Capitolo 15: Ciao ragazzina

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Solo quando apro i miei occhi, verso la stanza che per circa un mese è stata mia, mi rendo conto che questa sarebbe stata l'ultima volta in cui mi sarei svegliata qui. L'ultima volta che guardandomi intorno avrei potuto, anche per sbaglio incontrare il viso di Damon. Sbadiglio, mettendomi seduta sul letto, intanto nella mia camera entra Elijha; "buongiorno tesoro, dormito bene?"; Mi domanda con premura, avvicinandosi a me; "si, credo si. Almeno non avuto nessun'incubo". Non posso di certo dire che l'altra notte sia stata serena e spensierata, ho quasi rischiato di morire, ma grazie a Damon non è successo. Ha salvato la mia vita, rinunciando per sempre a quella di Elena, mi domando perchè abbia fatto un simile gesto. Vorrei ricordarmi di più, ho la strana sensazione, che non ricordi qualcosa di ieri sera. Eppure ricordo il momento in cui mi sono svegliata, e lui era lì di fianco a me insieme ai miei zii e mio padre. Mi passo una mano sulla testa, un po' disperatamente. Cos'è che manca?, Cos'è che continua a sfuggirmi?. Sospiro un po' frustrata, forse sto solo ingigantendo le cose, ieri è stata una giornata difficile, credo che sia questo a farmi sentire, un po' vuota. "So che è difficile tesoro mio, ma dobbiamo andare"; annuisco ad Elijha e inizio ad alzarmi dal letto, controvoglia; "Darcey"; mi richiama mio padre; "si"; "so che è difficile per te lasciare questa città, quindi vorrei che fossi sicura della tua scelta"; annuisco debolmente; "la mia vita è con voi, insieme alle persone che mi amano davvero"; sottolineo malinconica. Qui non rimane nulla per me, solo i pezzi rotti del mio cuore spezzato, ed un vampiro che non mi amerà mai abbastanza. Senza indugiare, prendo gli abiti che avevo preparato ieri sera, da mettere oggi, e l'indosso. Prima di scendere al piano di sotto, riguardo per l'ultima volta quella camera, la stessa che doveva essere la mia prigione, e che è diventata la fonte più grande della mia libertà.

"Questa sarà sarà la tua stanza, per pochi giorni o per sempre. Sta a te decidere". Le sue parole sono ancora perfettamente incise nella mia mente. Neanche io avrei mai creduto, che alla fine di tutta questa strana storia, io in quella stanza ci sarei voluta rimanere per sempre. Sto per scendere le scale quando noto la porta della camera di Damon aperta, quasi con un filo di speranza, nel riuscirlo a salutare come vorrei davvero, entro. Mi guardo attorno ma di lui non c'è traccia. Ma lì senza volerlo c'è un ricordo. Proprio sul suo letto.

"Grazie"; mi sussurra flebilmente; "non ho fatto nulla"; replico io spostando lo sguardo altrove; "invece si, hai fatto molto di più di quello che pensi. E per quanto possa valere, il bacio che ti ho dato, per me era vero".

