20. Prigionia.

467 18 2
                                    

Mi sveglio.
Sono in una stanza buia.
Molto originali questi rapirori... commento fra me e me mentre mi accorgo di non riuscire a capire dove mi trovi. Potrei anche non essere più a Baltimora.
Faccio una smorfia sentendo il mal di testa colpirmi come un pugno.
«Buongiorno tesoro.» mi saluta Harry con un ghigno. Lo guardo in cagnesco, mentre lui mi sorride malignamente: «Oh, non fare quella faccia... So che sei felice di vedermi.»
«Che ci fai fuori di prigione, Harry?» sbotto muovendo i polsi allacciati dietro allo schienale della sedia con una corda. Non pensavo che essere legati in questo modo potesse fare così male.
«Sono venuto a farti un salutino, tesoro.»
«Direi che mi hai fatto soffrire abbastanza, no?» commento con incredibile calma.
«Non è mai stato nelle mie intenzioni farti del male, lo sai...» si avvicina tentando di baciarmi, ma io mi sposto. «Perché tutta questa freddezza?»
«Non stiamo più insieme, Stiles, pensavo lo avessi capito.»
Si sposta i capelli lunghi neri con una mano. Gli occhi color ghiaccio mi guardano cupi: «Non mi avevi mai detto che volessi rompere.»
«Beh, credevo che fosse esplicito dopo averti denunciato alla polizia...» mi blocco. Possibile che non lo sappia?
Annuisce e ride beffardo: «Oh... Giusto giusto. Ma che faresti se ti dicessi che  io ti voglio ancora?» si avvicina, i nostri nasi sono a pochi centimetri l'uno dall'altro.
Gli sputo addosso senza pensarci due volte. Vedo la rabbia montare sul suo volto. Forse ho fatto un gesto avventato, dopotutto in questo momento ha lui il coltello dalla parte del manico, ma l'odio che provo per lui supera qualsiasi cosa. Mi ha rovinata, mi ha convinta a prendere strade sbagliate. È tutta colpa sua se ho dovuto lottare per farmi nuovi amici, per sentirmi a mio agio con qualcuno.
«Non mi disprezzavi prima però, vero?» serra le mani a pugno.
«Ti disprezzo da quando ho capito che per colpa tua ho passato gli anni del college da sola a fare stronzate. Mio padre ha rischiato di perdere il posto, sai? Sei uno stronzo che pensa solo a se stesso e...» prendo un respiro e finisco di parlare. «Con te era solo sesso.»
Mi da un pugno in pieno viso, sento le ossa del mio naso rompersi e un dolore forte assalirmi.
«Kyle aveva ragione, sei solo una puttanella.»
Mi volto verso di lui, non gli darò la soddisfazione di averla vinta: «Tu sei solo un coglione che ha un ego smisurato.»
Ride: «Perfetto. Questa sera chiamo Dimitri. Sai, hai dato pochissimi dettagli sulla sua identità alla polizia, ma lui cerca vendetta. Non volevo crederci. Speravo ci fosse una possibilità. Credevo che mi amassi e che le cose sarebbero tornate come prima.»
«Tu sei un malato! Cosa credevi? Che rapendomi ti avrei accolto a braccia aperte? Mi fai schifo.»
Si allontana da me, qualcosa cambia nel suo sguardo. Ora sembra più cattivo di prima: «Vado e poi torno da te, puttanella.»

Cara Calamity,
non so esattamente perché ti sto scrivendo, ma sei via da più di un giorno e io non riesco a stare senza di te. Vorrei averti qui, poterti stringere, inspirare il tuo profumo. Non ti ho mai detto quanto lo ami... Avrei voluto farlo. Si dice che le persone le si apprezza di più quando le si ha perse. Io ti amavo già quando ero qui, ma ora che sei lontana mi tornano alla mente tutte le cose che non ho avuto il tempo di fare o di dirti. Darei l'anima per poter tornare indietro e trovare il modo di salvarti. Adesso saremmo sul divano a continuare la nostra maratona, anche se ti devo confessare che ieri non guardavo lo schermo: fra le braccia avevo qualcosa di più bello e ho preferito osservarlo mentre sorrideva. Nella testa ho l'immagine del tuo corpo sorretto da quel bastardo che ti porta via. Sono stato uno stupido a cadere in una trappola così semplice, ma quando si tratta di te perdo la testa. Ti stiamo cercando, okay? Ti troveremo e sbatteremo in cella quegli stronzi. Te lo prometto. Dio, al pensiero che ti possano far del male giuro che spaccherei tutto. Ho già chiamato tuo padre, ha abbandonato il lavoro ed è tornato qui. Mi sono scusato con lui miliardi di volte, lui all'inizio mi ha dato un pugno, poi è scoppiato a piangere e io con lui. Ora dice che non è stata colpa mia, che presto sarai di nuovo con noi. Stella si è trasferita in questa casa per qualche giorno. So che non avresti voluto che si preoccupasse, ma non potevo permettere che non sapesse nulla. Mi fa compagnia e mi dà coraggio. Parliamo di te, di come vi siete conosciute, dei momenti felici che avete passato insieme. È una brava amica, sono felice di sapere che è stata al tuo fianco fino ad ora. Siamo tutti così dannatamente preoccupati per te.
Grazie a Stella sono riuscito a salire sul tuo profilo Facebook. Perché non mi hai detto delle minacce di Kyle? Avrei fatto qualcosa, avrei chiamato rinforzi. Beh, ormai non ha importanza. Questa notte non dormirò, esattamente come quella precedente e come quelle che verranno. Continuo a pensarti in chissà quale posto, legata, ferita. Quei bastardi la pagheranno. Lo giuro. Ti troverò, Calamity, quanto è vero che ti amo.
Tuo per sempre,
Zack.

