Chapter 11

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Le giornate trascorrevano tranquille tra una lezione ed una capatina in biblioteca

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Le giornate trascorrevano tranquille tra una lezione ed una capatina in biblioteca. Per fortuna era riuscito ad evitare domande scomode da parte di Louis che sembrava essere una cozza per come stava sempre attaccato ad Harry.

Zayn ne era felice. Vedeva nella figura del riccio la salvezza per il suo migliore amico. Con lui lo vedeva così sereno e spensierato. Senza etichette o frasi di circostanza. Lo vedeva così sè stesso con quegli occhi luminosi e quel sorriso così sincero da tirargli fuori delle rughette ai lati degli occhi azzurri.

Il Grifondoro stava simpatico anche a lui: aveva trovato, nel corso della seppur ancora breve vita, poche persone come lui. Harry era la persona più sincera e genuina che avesse mai conosciuto. In alcuni casi gli ricordava sè stesso da bambino, con quella curiosità che gli spingeva a fare domande su qualsiasi cosa ed a stupirsi di ogni minima cosa. Purtroppo lui aveva perso quest'aurea troppo presto, ma era così felice di leggere quella luce negli occhi del riccio.

Aveva appena terminato la sua lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, l'ultima per quella giornata, e si stava dirigendo verso la Sala Grande con quel suo passo ordinato e calmo. Raggiunto Louis alla tavolata dei Serpeverde si rese conto che l'aria che tirava era inquieta. C'era agitazione tra i professori e tra gli alunni, ma nessuno parlava chiaramente di cosa stesse accadendo.

"Cos'è successo?" domandò allora il moro a Louis.

"Stavo per chiederlo a te, in realtà" rispose quest'ultimo con una scrollata di spalle. "Di sicuro Niall ne saprà qualcosa, quel ragazzo è peggio di una vecchietta quando si tratta di pettegolezzi" continuò ridacchiando.

Zayn non potè fare a meno di ridacchiare a sua volta.

"Dopo pranzo glielo chiediamo" annunciò il castano.

Il moro sgranò gli occhi. Cos'era quel plurale che aveva usato? Chiediamo? Ma no, no ed ancora no. Non poteva. Se ci fosse stato Niall, ci sarebbe stato anche Harry. E se ci fossero stati entrambi, ci sarebbe stato anche Lui. Era stato così attento nelle ultime settimane ad evitare di incrociarlo anche per sbaglio nei corridoi della scuola ed adesso cosa avrebbe dovuto fare? Gettarsi bendato nella gabbia di un leone, ecco cosa stava per fare. E cosa avrebbe dovuto dire? E se l'avesse toccato di nuovo, anche per sbaglio? Avrebbe preso fuoco, di sicuro. Ne era certo al cento per cento.

"Ho da fare dopo pranzo" disse allora al suo migliore amico.

"Andiamo Zee. Non fare la femminuccia" rispose quello rifilandogli un pugnetto sulla spalla.

"Non sono una femminuccia" ribattè incrociando le braccia e mettendo su un broncio degno di un bambino di quattro anni.

"Ma guardalo quant'è carino" scherzò Louis strapazzandogli le guance con le dita, come quelle prozie fastidiose che vedi solo a Natale.

"E smettila, dai" disse, non potendo evitare di ridacchiare.

"Solo se mi accompagnerai dagli altri dopo" lo minacciò scherzosamente l'amico.

"Sei un ricattatore" gli rispose aggrottando le sopracciglia.

"Non mi hai ancora risposto" lo prese in giro il castano.

"Non riuscirò mai a dirti di no, vero?" disse allora scoraggiato Zayn.

"Vero" sorrise vittorioso l'altro.

"Ti odio" borbottò il moro spingendolo lievemente.

"Lo so che mi ami" rise Louis.

"Seh, credici" alzò gli occhi al cielo quello.

"Dai, andiamo!"

Zayn si alzò lentamente dalla panca, ed altrettanto lentamente raccolse tutta la sua roba. Cercava di procrastinare quanto possibile quel momento. Gli si arrossavano le gote al solo pensarci.

Aveva in mente un'unica cosa: Lui.

Through My WallsWhere stories live. Discover now