Senza volerlo quel ricordo, ha scatenato in me qualcosa, facendomi scivolare sul viso una piccola e amara lacrima. Quella notte lui stava per morire, e sembrava quasi che mi stesse confessando qualcosa. Asciugo velocemente il mio viso, devo scendere al piano di sotto, e non voglio che qualcuno, sopratutto lui mi veda piangere. Scendo lentamente le scale, e come dei piccoli flashback, dei piccoli e frammentari ricordi appaiono nella mia mente. Come quella volta in cui con i miei poteri stavo per ucciderlo, solo che arrivato Stefan, salvandolo dalla mia ira. Lo odiavo davvero allora, e non avrei esitato ad ucciderlo. Ma non so come o perchè, all'improvviso colui che volevo morto, è diventato il motivo per cui io sarei morta. Tutti mi guardano scendere le scale, sopratutto la mia famiglia, che è impaziente di tornare a casa. "Le prendo io le valige"; mi scosto, e lascio prendere a Kol le mie valige. I fratelli Salvatore sono davanti a me. Stafan mi osserva con aria un po' malinconica, mentre Damon neanche mi guarda, cerca in tutti i modi di evitare il mio sguardo. Osservo per l'ultima volta, il soggiorno di quella casa. Lì lascio tutte le mie urla con Damon e tutti i nostri scontri. Il mio sguardo è perso, fisso sul quel camino che come sempre arde, proprio come tutte le volte in cui i nostri sguardi si sfidavano. "Tesoro, dobbiamo andare adesso"; mi richiama mio padre; "sì andiamo"; rispondo camminando verso la porta. Sono sul giardino esterno della villa, e mi volto un'ultima volta verso i due fratelli; "ciao Darcey, è stato un onore averti conosciuta"; mi dice Stefan, mentre mi avvicino a loro; "verrai a trovarmi, vero?"; Domando cercando di trattenere le mie lacrime; " certo, ogni volta che posso"; mi rassicura abbracciandomi. Quando le braccia di Stefan mi lasciano, il mio sguardo si posa immediatamente verso il fratello, di fianco a lui; "mi dispiace, non sono riuscita a completare l'incantesimo"; sussurro abbassando il mio sguardo verso il vialetto. Volevo renderlo felice, ma ho fallito; "va tutto bene"; cerca di tranquillizzarmi, anche se so perfettamente che per lui niente di tutto ciò può andare bene. Mi avvicino maggiormente a lui, alzando i miei occhi verso i suoi; "non lasciarti andare. Promettimi che non spegnerai mai i tuoi sentimenti"; lui annuisce, sorridendo debolmente; "lo farò. Adesso vai, hai la tua famiglia e tutto quello che hai sempre desiderato. Tornare nella tua New Orleans"; la sua mano accarezza la mia guancia, mentre io annuisco fingendo di sorridere; "già. Addio Damon". Lo saluto per l'ultima volta, volandomi verso la mia nuova vita. I miei zii e mio padre mi sorridono, contenti di poter passare la loro esistenza insieme a me. Mio padre si avvicina a me, guardandomi con aria un po' assente e crucciata; "sei sicura che non vuoi rimanere?"; La sua domanda mi lascia sbigottita, solo guardando il mio viso, ha capito quanto sia difficile per me lasciare questa piccola città, mi correggo, lasciare Damon. Mi giro un'ultima volta verso di loro, sperando che Damon mi guardi e con gli occhi mi suggerisca di rimanere. Mi basta un solo sguardo, uno solo, per convincermi a rimanere con loro, abbandonando anche il sogno di vivere con la mia vera famiglia. Ma quando i miei occhi si fermano su di lui, niente di tutto quello che avevo immaginato avviene. I suoi occhi sono fissi a terra, e non cercano affatto i miei. " non c'è nulla qui per me, andiamo Elijha". Mi è passata una vita davanti, insieme a tutte le sue stupide battutine sarcastiche, i suoi modi poco educati e il modo in cui mi guardava quando era arrabbiato. Ed infine ho capito che non c'è più nessuna vita, perchè ha scelto, e non ha scelto me. Salgo nell'auto che Klaus ha noleggiato per il nostro ritorno a casa. E come avrei già dovuto immaginare, è una lussuosissima limousine che ci riaccompagnerà a casa. È Tipico di mio zio Nick e del suo grande ed infinito ego. Mi siedo di fianco a Kol, che mi scruta con preoccupazione, e notando il mio viso un po' spento, cerca di sorridermi. Appoggio la mia testa sul finestrino senza staccare un solo attimo i miei occhi da quella casa e da lui. Non siamo stati nulla. Non siamo stati fidanzati, in fondo neanche siamo stati amici, siamo stati solo due sconosciuti, che ad un certo punto delle loro vite, si sono incontrati, o per meglio dire scontrati. Siamo stati un incidente. Ed io in questo incidente ho rischiato di morire, mentre lui n'è rimasto completamente illeso. L'auto continua a viaggiare, adesso siamo difronte il cartello di benvenuto di Mystic Falls.

Fear to love again {The vampire diaries}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora