Chapter 3

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Dopo la cena deliziosa che gli avevo preparato mi invitò ad uscire.
Era un po' bipolare, prima mi voleva quasi ammazzare e ora mi invitava ad uscire?
Accettai volentieri, d'altronde era da due anni che non uscivo con un ragazzo. Il mio ex mi aveva lasciato profonde lacune dentro, che mi avevano causato depressione e mi rendevano insicura di me stessa.
Poi con la mia indole solitaria socializzare non era il mio forte.
Mano a mano che le persone mi conoscevano più cambiavano opinione su di me, da timidona passavo anche ad essere l'anima della festa...ma dovevo fidarmi molto prima di mostrare il mio lato umano e lasciare via la freddezza che mi ero ricamata come scudo.

Alvaro era taciturno. Non parlava.
Io anche se avessi voluto farlo non avrei avuto nulla da dire.
Camminammo fino in piazza Duomo.
-Odio Milano!
Bofonchiai.
-Perché?
Chiese lui stupito.
-Mi manca dove abitavo prima di venire qui...e il bello è che abito qui da appena un giorno, ma mi sembra tutto così distante... Il profumo della terra bagnata, svegliarsi con gli uccellini che cantano,le montagne, i prati...la città è così caotica,insulsa, le persone non si conoscono, non ci sono distese di prati, solo coltri di palazzi...insomma...
-Capisco...
Sbuffammo insieme.
Decidemmo di andare in un pub dopo che gli raccontai di come iniziai ad odiare le discoteche poiché mi vomitarono sulle scarpe e fui costretta a tornarmene al paese a piedi nudi. Così mi portò in un posto un po' fuori a bere una birra.
Io presi una rossa e lui una nera.
Al quinto boccale di birra che bevemmo, Alvaro fece chiamare al barista un taxi per riportarci a casa.
Ma non mi riportò a casa mia...
Quella era la casa di Alvaro.

Ci avviammo su per le scale che portavano al suo appartamento.
Arrivati Alvaro fece fatica ad infilare le chiavi nella serratura.
Al sesto tentativo ci riuscì.
Mi prese per mano e gli spuntò un sorriso da maniaco.
-È dalle audizioni che aspettavo questo momento!
Mi disse nell'orecchio.

*ATTENZIONE!SCENA ESPLICITA (La storia censurata riprende nel prossimo capitolo)*

Mi lanciò sul divano e mi si accavallò sopra.
Iniziò a baciarmi, poi proseguì sul collo e poi sempre più giù.
Scostò la maglietta e il reggiseno che indossavo ed iniziò a baciarmi i seni.
Poi mi tolse la maglia e rimase un momento fulminato con un sorriso da ebete stampato in viso.
Mi strappò abilmente il reggiseno.
Poi lo spinsi leggermente indietro e mi misi sopra di lui in modo da avere il pieno controllo.
Gli tolsi la maglietta. Non potevo credere di avere il suo petto tutto per me, ma che dico, lui era a mia disposizione.
Dopo vari e intensi baci, ci togliemmo anche  i calzoni.
Vedevo la sua erezione puntare diritta verso di me.
Osservai Alvaro e notai che non ce la faceva più a trattenersi.
Quindi, gli sfilai con grazia i boxer e iniziai a toccarglielo con una mano, poi Alvaro  la avvolse sulla sua ed iniziò a fare su e giù.
Aveva una faccia da drogato e un sorriso ebete ma era comunque bellissimo.
Andava sempre più veloce.
Alvaro contrasse i muscoli e venne.
Si ripulì dal liquido e si addormentò come un bambino.
Era adorabile, mi cingeva a sé come un pupazzo, con dolci abbracci anche se russava come un dannato...

Broken Strings ~Alvaro Soler FFWhere stories live. Discover now