9. Vado a far visita ad un (nuovo) amico.

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Sto scrivendo una mail a Stella, raccontandole per filo e per segno il mio incontro con gli All Time Low, avvenuto solo ieri. Non dimentico di parlare della bellezza di Zack mentre suonava il suo basso e di quella di sua sorella, che in un certo senso gli assomiglia, e di quanto mi piaccia la voce di Alex. La risposta della mia migliore amica a distanza non tarda ad arrivare, chiedendomi di mandarle una demo di una canzone. Collego il cellulare di Zack (che si sta facendo la doccia) al mio computer e mi trasferisco sul telefono la registrazione di Weightless, la canzone che hanno cantato alle prove. Aggiungo che non so quando le risponderò perché Zack si sta lavando e, come fa sempre da quando ha scoperto la mia passione per i suoi addominali, se ne starà a torso nudo per le prossime tre ore, distraendomi da qualsiasi cosa. Non appena invio la mail mi affretto a staccare il telefono che vibra.
È un messaggio da Jack.
Sorrido e lo leggo, pensando che infondo Zack non può nascondermi nulla vivendo con me.

Da Jack: Allora, quando te la scopi quella Calamity?

Ghigno divertita e sto per rispondere, quando la mia guardia del corpo esce dal bagno. Indossa solo i pantaloni della tuta, ma non appena mi vede con in mano il suo telefono si dimentica dell'orgoglio per i suoi muscoli e corre a riprenderselo. Lo schivo, premendo sullo schermo per far partire la registrazione: «Ciao Jack, sono Calamity... Zack era sotto la doccia e io casualmente sono entrata in possesso del suo telefono, leggendo il tuo messaggio.» Zack mi raggiunge, cingendomi con le sue forti braccia nel tentativo di prendere il suo cellulare. «Ma ora è qui e tenta di riprendersi questo iPhone da quattro soldi... Che ne dici se gli faccio la tua domanda? Zack, Jack chiede quando scopiamo...»
Rimango in attesa di una risposta, che però non arriva. Lascio la presa sul telefono, colpita dalla sua reazione così scontrosa. Si riprende il cellulare, si allontana da me e si mette una maglia, mentre io lo osservo, non riuscendo a capire cosa stia facendo.
Tento di sorridere: «Dai, Zack... Ti stavo prendendo in giro... So che Jack è uno scemo. Non ho frainteso, tranquillo.»
È incredibile come deva sempre mettere in chiaro le cose con lui.
Si allaccia la felpa e nel frattempo mi guarda: «Meno male, perché, come ti ho già detto, io e te non possiamo avere una relazione...»
«...sì, ho capito. È contro le regole, io non sono il tuo tipo e blah blah blah.» cerco di chiudere la conversazione incrociando le braccia davanti al petto e osservando lo schermo nero del pc. «Vorrei solo che non puntassi sempre a chiarire questa cosa. È imbarazzante, lo sai? Non dico solo per il fatto che mi fai sentire una bambina, ma anche perché mi umilia. Non è bello sentirsi rifiutati da una persona, specie se quella persona deve vivere con te ventiquattro ore su ventiquattro.» mi alzo ed esco dalla stanza. Non so cosa mi succeda, ma sento le lacrime pungermi gli occhi. Non ho voglia che Zack mi veda piangere, perciò faccio una cosa che non sono più riuscita a fare: esco di casa. Probabilmente Zack non pensa che io possa arrivare a tanto. Lo capisco dal fatto che non mi segue in salotto come è suo solito fare. Credo che mi voglia dare tempo per smaltire la mia delusione, perciò decido di uscire senza fare troppo rumore. Una volta all'aperto mi metto a correre, senza una meta ben precisa. Ho indosso solo una felpa blu e un paio di leggins grigi e tremo di freddo. Vado "dove mi porta il cuore" e, inaspettatamente, mi ritrovo a casa di Alex, chiedendomi come abbia fatto a trovare la strada. Il garage è chiuso, il che mi porta a fare il giro della casa alla ricerca di un indizio per capire dove sia la sua camera. Lo trovo seduto sul davanzale della finestra del secondo piano, intento ad accarezzare una chitarra e a guardare nel vuoto. Raccolgo un sassolino da terra e glielo lancio, cercando di attirare la sua attenzione. Lui volta lo sguardo verso il basso e io agito la mano in segno di saluto. Presto la sua espressione confusa diventa un sorriso amichevole. Apre la finestra e mi chiede cosa faccia li tutta sola. Si sporge alla ricerca di Zack.
Scuoto la testa: «Alex... Zack non sa che sono qui.»
Per poco il ragazzo dai capelli azzurri non cade dal davanzale. Mi guarda per interminabili secondi, poi annuisce e va via dalla finestra. Temo di averlo spaventato e inizio a domandarmi cosa fare se non tornerà più, fino a quando non lo vedo corrermi incontro con una giacchetta di pelle in mano.
«Ora andiamo in garage e mi spieghi tutto, d'accordo?» annuisco, mentre indosso il giubottino che mi ha portato.
Entriamo nella stanza dove li ho visti provare. È tutto rimasto come ieri pomeriggio, il che mi conforta perché mi fa sentire parte di quel posto in qualche modo.
«Alex, mi dispiace di essere piombata qui senza preavviso...» mi scuso a testa bassa.
Lui mi sorride: «Non ti preoccupare. Sei la benvenuta tutte le volte che vuoi.»
«Ho fatto una cazzata a scappare così.» sospiro, mettendomi le mani davanti alla faccia.
Alex mi accarezza la schiena: «Cosa ha fatto Zack per farti fuggire?»
Lo guardo, stupita dal fatto che ha capito già metà della storia. Lui alza le spalle: «Lo conosco da dodici anni, dolcezza, vuoi che non sappia quanto possa essere idiota?»
Mi lascio scappare un mezzo risolino, poi inizio a raccontare dal principio. Da quando mio padre mi chiese se era abbastanza sexy per me, fino alla sbornia e a tutte le volte in cui ha cercato di mettermi a disagio con il suo corpo. Mi sorprende che riesco a parlare senza il minimo imbarazzo. Alex ascolta in silenzio, poi, appena ho finito, dice la sua: «Calamity, io non sono in casa con voi due, per fortuna, ma credo che siate entrambi innamorati l'uno dell'altra. Come ho già detto so perfettamente i comportamenti da cazzone che Zack può assumere a volte, ma ti posso giurare che mai, e sottolineo mai, ci ha presentato una sua protetta. L'unica ragazza che ha portato alle prove è sempre stata sua sorella. Io temo che tu abbia qualcosa di speciale, ma che lui sia bloccato dalle regole del lavoro che fa.»
Il mio cuore fa una capriola al suono di quelle parole e non posso fare a meno di arrossire.
«Alex, mettiamo il caso che tu abbia ragione... Perché continua a mettermi in imbarazzo andando in giro mezzo nudo o facendo battute sul fatto che lo trovo attraente?» domando con l'orgoglio ferito.
«Zack non ha mai avuto molte fidanzate, ma quando stava con qualcuna la cosa che gli riusciva meglio era farla ridere. Credo che questo sia il suo modo per... sedurti.» le iridi profonde di Alex penetrano nelle mie color nocciola. Non so cosa dire talmente sono persa nei miei pensieri.
Alla fine mi decido a parlare: «E se io non fossi attratta da lui? Dopotutto me la sono cercata: ho chiesto io una guardia del corpo sexy, ma io non pensavo ad una storia seria. Non sto con una persona da... Beh... Da un mese e mezzo, anche se mi sembra un secolo...» faccio una pausa. «Alex, io non so come si faccia a corteggiare qualcuno. Non so nemmeno se mi piaccia davvero. In tutta la mia vita ho avuto solo un ragazzo e ti assicuro che non è finita bene.»
Fa per rispondermi, quando il suo cellulare inizia a vibrare. Guarda lo schermo, nonostante entrambi sappiamo che sia lui, poi me lo porge: «Credo che sia meglio se gli parli tu.»
Seppur controvoglia premo il tasto verde e mi preparo alla sfuriata che mi aspetta.
«Alex... Ho fatto un casino...» dice la voce di Zack senza aspettare che io dica nulla. Rimango in ascolto capendo che forse l'intento del ragazzo dai capelli azzurri era farmi sentire cosa gli avrebbe confessato. «Ho fatto il coglione con Calamity e temo di aver mandato tutto a puttane... È scappata di casa e non so dove sia... Per caso è passata da te?»
Il cuore mi martella nel petto, mentre gli rispondo: «Si, sono qui da Alex.»
Lo sento tirare un sospiro di sollievo: «Porca miseria, Calamity! Mi hai fatto prendere un colpo. Io... Temevo di averti persa...»
«Ne parliamo dopo.» taglio corto io, ancora seccata. «Ti aspetto qui.»
Ripasso il cellulare ad Alex, che riprende la conversazione con Zack: «Non so cosa tu abbia combinato, ma sembra piuttosto incazzata... Ti conviene trovare un bel modo per farti perdonare, Merrick.»
Riattacca ed entrambi aspettiamo che arrivi. Nell'attesa parliamo della loro band e di quanto mi siano piaciuti. Dieci minuti dopo lo sportello del garage si apre, rivelando il pick-up nero di Zack.
Non appena scende dalla macchina mi corre incontro, stringendomi nel più bell'abbraccio che io abbia mai ricevuto. Mi dimentico di qualsiasi cosa: del mio orgoglio triturato, di Alex e del fatto che non volevo farmi vedere piangere perché ora lo sto decisamente facendo. È strano, non ho mai versato una lacrima dopo la mia rottura con Harry o dopo il processo. Ho sempre affrontato tutto con tenacia, senza mai mostrarmi debole agli altri o a me stessa. Invece ora non riesco a smettere di singhiozzare e in un certo senso mi odio per questo. Non volevo che mi vedessero piangere.
Zack mi accarezza i capelli e mi sussurra un sincero "mi dispiace", stringendomi a se ancora di più. Quando finalmente riesco a tranquillizzarmi, mi allontano da lui, guardando verso il basso e scusandomi con entrambi per la scenata.
Sento Alex appoggiarmi una mano sulla spalla: «Stai accumulando troppe cose, credo che questa reazione sia uno sfogo di tutto quello che ti è capitato. Siamo tuoi amici, non devi scusarti con noi.» annuisco e alzo gli occhi giusto in tempo per vederlo voltarsi verso Zack. «Credo che voi due dobbiate parlare di un bel po' di cose...»
Scuoto la testa: «No, non c'è bisogno. Zack Merrick non è interessato a me. Ho capito. Ora torniamo a casa, per favore.»
Non mi importa più. Sono stanca di questa storia, perciò saluto Alex e salgo in macchina, decisa a dimenticare tutta questa stupida storia.
Zack prende il posto del conducente e fa per dire qualcosa, ma io lo blocco: «Ti prego, non peggiorare le cose. Mi sento già abbastanza umiliata senza che tu dica nulla.»
Lui annuisce e torna a guardare la strada. Una volta a casa vado in camera mia, mi sdraio sul letto e mi metto ad ascoltare musica dal computer. Ho solo le demo delle canzoni degli All Time Low, quindi mi accontento di quelle. Zack non entra nella stanza, rimane dietro alla porta a difendermi da una minaccia che non sembra esistere.
Mi tornano in mente le parole che mi ha rivolto la mattina dopo la mia sbronza: Ti proteggerò da te stessa, aveva detto. Sorrido amaramente: forse da me stessa si, ma da quello che provo per lui no.

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