Capitolo 29: Nell'anima del soldato

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Non sto più aggiornando regolarmente per via di una fase full-immersion nello studio, ma ogni tanto mi farò sentire, ragazzi.

Spero che questo capitolo vi possa tenere compagnia nel frattempo!

Le linee temporali cominciano a imbrogliarsi come un bel gomitolo di lana con cui gioca un gattone ciccione...

Artigern

Mi sentivo piuttosto confuso.

Non ricordavo cosa fosse successo, sapevo solo che era stato molto rapido e non avevo nemmeno avuto il tempo di comprendere appieno che ruolo avessi avuto nella vicenda.

Deglutii un grumo di saliva e avvertii il sapore del sangue in bocca. Dovevo essermi morso una guancia durante la colluttazione.

Feci per mettermi seduto, ma una mano ruvida e sgradevole al tatto mi tappò la bocca, spingendomi a terra.

- Shh - sibilò Mulkin, guardandomi con i suoi occhi color inchiostro, che guizzavano rapidi come quelli di un uccello al minimo rumore. - Non fare un fiato.

Cominciai a preoccuparmi. Scostai la mano del soldato e mi posi al suo fianco, osservando l'esterno attraverso i cespugli dietro i quali ci eravamo nascosti.

- Cos'è successo? - sussurrai, sottovoce, mentre mi massaggiavo la nuca. Mi faceva piuttosto male, come se avessi un gomito piantato alla base del collo, fra spalla destra e orecchio. Avvertii del sangue raggrumato sotto le dita e feci una smorfia.

- Siamo stati attaccati da una bestia - mormorò Mulkin. - Una... una grande bestia. Credo fosse un drago, ma non ne sono sicuro. Sembrava impazzito. Ti ha colpito con la coda, e hai sbattuto la testa su un tronco prima di riuscire a difenderti con l'arco.

Osservai i monconi dell'arma, spezzatasi nell'impatto, ed ebbi l'impressione di avere un groppo in gola. Mi portai una mano alla vita e le mie dita si strinsero attorno all'elsa fredda del pugnale. Quello c'era ancora. Non amavo i coltelli, ma, in mancanza di meglio, mi sarei dovuto accontentare.

- Sono riuscito a stento a portarti qui prima che ti schiacciasse. Non ci ha nemmeno seguiti, ha perso interesse subito dopo. Si comportava in modo davvero strano.

- Ho visto altri draghi così - sospirai, con una sensazione di oppressione al petto. - Sono fuggiti dagli allevamenti, quando ormai erano stati abbandonati sia dai draghi stessi che dagli umani. Sembrano completamente smarriti, senza qualcuno a prendersi cura di loro. Non riescono a sopravvivere da soli. Sono creature ridotte ai minimi termini, animali in cattività che, ora di nuovo in libertà, non sanno più cosa fare e si limitano a vagare nei dintorni. Io e Melina ne abbiamo abbattuto uno non più di due settimane fa. E' stato molto... non è stato bello.

Avvertivo lo sguardo pungente di Mulkin sul lato destro del viso, e mi sembrava che una serie di spilli mi stesse punzecchiando le guance.

- Non riusciremo a spostarci da qui, se non lo eliminiamo. Continua a girarci attorno - sussurrò il soldato. - Uno di noi deve attirarlo, e l'altro dovrà ucciderlo.

- Dobbiamo proprio farlo? Non c'è un altro modo? - sospirai, deglutendo a fatica. Riuscivo a scorgere alcuni sprazzi di giallo fra gli alberi, il riflesso delle squame del drago.

Era vero che avevo aiutato Melina ad uccidere la bestia, ma Mulkin non sapeva che avevo esitato e, per poco, questo non era costato la mia vita. Mi ero salvato solo perché Melina era riuscita a colpire il drago nell'occhio sinistro con una freccia.

- No. Non vedi? E' come se ci stesse cercando, senza riuscire a trovarci. Dev'essere intontito, come hai detto tu. Non sa cosa fare. Cosa preferisci? Lui o noi?

Il Nido del DragoWhere stories live. Discover now