenere tutto per te» stava ufficialmente delirando.

«Sono stato io a chiedergli di metterti con me nel progetto e sai cosa mi ha risposto questo pomeriggio?» Ovviamente non era una domanda, tutti e due lo sapevamo.
«Che preferivi farlo con lui» Quell' ultima affermazione mi lasciò basita, era vero che non avevo voluto svolgere il progetto con Wes, ma questo non voleva di certo dire che mi ero proposta io di farlo con Cunningham. E di certo non avevo alcun tipo di interesse nei suoi confronti, insomma, avevo letto di ragazze che stavano con uomini adulti in qualche libro di psicologia, ma era perché i loro padri non c'erano stati o stronzate simili. Io volevo bene al mio e lui ne voleva a me quindi non era proprio il mio caso.

Wes continuò imperterrito con la sua scenata di gelosia «Non credevo fossi quel tipo di ragazza Bianca». Sgranai gli occhi, di certo non sarei rimasta a farmi dare della poco di buono da quel traditore. Pensava veramente che l'avessi fatto per entrare nelle sue grazie?

Per la prima volta in quella giornata gli urlai addosso ricondandogli tutto quello che aveva fatto e di certo non fui delicata nel dirgli ciò che pensavo di lui in quel momento. Ad un certo punto lui decise che era meglio battere la ritirata. «Te ne pentirai» mi disse prima di andarsene, lasciandomi l'ombrello, sotto la pioggia scrosciante.

Lo lasciai cadere, mi sentivo completamente svuotata e le lacrime che ero riuscita a trattenere per tutta la giornata scelsero proprio quell'infausto momento per scendere.
Non mi ero spostata di un millimetro nonostante fossi a pochi metri dalla biblioteca, lasciai che la pioggia mi bagnasse mentre continuavo a singhiozzare come una bambina.

Pensavo sul serio che Wes mi amasse, non avevo mai valutato l'idea che i miei sentimenti per lui fossero più forti dei suoi.
Stavo ancora piangendo quando qualcuno mi coprì il capo con un il ombrello «É completamente impazzita?». Non ebbi nemmeno il bisogno di alzare la testa per capire chi fosse «Su tenga questo prima di prendersi una polmonite» L'aveva detto con tono gentile, ma avrei giurato che non potesse essere piú irritato. «Può benissimo andarsene, tanto anche lei pensa che io sia una stronza»

Le parole mi uscirono di bocca prima che avessi il tempo di fermarle così alzai il capo per per controllare l'effetto che avevano suscitato in lui, ma tutto quello che vidi fu il suo sguardo cupo che ormai cominciava a essermi familiare «Si lei è decisamente uscita di senno».

Mi mise addosso il suo soprabito prima che lo potessi di nuovo rifiutare. I singhiozzi ricominciarono contro la mia stessa volontà di calmarmi e lui con mia grande sorpresa mi mise una mano dietro la schiena e mi avvicinò a sé. «Si calmi, va tutto bene».
Le sue parole erano state così gentili che paradossalmente mi misi a piangere più forte. Le mie lacrime gli stavano completamente bagnando la camicia ma a lui sembrava non importare piú di tanto. Era uno spettacolo assurdo, ma in quel momento avrei pianto anche addosso a un cactus se fosse stato al suo posto.

All'improvviso si staccò da me facendomi perdere l'equilibrio e fui sul punto di cadere se non mi avesse afferato per il braccio «Su venga con me» Continuava a usare un tono gentile, ma io non potevo fare a meno di pensare che fosse scocciato da quella situazione.
Mi accompagnò fino alla sua macchina e mi propose di riaccompagnarmi a casa.

Legami a idrogenoWhere stories live. Discover now