Sospiro, non so da quanto tempo io sia qui. Minuti, giorni, forse solo ore...
Il naso ha smesso di sanguinare, la testa non mi fa più male, ma i polsi mi bruciano a causa dei miei vani tentativi di liberarmi. Le caviglie sono legate alle gambe della sedia e non provo neanche a muoverle perché ho già il dolore al naso da sopportare. Sono rassegnata, posso solo aspettare che qualcuno mi venga a liberare.
Zack, fai presto.
Come farà a sapere dove sono?
Non importa. Mi troverà. Ne sono sicura.
«Sono tornato.» Harry spunta fuori dal buio della stanza in cui sono imprigionata. Ha in mano un bicchiere.
Dio, sto morendo di sete e di fame.
«Ti ho portato dell'acqua.» mi sorride premuroso.
Lo guardo scettica: «Chi mi dice che non è avvelenata?»
Lui ride: «Ho parlato con Dimitri: ci raggiungerà domani e, beh, vuole occuparsi di te personalmente. E non penso si limiterà ad ucciderti... Quindi non posso farti troppo male...» sospira. «Peccato, no?»
Non oppongo resistenza quando mi avvicina il bicchiere alle labbra, bevo in pochi secondi il contenuto. «Brava la mia ragazza.» commenta lui accarezzandomi la nuca.
«Non sono la tua ragazza.» ripeto scocciata. Harry mi ignora.
«Il tuo fidanzatino sembra che non ti abbia ancora trovata, Smoke. Sicura che ci tenga a te?» Kyle si posiziona a fianco di Harry, ha un ghigno malefico sul viso che gli illumina gli occhi scuri. I capelli platino gli arrivano alle sopracciglia.
«Va' al diavolo, Kyle.»
«Oh, fidati, dopo che Dimitri avrà finito con te pregherai che ti uccida. L'inferno ti sembrerà cosa da poco.»
Rabbrividisco, ma continuo a guardarli sprezzante. Non voglio dargli la soddisfazione di fargli vedere che ho paura.
Kyle sospira: «Ci divertiamo un po' prima di domani?»
Harry gli lancia un'occhiataccia: «Direi che con quel pugno per oggi ho fatto abbastanza, no?»
Lui sbuffa, poi esce. Il mio ex mi guarda sincero: «Calamity io non voglio farti troppo male, lo sai.»
Questa volta sono io a ridere. «Harry, smettila di fare il coglione. Se te lo chiedesse Dimitri mi uccideresti, ne sono sicura.»
«Magari lo farei, ma non ne sarei felice.» afferma avvicinandosi a me. «C'era un tempo in cui ti amavo e anche tu amavi me.»
Scuoto la testa mentre le lacrime premono per uscire: «La tua vicinanza mi ha rovinato la vita e l'ha rovinata anche a mio padre.»
«Eravamo convinti di potercela cavare, di poter essere adulti. Ci credevamo. Come puoi biasimarmi ora? Persino tu pensavi fosse giusto quello che facevi.»
Le lacrime mi rigano le guance: «Io... Io lo credevo solo perché me lo dicevi tu... Eri... Eri l'unica persona che avevo... Mi odiavano tutti... Mi hanno sempre odiata tutti.»
Lui mi asciuga il viso con le sue dita da pianista che tanto adoravo: «Abbiamo fatto degli sbagli... Io... Io però credo ancora in quello che facevamo. Potresti tornare con me, potremmo diventare Bonny e Clayde, potremmo vivere insieme per sempre.»
Ripenso a tutto quello che ho passato, a tutti i pianti in solitudine, al mio incontro con Zack, alla felicità che così come se n'era andata ora è tornata, agli All Time Low, a Stella che non mi ha mai lasciata sola.
No, non la rivoglio quella vita che facevo al liceo.
Mi riprendo e lo guardo severa: «Non potrei mai tornare sui miei passi dopo tutto quello che ho passato. Ora so cosa significa avere degli amici, avere un fidanzato che mi ama e che non mi usa, sentirmi accettata da qualcuno che non sia Stella. Tutto questo non me lo potresti mai dare, sono cose che ho conosciuto dopo aver lasciato te.»
Si allontana colpito dalle mie parole, la rabbia sembra montargli dentro: «Ti pentirai della tua scelta. Soffrirai per quello che mi hai detto. Dici che quel coglione con cui vivi ti ama? Beh, non lo rivedrai mai più.»
Sta per colpirmi, ma ci ripensa. Esce alla velocità della luce e io mi ritrovo di nuovo sola.

Runaways.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora