Capitolo 29: Nell'anima del soldato

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Sospirai e, mio malgrado, annuii.

- Come hai intenzione di farlo?

Mulkin osservò l'animale per un breve istante, e strinse la mascella. La ferita ormai era completamente cicatrizzata, fatta eccezione per un punto nel centro, dove la carne era ancora lucida.

Avremo girato attorno alla bestia, lui a destra e io a sinistra. Io avevo un coltello, mentre lui due pugnali da lancio sulle cosce, residui della sua carriera nell'esercito, da cui non era riuscito a separarsi del tutto. Avremo attirato il drago in un angolo chiuso, in modo che non potesse scappare, e allora avremo posto fine alla sua miseria.

Poco dopo, stavo procedendo in punta di piedi nell'erba.

Il drago stava saltellando per cercare di raggiungere la cima di un pino, in modo da mangiarne le pigne ricolme di pinoli. Era molto magro, a tal punto che riuscivo a vedere tutte le sue costole, e non sembrava consapevole del mondo circostante.

Sembrava un cucciolo, dal modo di fare.

Ero talmente impegnato a osservarlo che, per errore, calpestai un ramo. Il rumore secco del legno spezzato attirò l'attenzione della bestia, che spostò lo sguardo su di me.

Coi cuori che battevano freneticamente, cercai di restare immobile, pregando che l'animale perdesse interesse. Con la coda dell'occhio, vidi che si stava avvicinando, e dovetti ricorrere a tutta la mia forza di volontà per non scappare.

Avvertii il suo naso frugarmi fra i vestiti, come quello di un cane affettuoso, e sentii le gambe molli. Pensai fosse sul punto di attaccarmi, ma non accadde. Sembrava desideroso di giocare.

- Mulkin, aspetta - sussurrai, guardando il drago con più attenzione. - Non credo che sia aggressivo.

La creatura mi diede un colpetto sul petto - un colpetto che mi fece perdere l'equilibrio. L'aveva fatto per scherzo, probabilmente, ma non era consapevole della propria forza. Ruzzolai nell'erba, e mi rialzai giusto in tempo per vedere un pugnale da lancio conficcarsi nell'occhio destro della bestia, che collassò a terra con un tonfo che fece tremare la terra circostante.

- Mulkin! - gemetti, avvicinandomi al drago più velocemente che potei.

Gli accarezzai il muso inerte, mentre gli occhi mi si colmavano di lacrime.

Il soldato, ansante, emerse dal suo nascondiglio e strappò il pugnale dal cranio della bestia con un gesto crudo e rapido.

- Mulkin, guarda che hai fatto - balbettai.

Lui inarcò le sopracciglia.

- Ti ho salvato la vita? - disse, seccato.

- Non mi avrebbe attaccato. Sembrava così spaesato. Credo volesse giocare - continuai, accarezzando inconsapevolmente il capo della bestia.

- Giocare?! Se ti avesse colpito un po' più forte, avrebbe potuto spezzarti un braccio o peggio - sibilò Mulkin, senza degnare il drago di un'occhiata. - Ha avuto ciò che si meritava. Ora andiamo.

- Non era come il drago che abbiamo abbattuto io e Melina - sussurrai. - Quello ha cercato di attaccarci, mentre questo... non sembrava nemmeno conscio di...

Mulkin non mi permise di finire la frase, prendendomi per un braccio. Ero talmente frastornato che non mi opposi. Scoccai un'ultima occhiata al cadavere del drago e mi si strinse il cuore.

*

Sparviero

- Artigern? - chiamai, col naso incollato a terra.

Il Nido del DragoWhere stories live. Discover now