11. Andiamo a New York.

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«Ti ho trovata attraente fin da subito, sai? Poi ho notato che oltre quel bel visino c'era un cuore puro. Non sopporto quando ti sottovaluti o dici di essere sbagliata. Gli altri sono spinti a fartelo credere perché si rendono conto di essere inferiori a te, al tuo carattere
«Dai, smettila. Non devi fare il leccaculo per stare con me, sai?»
«Non sto facendo il leccaculo. È il mio modo di farti capire quello che penso di te. Anche se dovremo tenerlo nascosto: se i miei capi mi scoprissero mi licenzierebbero.»
«Io non credo di essere molto diversa dagli altri. Ho fatto i miei errori come tutti, non credi?»
«Non tutti li avrebbero confessati, sai?»
Mi fermo a guardare il cielo, cercando di riflettere su quello che Zack mi ha appena detto. Lui mi dà un bacio sul collo, facendomi venire i brividi.
«Non hai paura che faccia qualche cazzata? Voglio dire, penso sia chiaro che non sono una santa...» chiedo guardandolo. Le sue iridi verdi hanno le sfumature di un abisso profondo, rischiarate dalla luce della luna.
«So che se i tuoi sentimenti sono sinceri non mi ferirai. Se invece lo farai significa che non ci tenevi abbastanza. Inoltre credo che infrangendo le regole su cui si basa la mia vita da anni ti abbia già dimostrato quanto ci tenga a te. Mi hai messo con le spalle al muro, Smoke, ed è incredibilmente piacevole.»

Mi sveglio, mentre per la milionesima volta sorrido, ricordando le belle parole che Zack mi ha rivolto la sera del nostro bacio. Dopo cena, infatti, mio padre è uscito con Annabeth, la segretaria con cui ha una storiella che si rifiuta sempre di ammettere, e ci ha lasciati soli. Siamo andati in camera mia e abbiamo passato il tempo sdraiati sul mio letto, senza fare cose strane, ma limitandoci a stare abbracciati e a parlare. Zack mi accarezzava i capelli con una mano, mentre con l'altro braccio mi stringeva a se. Da quel momento passiamo così le nostre serate: a guardare le stelle e a raccontarci momenti del nostro passato che riteniamo importanti.
Cosa dice mio padre? Si è rassegnato a tutta questa storia, soprattutto perché crede che un agente del Programma Protezione Testimoni non mi possa di certo far del male...
«Buongiorno Cal.» mi saluta Zack dandomi un bacio a stampo.
Penso che non riuscirò mai ad abituarmi all'idea di essere riuscita a conquistare qualcuno di così attraente, anche se ormai ho capito che lui non è solo bello, ma è anche molto sensibile, il che, in qualche strano modo, me lo fa amare ancora di più.
«Buongiorno Zack.» rispondo accarezzandogli la guancia.
«Dobbiamo preparare le valigie oggi.» mi annuncia.
Porca troia.
«Cazzo, non ho più scritto a Stella!» mi alzo di scatto, correndo verso il computer. Apro la cartella delle mail e ci ritrovo cinque messaggi dalla mia migliore amica. Come ho fatto a dimenticarmi di lei?
«Merrick è colpa tua!» mi lamento, facendolo ridere.
Lui mi si avvicina, cingendomi i fianchi da dietro e guardandomi mentre le scrivo che domani saremo tutti da lei, non solo io e Zack, ma anche il resto della band.
Una volta finito di digitare, premo invio, senza neanche rileggere il testo, seppur consapevole che Stella mi prenderà in giro per eventuali errori ortografici.
La mia guardia del corpo controlla il suo cellulare: «Jack mi chiede se la tua amica è single...»
«Digli che non la da facilmente in giro... Non voglio che mi facciate fare figure di merda fin da subito...»
Lui ride, emettendo uno dei suoni più belli che io abbia mai sentito.
«Zack... Ma poi la canzone che ti era venuta in mente alle prove?» chiedo.
«Alex ne ha inciso un pezzo, ma è solo chitarra... Preferisco fartela sentire pronta, soprattutto perché nella mia mente eri tu la protagonista dei versi che cantavo...»
Mi sento arrossire e abbasso lo sguardo, dopo una settimana che stiamo insieme non sono ancora abituata a certi suoi atteggiamenti...
Lui mi alza il viso con due dita sotto al mento: «Ora non tirartela eh...»
Gli do una spintarella: «Fanculo Merrick.»
Nonostante ora sia il mio fidanzato, rimane una testa di cazzo.
Andiamo a fare colazione, poi il resto della giornata passa velocemente, mentre mettiamo a posto le ultime cose prima del nostro viaggio. Mio padre ci ha concesso di stare via una notte, a patto che io e Zack dormiamo nella stessa stanza, cosa che a noi non dispiace affatto.
Faccio fatica a dormire, troppo felice al pensiero di riabbracciare Stella.

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