Capitolo 45

240 19 6
                                    

Stella pov's
《Buongiornooo》mi urla Anto sbattendo i piatti di due padelle.
《Ma che cazzo? Sono le otto mezza del mattino!》urlo saltando sul letto e lei scoppia a ridere.
《Signorina Álvarez, io sono qui per rovinarle la vita, e poi non vorrà presentarsi impreparata domani? Deve allenarsi!》
《Dio, inizia a correre tu!》la minaccio ma lei ride e non muove un muscolo.
《Dai vestiti che andiamo ad un campetto qui vicino, lì c'è la colazione, sbrigati!》
《E tu da quando in qua sei esperta delle città?》
《Regola numero uno: non fare rime!》
《Invidiosa, eh?》
《No.》ed entrambe scoppiamo a ridere.
《Come fai a sapere che c'è un campetto nei paraggi?》chiedo seria, questa cosa mi stupisce, a malapena sa dove abita.
《Luca.》dice solo.
《Chi cazzo é Luca?》
《Ma sicura di essere una ragazza? Sei proprio un maschiaccio, è un oltraggio come parli》dice lei ironicamente.
《Snob》dico io seriamente ed entrambe scoppiamo a ridere.
《Luca è il cameriere della tavola calda di ieri, gli ho inviato un sms e abbiamo fatto colazione insieme, ne ho approfittato per ricavare posti nei paragi e mi ha riferito del campetto》
Mi butto sul letto sconsolata: ormai è fatta, Luca ormai è il suo fidanzatino.
《Abbiamo Marco e Luca, ci mancano Matteo e Giovanni per completare i quattro Evangelisti, che la 'Fede' sia con noi!》Anto scoppia a ridere buttandosi nel letto, non riesce a smettere, sta soffocando dalle risate, ma è seria? Non è che facesse ridere così tanto...
《Ma Luca, nel latte, che sicuramente proviene dalla pecorella smarrita, ti ha messo qualche droga? Oh, ma certo, al posto di dare la coca a me l'ha data a te! E certo, brutto stronzo!》dico.
《Smettila, ti prego》dice senza smettere di ridere, è diventata tutta rossa in faccia.
《Non devi pregare me ma a San Luca!》dico finendola, l'ho persa, non riesce più a fermarsi. La cosa che mi lascia più perplessa è che fanno schifo come battute, non fanno ridere.
Mi alzo, faccio colazione e mi preparo. Adoro mettermi questa divisa, questi colori, gli scarpini, porto orgogliosamente quel numero 21 alle spalle: amo vestirmi con la divisa della squadra. I miei capelli, neri, lucidi e mossi, raccolti in una coda che scende fin metà schiena, si sposano benissimo con il colore bianconero della divisa e i miei occhi esaltano ancor di più.
Torno da Anto, che nel frattempo credo che si sia calmata ma, appena mi vede, scoppia di nuovo a ridere. Alzo gli occhi al cielo e la trascino da un polso fuori dalla stanza.
《Smettila di ridere, ci potrebbe capitare un miracolo senza che ce ne accorgiamo, stai attenta, occhi aperti!》e lei ride più forte.
Finalmente riesce a riprendersi e andiamo al campetto, ogni tanto le ritornano in mente le mie "battute", sempre se si possano chiamare così, e rifaccia un po'.
Arriviamo a questo benedetto campo, ora che ci penso ci manca anche un Benedetto. Appena entriamo notiamo che il campetto appartiene alla Chiesa qui vicina, non so se è una casualità o che so io ma, a quanto pare, quella Chiesa è la Chiesa di San Luca... appena io e Anto leggiamo la scritta scoppiamo entrambe a ridere, non ci credo.
《Visto? Te l'ho detto io che San Luca ci avrebbe fatto un miracolo, ci ha regalato un campo da calcio vicino all'hotel in cui alloggiamo!》dico. Anto si è letteralmente buttata a terra, supplica di aiutarla e si lamenta del fatto che le fa male la pancia.
《Buongiorno ragazze, siete qui per il campo?》chiede un signore.
《Sì》rispondo io.
《Quest'ora è occupata dai ragazzi della squadra della parrocchia》ci informa mentre vediamo dei ragazzi, più o meno della nostra età, entrare nel campo.
《Ah, non è che potremmo allenarci con loro? Per me sarebbe molto meglio, sarebbe l'allenamento ideale》dico mentre Anto si alza e annuisce a ciò che dico io.
《Parlo con i ragazzi, comunque piacere, sono il mister, mi chiamo Giovanni e sono un aiutante della Chiesa》dice allontanandosi.
《Visto? Anche Giovanni abbiamo trovato》dico girandomi verso Anto che cerca di trattenere una risata.
《Smettila, per favore》rifacchio un po'. Poso il borsone a bordo campo e tolgo il giubotto, quando Giovanni si avvicina a me dicendo che possiamo allenarci con loro. Io guardo Anto con aria di sfida, ha già capito le mie intenzioni, ci diamo il cinque stringendoci la mano e raggiungiamo gli altri.
《E così vorreste allenarvi con noi?》chiede ironicamente il capitano della squadra.
《Sì e allora?》chiedo io.
《Due ragazze che giocano a calcio?》ride ironicamente. Odio tutta questa ironia.
《Sarei in grado di vincere da sola contro tutti voi》dico.
《Non sfidatela, vi prego》supplica Anto.
《Stanne fuori tu》dico io a lei senza staccare gli occhi da quelli di quel ragazzo. Devo dire che, tutto sommato, è carino e i suoi occhi color caramello sono ipnotici.
《Addirittura?》
《Vuoi vedere?》
《Dove giochi?》
《Non si vede?》dico indicando la divisa.
《Giochiamo nella squadra pro femminile della Juventus, siamo le attaccanti e lei è il capitano》dice Anto.
《Mh, professioniste quindi?》
《Già》dico con un sorriso di sfida.
《Tu credi di riusciure a battere undici ragazzi da sola?》
《Non riuscirete neanche ad oltrepassare la tre quarti del mio campo》
《Mister, possiamo fare una sfida? Tutti noi contro di lei》chiede lui.
《Ma è una cosa impossibile, è chiaro che vincerete voi》dice il mister
《Pf, impossibile》dico io, il mister mi guarda malissimo, non mi ha mai guardata nessuno in questo modo. Rido.
《Va bene, fate pure》perfetto.
《Dio ma è possibile che, dove andiamo andiamo, tu devi sempre fare queste sfide?》chiede Anto.
《Tu stai zitta e pensa a pregare San Luca》Anto scoppia a ridere e va a sedersi a bordo campo.
《La tua amica non sta in porta?》chiede lui.
《Non serve, non vi avvicinerete molto e poi ho detto 'io contro tutti voi' e no 'io e la mia amica contro tutti voi'》
《Mh. Ragazzi, avvicinatevi》dice rivolgendosi ai suoi compagni che, ignari di tutto, avevano iniziato a riscaldarsi.
《Si capitano?》chiede uno di loro.
《La signorina, qui presente...》
《Del quale ha un nome, piacere Stella》lo interrompo io.
《Ci ha sfidati, lei contro tutti noi》tutti scoppiano a ridere ed io mi innervosisco, vedremo chi riderà alla fine.
《Io vi farò da arbitro》dice il mister avvicinandosi. Bene.
《Iniziamo?》dico io e tutti annuiscono andando al loro posto mentre io vado a centro campo col pallone. Hanno voluto far partire me con il pallone per via dello 'svantaggio'. Il mister fischia ed io parto. Salto i primi tre giocatori molto facilmente, salto un difensore con un semplice tunnel e mi ritrovo davanti la porta, tiro, goal. Io torno al mio posto e tutti si immobilizzano, sono molto scoperti e hanno preso la cosa molto superficialmente.
《Te l'hanno fatto fare questo》dice il mister ed io faccio spallucce mentre Anto ride mangiando dei... pop corn?! Da dove li ha presi? Secondo me è impossessata da Doraemon... tira fuori dal nulla un sacco di cose, secondo me ha qualche nascondiglio segreto.
I ragazzi battono e, appena passano la palla all'indietro, io sono già lì e, praticamente me la danno ai piedi. Il capitano guarda prima il posto in cui mi trovavo e dopo il posto in cui mi trovo adesso, si sta chiedendo come ho fatto: mai guardare fisso il pallone quando si batte.
Arrivo davanti al difensore, questo è più tosto dell'altro e non vuole farmi passare. Alzo il pallone a mo' di pallonetto, passa sopra la sua testa io lo supero andando dietro di lui, stoppo il pallone di petto, lo riporto ai miei piedi, tiro a giro sotto al sette, goal. Ops, ricordati che sono pur sempre Stella.
《Ragazzi, che vi prende? Prendete questa cosa sul serio!》rimprovera il mister.
Dopo trenta minuti, i ragazzi si sono fatti più aggressivi, peccato che io abbia fatto sei goal e loro zero. Abbiamo deciso di giocare solo per quarantacinque miniti quindi, fra poco, finiamo.
Attaccano loro, riescono ad arrivare alla mia metà campo ma, io, prendo il pallone, salto tutti e undici i giocatori con dei truchtti e giochetti, arrivo davanti alla porta, il portiere si avvicina, gioco un po' con lui ridendo, tunnel e goal. 0-7. Mi diverto troppo. Anto, adesso, sta mangiando delle patatine, ma cos...?
Faccio l'ultima azione io e, il capitano, mi fa fallo dentro l'area, rigore per me!, anche se mi stava staccando l'intera gamba, ma vabbè.
Vado sul dischetto, posiziono il pallone, do una sistematina al terreno con gli scarpini, prendo la rincorsa, faccio finta di tirare col sinistro, passo il piede destro ad incrocio dietro e tiro centrale, il portiere si è buttato a destra quindi, ops, 0-8. Sento dei 'wow' e degli 'impossibile' alle mie spalle. Il mister fischia la fine della sfida e raggiungo Anto.
《Sei grande, mi sono divertita tantissimo, non potete fare il secondo tempo?》chiede emozionata come qualcuno che va allo stadio per la prima volta.
《No, si scandalizzerebbero troppo. Una domanda. Ma i pop corn, le patatine, da dove le hai prese?》chiedo.
《Dal mio borsone, ho mezza casa lì dentro》
《Ah, adesso capisco tutto》dico ridendo.
《Hei》mi dice qualcuno, mi giro e trovo il capitano della squadra.
《Hei. Allora, visto? Mai dubitare e sfidare me》dico ridendo.
《Già, ho visto, mi spiace per ciò che ho detto prima》senza neanche accorgermene stiamo camminando e abbiamo raggiunto gli altri e il mister.
《Ma come hai fatto?》mi chiede un ragazzo.
《Con i piedi》
《È una ragazza abbastanza acida, scusatela》dice Anto alle mie spalle.
《La sua bellezza batte ogni suo difetto》dice un altro.
Apro bocca per parlare ma, Anto, mi tappa la bocca con la mano.
《Non rispondere》dice ridendo.
《Non ho mai visto giocare un ragazza così bene a calcio》dice il capitano.
《È proprio questo il punto, uno dei miei obiettivi è quello di far capire che, noi ragazze, siamo brave e sappiamo giocare a calcio! Non capisco perché il calcio femminile, qui in Italia, non sia considerato come quello maschile, è uno sport come tutti gli altri e, nel calcio femminile, ci sono talenti che riuscirebbero benissimo a giocare nelle squadri maschili, come me, vi ho appena battuto otto a zero. Ho visto molte compagne andare fuori per poter diventare vere professioniste e altre che, con un talento innato, hanno abbandonato poiché era una cosa inutile non poter ambire a traguardi più alti. Farò di tutto per eguagliare il calcio femminile a quello maschile e state sicuri che ce la farò》dico ridendo all'ultima frase.
《Hai ragione.》
Sorrido e vado a bordo campo e preparo il mio borsone.
《Tu sei Stella Àlvarez, giusto?》mi chiede il mister, ma come?
《Hem, sì》
《È un piacere averti conosciuto, sai tra noi mister sei molto nota! So che adesso farai un concorso dove ti allenerai con Dybala》
《Eh già, solo se lo supero》dico ridendo, ancora non realizzo. Finisco di prepararmi e faccio per andare.
《Hey, aspetta》mi giro e vedo il capitano correre.
《Chiamami quando non hai che faro o, magari, per fare una partita.》dice sorridendo e dandomi un fogliettino con sopra il suo numero di telefono.
《Va bene》dico solo.
《Comunque piacere, Matteo》
《Stella》dico facendo un sorriso, saluto lui e la squadra e poi ce ne andiamo.
《E grazie al miracolo di San Luca anche Matteo l'abbiamo trovato!》dico ridendo.
《Andiamo a mangiare da Luca?》chiede Anto ridacchiando.
《No. Scordatelo. Enne o.》
《E dai》
《Prima mi devo fare una doccia》e lei annuisce.
Andiamo in camera, faccio una doccia calda, mi vesto e andiamo in quella tavola calda per pranzare.
Arriviamo e ci sediamo allo stesso tavolo di ieri.
《Ragazze》dice lui avvicinandosi lasciando un bacio sulla guancia ad Anto ed io sbuffo.
《Felice di vedermi?》dice lui.
《Uh, al settimo cielo, aspetto solo che arrivino gli angeli a cantare canzoni melodiche!》dico ironicamente e Anto mi tira un calcio. Incominciamo di nuovo.
《So già cosa prendi tu》dice ad Anto facendole l'occhiolino 《tu invece prendi ciò che hai ordinato ieri?》ed io mi limito ad annuire, lui si allontana per lasciare l'ordine.
Quindici minuti dopo arriva con tre ordini.
《Ho la pausa, vi spiace se pranzo con voi?》chiede lui.
《No》《Sì》rispondiamo Anto ed io contemporaneamente.
《Lo prendo solo come un sì》dice ridendo e sedendosi guadagnandosi un occhiataccia da parte mia. Si siede tra me e Anto e iniziamo a mangiare, almeno sta zitto.
《Oggi siamo andate a quel campetto》dice Anto.
《E allora? Com'è andata?》
《C'era la squadra della parocchia e Stella ha sfidato tutti e unici i giocatori solo ed esclusivamente contro di lei. Indovina un po'?》
《L'hanno scassata》dice ridendo ed io gli do un pugno nel braccio.
《No, ha vinto 0-8, gli avversarsi si sono avvicinati massimo alla metà del suo campo》
《Wow, allora mi sono fatto idee sbagliate su di te. Quella è la squadra più forte tra le parocchie qui in città》dice lui ed io alzo gli occhi al cielo, prendo la mia borsa ed esco fuori. Mi siedo ad uno dei tavolini ed inizio a fumare, sigarette normali, tranquilli.
《Una giocatrice professionista di calcio che fuma, complimenti》dice qualcuno sedendosi dall'altro lato del tavolino.
《Non sono affari tuoi》
《Vuoi una caramella? Contiene il 99% di zucchero, credo che possa bastare》
《Mi spiace ma quel'1% di acidità scioglierà il 99% di zucchero ritornando al 100% solo acido》ribatto.
《Mamma mia》dice ridendo.
《Matteo, che vuoi?》
《So che non mi scriverai mai quindi...》
《Quindi mi hai seguita? Complimenti a te》
《Non ti ho seguita, sei andata in hotel prima come facev...》io lo guardo con uno sguardo da 'sei proprio un cretino', scuoto la testa, guardo il vuoto davanti a me, come prima, e do un tiro.
《Sei impegnata? Sentimentalmente intendo》
《No, troppo acida e stronza》
《Mi piacciono le ragazze stronze》
《Mh e come mai?》
《Perché quando dicono un qualcosa di dolce lo dicono seriamente》
《Vero, io non voglio avere niente a che fare con te quindi ciao》dico.
《Bel modo per scaricare》dice ridendo.
《Non ti sto scaricando, non credo che tu, in questo momento, sia dentro un gabinetto》dico, lui ride e si alza.
《Ci vedremo molto presto》e se ne va. Ma che vuole? No, la domanda è: perché abbiamo incontrato solo ragazzi da quando siamo qua?
Prendo il telefono, nessuna chiamata e nessun messaggio, ed io che speravo in qualche sms da parte di Fede, finché non mi cerca lui, non lo cercherò neanch'io.
In quell'istante ricevo una chiamata da parte di Marco.
《Psicooo》
《Iceee》scoppiamo a ridere entrambi.
《Tutto apposto?》chiede lui
《Sisi, tu?》
《Bene, si sente la tua mancanza》
《Ed io sento la tua》
《E certo, trovami un barman che ti offra da bere per quattro anni》
《Mi stai sfidando?》
《No, tanto nessuno sarebbe bravo quanto me》
《Su questo, hai ragione》dico ridendo.
《Che fai?》
《Niente, sono seduta in un tavolino di una tavola calda, tu?》
《Niente di che, sono in pausa. Dai raccontami tutto.》
Racconto tutto ciò che è successo da quando sono arrivata fino a 5 secondi fa.
《Wow, neanche arrivi e già ti fai riconoscere》
《Ovvio》
《Bhe, almeno sai con chi litigare》dice ridendo
《Ne potrei trovare un milione. Sai sei il primo che mi cerca da quando sono partita》dico a malincuore, mi aspettavo telefonate e sms da parte di Ludo.
《Tranquilla, ti chiameranno, stavano aspettanto me, devo essere il primo, lo sai》ed io scoppio a ridere.
《Lo spero》
《E quindi domani inizi il concorso?》dice cambiando argomento.
《Sì》
《Mi spieghi come funziona?》
《Praticamente ci saranno solo due stap: domani ci saremo tutte quante, ci esamineranno e ne terranno solo sei; queste sei, nel secondo stap, dovranno superare prove ecc., finché ne rimarrà una, chi rimane si allena con Paulo》
《Ah, una specie di Hunger Games》
《Tipo》dico ridendo.
《Bhe, il turno mi sta chiamando, ci sentiamo, scrivimi quando ti va》
《Va bene, grazie mille.》
《Ciao, mi manchi》
《Ciao, anche tu》e richiudiamo la chiamata.
《Era Fede?》mi chiede Anto. Ma magari.
《No, figurati, era Marco》dico.
《Che tesoro, mi è sempre piaciuto quel ragazzo》ed io sorrido, in effetti è il tipo di ragazze che tutti sognano: un bel ragazzo, dolce al punto giusto, ti ascolta sempre, c'è nel momento del bisogno e molto alto, mi meraviglio che non sia fidanzato.
Torniamo in camera ed io mi addormento nascondendo la maglietta di Fede sotto al cuscino, con una mano la stringo.
*drin drin* il rumore della sveglia interrompe il mio sogno unicornoloso, la sveglia? Ah, è il cellulare.
《Pronto?》dico assonata.
《Ma è possibile che tu dorma sempre?》un sorriso spunta sulle mie labbra.
《Mi sembrava che ti fossi dimenticata di me》
《Ma che dici? Sei la mia migliore amica! Scusami se non ti ho chiamato prima ma non ho trovato neanche un secondo di tempo》
《Tranquilla, Ludo. Come stai?》
《Bene, tu?》
《Bene, mi mancate》
《Anche tu ci manchi》
《Che fai?》
《Niente, ho appena finito di studiare》
《Ma che ora sono?》le chiedo.
《Le 17:30》
《Ah, okay》almeno non sono e ventuno.
《Oggi Fede si è scusato con me》
《Scusato? Che ha fatto? Manco da due giorni e già rompe?》
《Nono, tranquilla》dice ridendo 《gli ho detto se gli stava bene se frequento i suoi stessi amici dato che una volta non voleva e, lui, si è scusato per tutto ciò che mi ha fatto, dicendo che lui cercava di proteggermi senza accorgersi che era lui il primo a ferirmi e che mi considere sua sorella》
《Ma è fantastico》dico forse con troppa euforia.
《Già. È tutto grazie a te, l'ha detto anche lui. Da quando ci sei tu le nostre vite sono migliorate》sorrido al pensiero che, almeno, qualcuno abbia una vita felice.
《Avete parlato di me?》
《Sì, cioè ho fatto qualche domanda io e lui ha risposto che a malapena siete solo amici》'a malapena siamo solo amici'... okay.
《Va bene, adesso devo proprio andare, scusami ma mi devo preparare per domani》mento.
《Va bene, ci sentiamo》
《Sì, ciao》e riattacco.
Quindi io per Fede sono 'a malapena un'amica', infondo ci siamo solo baciati, svariate volte, ho dormito con lui solo in intimo e sicuramente siamo andati a letto insieme dato che eravamo drogati, va bene.
Quella sera, ancora non riesco a ricordare assolutamente niente, che razza di droga ci hanno fatto assumere? Odio trovarmi in queste situazioni.
《Stella, usciamo? Mi sto annoiando》chiede Anto.
《Sì》devo prendere un po' d'aria.
Mi preparo ed usciamo.
《Dove andiamo?》chiede lei.
《Mh, Superga?》dico soltanto, lei sa tutta la storia, sa che ho sempre voluto visitare quel posto. Lei fa un sorrisone e annuisce. Chiama un taxi ed arriviamo in ben che non si dica.
Appena arriviamo il panorama è un qualcosa di stupendo, una vista mozza fiato. Fortunatamente ci siamo solo noi due, è tutto silenzioso, in pace. Mi siedo in una panchina sotto un albero, portando le ginocchia al mio petto. Guardo ciò che mi circonda e sono grata quando Anto mi lascia da sola. Questa pace, questa tranquillità, quella che tutti cercherebbero. Da adesso in poi saprò dove rifugiarmi: verrò qui quando dovrò pensare o boh, al posto del pub, verrò qui.
Non so perché ma, qui, percepisco la presenza della mia famiglia...
《Stella, si sta facendo tardi》mi avvisa Anto ritornando. Senza rendermene conto è già ora di cena e la luna ha preso il posto del sole. Ceniamo alla tavola calda, ormai ho capito che passeremo molto tempo qui.
《Anto, io torno a casa, devo caricarmi per domani, devo riposare》dico ad Anto.
《Io faccio un giro con Luca, ci vediamo domani》
《Stai attenta, qualsiasi cosa chiama》dico lasciandole un bacio sulla fronte.
《Hey, sono io la madre qui!》sbuffa lei.
《Io non ne sarei così sicura》dico ridendo ed uscendo dalla tavola calda.
《È pericoloso andare in giro a quest'ora》mi dice qualcuno
《Sono solo le 21:30 le strade sono molto trafficate!》
《Posso accompagnarti fino all'hotel?》
《Va bene》dico fredda. So che Matteo non si attenderà molto facilmente.
Arriviamo in hotel, lui ha parlato per tutto il tragitto mentre, io, l'ho ignorato per tutto il tragitto. Avevo la testa da tutta un'altra parte. Perché Fede non mi cerca? Perchè non lo cerchi tu? No, finché non mi cercherà lui io non lo cercherò. E allora non ti lamentare!
《Ci vediamo domani》mi saluta Matteo per poi andarsene subito.
Domani? Ha intenzione di seguirmi anche domani? Bene.
Salgo in stanza. Io e Anto abbiamo la stessa camera ma, all'interno di essa, si trovano due stanze da letto. Entro nella mia camera, indosso la maglietta di Fede e mi corico. Il letto è così morbido ma è... è freddo, troppo freddo. Sono sola nel letto, nessuno accanto a me da cui posso riscaldarmi. Sospiro.
Che starà facendo a quest'ora? Sono le dieci di sera, sarà uscito? Sarà con qualche ragazza? Ma che paranoica! Sei partita da soli due giorni! Lo so ma... ma non sei mica la sua ragazza, può uscire con chi gli pare e piace! Lo so... però mi aspettavo una sua chiamata. Vabhe concentriamo per domani. Domani ha inizio tutto, tutto il mio futuro dipende da domani.
Sono pronta? Sì, lo sono!

"Abbiamo un sogno identico
Cambia la prospettiva
Entrambi sul campo il tuo corpo è perfetto
Come Ronaldo
Che segna di tacco
Dolce e perfetto come un bracciale di perla
Come 'sta musica che ci accomuna
Come Parigi con dietro la luna
Come la fiamma che accende la legna
Come il ricordo che sveglia Superga
Come una vita non infinita
Ma vissuta fino all'ultima riga.
Fino alla fine del tempo, fino alla fine dei giorni
Questa notte è un inferno fino a quando non torni"

Il mio Diazepam BluWhere stories live. Discover now