(R) Capitolo 11: Avanti, marche!

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Sparviero

Nonostante fossimo entrambi tristi per essere stati costretti a lasciare Nonna Nube, e ogni giorno sentissi la mancanza di Delia, io e Arty trovammo conforto nella reciproca compagnia. Quando lasciammo la foresta nei pressi di Kurna, l'estate stava ormai volgendo al termine e al grande caldo umido e soffocante si era sostituito il freddo delle sere autunnali. Le foglie della foresta si erano colorate di rosso, giallo e marrone, come una dama che estrae i vestiti dell'armadio invernale, e un tappeto di aghi di pino secchi aveva ricoperto il terreno, creando un morbido strato su cui adoravo poggiare le zampe.

Secondo la mappa di Nonna Nube avremmo dovuto seguire il torrente che scorreva poco lontano dalla sua capanna per giungere alla base delle montagne, fino al Monte Zanna, un'aspra vetta dalla forma bicuspide. Una volta giunti lì, avremmo trovato una caverna, un passaggio sotterraneo che ci avrebbe consentito di attraversare la catena rocciosa senza dover affrontare il gelo mortale delle cime, sempre imbiancate da uno strato di neve. Con l'arrivo dei freddi, non avrebbe fatto altro che infittirsi. Pochi conoscevano quel passaggio sotterraneo, scavato tempo addietro dagli Athi per tenersi in contatto con i draghi oltre le montagne, ma non avevamo la garanzia di essere soli, quindi avremmo tenuto gli occhi aperti. Da lì in poi il percorso sarebbe stato molto più facile: oltre al Monte Zanna la montagna sfumava in collina, per poi diventare una dolce piana fertile, dove gli umani dell'ovest coltivavano ogni sorta di vegetali. Pianificavamo già di rifornirci in quel luogo, approfittando della gentilezza di quegli uomini... certo, non avremmo detto loro niente, ma ciò che importava era il pensiero.

Il problema con cui ci stavamo confrontando in quel momento era non perdere la strada giusta: Arty non aveva un buon senso dell'orientamento, ma io sì, per nostra fortuna. Se avessimo seguito il suo modo di leggere la mappa, chissà dove saremmo finiti. Povero, nanico Athi, col senso di orientamento di un porro.

- Non ho il senso di orientamento di un porro! - protestò lui, il volto paonazzo per l'indignazione.

- Adesso saremmo all'allevamento Minston, se ti avessi dato retta - lo schernii, ridendo di gusto, mentre scavavo nel terreno con gli artigli.  - Oppure nelle fauci di qualche drago impazzito.

Arty fece per ribattere, ma io gli soffiai in faccia. Lui sputacchiò e tossì, cercando aria fresca.

- Hai l'alito più abominevole che abbia avuto la sfortuna di annusare - gemette, tappandosi il naso. - Perché non mangi un po' di verdura, oltre che carne cruda?

Estrasse un cipollotto selvatico dallo zaino, porgendomelo. Io emisi un soffio basso e minaccioso, facendo un salto all'indietro, e corsi via.

- Torna qui! - urlò l'Athi, seguendomi con la cipolla in mano. Estrasse altre verdure dallo zaino, nel tentativo di convincermi. - Ho anche delle carote, se le cipolle non ti piacciono!

- HHSSSSSSSSS!

- Dai, Sparviero, smettila di fare il bambinone - disse, apostrofandomi con un indice, una volta che mi ebbe raggiunto, sventolando la verdura sotto il mio naso. Che schifo, quel cibo da conigli. - Bonnie mi diceva che i bravi bambini mangiano le verdure. Sennò ti cadranno tutti i dentini.

- A te, forse, con quei denti minuscoli che hai - ribattei. - Ma io sono un drago! Una potente creatura millenaria! I miei denti sono d'acciaio, non ho bisogno di quelle schifezze che tu chiami "carote".

- Millenaria, eh? Non avevi solo quattro mesi?

- Beh - farfugliai, colto di sorpresa, cercando di inventarmi una motivazione plausibile. - Ma i miei mesi valgono come anni! Quindi tecnicamente sono più grande di te! E sei tu a dover fare quello che ti dico io, perché ho esperienza di vita, a tua differenza.

Il Nido del DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora