Capitolo 14: Doppi addii

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Questa mattina Damon mi ha letteralmente buttata giù dal letto. I miei occhi ancora faticano a chiudersi, dopo la notte abbastanza turbolenta che abbiamo passato, avevo bisogno di dormire, ma a quanto pare le priorità di Damon sono sempre più importanti. Come ogni mattina Stefan mi ha preparato la tazza con la verbena. Vado verso il tavolo, per poterla prendere e berla, ma non appena le mie mani la sfiorano, Damon mi afferra per un braccio; "dobbiamo eliminare la barriera ai confini della città, o mi toccherà vivere per l'eternità in questo posto"; sbuffo e mi scosto da lui; "va bene andiamo, ma non toccarmi"; lo avviso abbastanza infastidita. Salgo nella sua auto; "pensavo di andarmene senza annullare l'incantesimo"; scherzo, fingendo un tono abbastanza serio; "il mio sarcasmo alla fine ti ha travolta"; imito la sua espressione quando sogghigna e alzo un sopracciglio; "oddio, ho creato un mostro"; ride divertito. "Piuttosto oggi è l'ultimo giorno"; lo interrompo senza fargli finire la frase, credo di sapere dove vuole arrivare; "tranquillo questa sera farò il rito per riportare in vita Elena". Si volta verso di me corrugando la fronte; "non intendevo quello, volevo invitare tutti i nostri amici a casa così potevi salutarli"; lo guardo un po' confusa, ed imbarazzata. "Va bene, mi sembra un'idea davvero bella"; ammetto sorridendogli. Arriviamo davanti il confine della città, e scendiamo dall'auto. Senza perdere tempo, mi concentro, e incanalo un po' di poteri dagli elementi vicino a me. Non è mai così semplice annullare un incantesimo, richiede molta energia vitale, energia che questa notte mi serve per un rito ancora più potente; "quod honestum est a me interfecit a me"; ripeto almeno tre volte. Credo che l'incantesimo sia spezzato, ma non è sono sicura al cento per cento; "Damon cerca di varcare il confine"; lui mi guarda un po' titubante, e con aria infantile; "non è una trappola?, Magari vuoi farmi fuori, e non appena varco la soglia brucio o muoio di qualche atroce incantesimo"; roteo gli occhi, a causa della sua infantilità, neanche avessi a che fare con un bambino di cinque anni. "L'idea la trovo allentante, e forse ci ho anche pensato di farti fuori. Ma non è questo il caso"; gli dico indicando di camminare verso il confine; "Nessun'assassino dice alla vittima quando vuole ucciderla"; impreco mentalmente, e cerco di mantenere la calma, difronte i suoi modi fastidiosi; "muoviti"; urlo spingendolo verso il confine; "va bene, non sono morto, e sono passato"; alzo gli occhi al cielo. Mi domando come fa ad avere sempre voglia di scherzare; "va bene, adesso che sono sicuro che non passerò l'eternità qui possiamo andare ragazzina, abbiamo una festa da organizzare". Saliamo nuovamente nella sua auto, e ci dirigiamo verso casa. Quando arriviamo, Stefan è impegnato ad ascoltare Caroline, l'organizzatrice della mia festa d'addio. La scena che io e Damon abbiamo davanti è alquanto divertente, ma i soli a ridere siamo io e lui. Stefan ha l'aria di chi non avrebbe mai voluto essere nato, finge di ascoltare Caroline, e sbuffa in continuazione. Caroline intanto continua a lamentarsi dei ragazzi che hanno consegnato la torta sbagliata, e di quanto sia difficile organizzare una festa perfetta. Questa ragazza è ossessionata dalla perfezione, ma più che un difetto lo trovo una sua caratteristica che la rende divertente e unica; "mi dite chi dei due le ha detto che poteva organizzare questa festa?"; Domanda Stefan proprio davanti a Caroline, credo che ormai sia arrivato a limite; "Stefan"; gli urla lei adirata; "è una festa d'addio, quindi rilassati, non è il ballo dei fondatori". Io e Damon ci guardiamo divertiti, cercando di trattenere le nostre risate; "fratello calmati, ti fa male al cuore agitarti, ormai hai una certa età"; interviene Damon per alleggerire la situazione, prendendo Stefan sotto la sua ala protettiva, trascinandolo in giardino. Carolonie continua a guardare Stefan con aria infuocata, ed io mi avvicino a lei, poggiando una mano sulla sua spalla; "grazie per tutto quello che hai fatto, e stai facendo per me"; le dico con il cuore; "sei una ragazza adorabile, e se Damon dovesse davvero lasciarti andare, confermerò solo quanto sia una testa vuota"; le sorrido debolmente, e cerco di non pensare a lui, in fondo sapevo già fin dall'inizio che le cose sarebbero finite in questo modo. Io che concludo il rito, lui che si riconcilia con la sua amata Elena, ed io che me ne ritorno con il cuore spezzato a New Orleans. Per quasi tutta la giornata io, Caroline e con l'aiuto di Bonnie, non abbiamo fatto altro che sistemare la casa, per la festa di questa sera. I due Salvatore, sono spariti non si sa dove, non appena abbiamo iniziato a spazzare e pulire la cucina, che si era sporcata mentre preparavamo i dolci per questa sera. Io e le mie amiche guardiamo con aria soddisfatta, la tavola imbandita di dolci e la piccola sala da ballo che abbiamo noi stesse preparato, spostando tutti i mobili del soggiorno della villa. Fra pochi minuti arriveranno gli invitati, ed io insieme alle ragazze, corriamo a preparaci al piano di sopra. Apro il mio armadio e inizio a spulciare fra gli abiti che Damon aveva comprato, e mentre sposto una delle giacche di jeans, mi rendo conto di un vestitino nero aderente, che non avevo mai visto prima d'ora. Lo guardo con più attenzione, prendendolo fra le mani. Osservandolo mi rendo conto che è tutto in pizzo, e alla fine del vestito c'è un bellissimo orlo in merletto, dalla bellezza e dal tipo di tessuto usato, mi rendo conto che è stato fatto a mano. Dall'interno del vestito fuoriesce un piccolo bigliettino; "questo è per te Darcey Keen Mikaelson"; sorrido senza essere in grado di contenermi, e senza indugiare, lo indosso. Sento il campanello suonare più e più volte, molti invitati sono già qui, quindi credo sia arrivato il momento di scendere al piano di sotto. Quando arrivo davanti le scale, prendo fiato, e mi guardo attorno, tutti i miei amici di questa città sono venuti, e sono impazienti di potermi salutare. Scendo le scale sotto lo sguardo di Jeremy e Matt; "sei bellissima"; dice il barista biondo, che mi ha sempre portato allegria e alcool quando ne avevo bisogno; "grazie Matt"; "Posso abbracciarti?"; Mi domanda con aria dolce; "certo che puoi"; mi abbraccia teneramente; "mi mancherai molto"; gli sussurro mentre ci abbracciamo; "anche tu, sei una buona amica"; lo guardo sorridendo, mi mancherà davvero questo ragazzo e il locale dove lavora, lo stesso dove passavamo intere serate a bere e parlare di tutto con Jeremy e lui. Matt con una scusa si allontana, lasciandomi con il suo amico; "allora"; diciamo all'unisono. Ci guardiamo con imbarazzo; "parla prima tu"; Jeremy si schiarisce la voce, e accarezza la sua testa con nervosismo; "le cose fra di noi sono state strane, però penso che mi mancherai"; prendo il suo braccio e lo trascino verso di me, stringendolo in un caldo ed affettuoso abbraccio; "troverai la ragazza giusta per te. Sei stato prezioso per me, mi hai incoraggiata e sostenuta in momenti brutti, ed è quello che fanno i veri amici". Mentre io e Jeremy continuiamo a parlare si avvicina a noi Alaric; "posso rubartela un minuto"; Chiede al mio amico; "è tutta tua"; replica Jeremy lasciandoci da soli per raggiungere Stefan. Alaric mi guarda e sospira più volte; "sai Darcey quando Damon ti ha portata qui, ho pensato che fosse un vero pazzo. Ma con il passare del tempo ho imparato a conoscerti, e sei una ragazza dolce e forte, sei tenace ed una strega potente ed eccezionale. E adesso penso che rapirti e portarti qui, sia stata l'azione più sensata che abbia fatto negli ultimi cento anni. Dopo anni ho rivisto il mio migliore amico sorridere, e solo grazie a te. Mi dispiace che tu abbia deciso di andartene. Uno perchè iniziavi a starmi simpatica"; dice ridendo, facendo ridere anche me; "e due, perché potevi essere la sua salvezza"; "ma lui non vuole essere salvato"; replico con il cuore in gola. Quando inizio a sentire un fastidioso e familiare pizzicore agli occhi, sorrido ad Alaric, e cerco di parlare d'altro; "verrai a trovarmi?"; Chiedo fingendo che quello che ci siamo detti prima, non sia stato importante; "si certo che verrò"; mi rassicura, abbracciandomi. Passeggio e sorrido a tutti gli invitati, sono almeno venti muniti che non faccio altro. Prendo un bicchiere di vino rosso sul tavolo, ed inizio a sorseggiarlo; "non hai l'età per bere"; mi volto roteando gli occhi, verso Enzo che mi sorride divertito; "e tu non avevi il diritto di rapirmi"; sottolineo senza ormai nessun rancore; "non ti rapirò mai più promesso"; scherza alzando le mani in segno di resa; "ci conto sai"; lo guardo di sottecchi, per poi scoppiare a ridere; "Darcey"; mi chiama Bonny, guardandomi estasiata; "sei bellissima con questo abito"; commenta esterrefatta; "grazie, anche tu sei bellissima"; le mie guance si colorano di rosso, anche se da parte di una ragazza, i complimenti mi fanno arrossire; "Damon ti ha vista?"; Mi domanda con aria maliziosa Enzo. Divento ancora più rossa, e Bonnie si rende conto del mio imbarazzo e colpisce con il gomito il torace del suo ragazzo; "no in realtà da quando è iniziata la festa non l'ho visto"; ammetto iniziando a guardarmi intorno; "lì c'è Stefan sarà meglio che chieda a lui"; prima di andare verso Stefan, mi rivolto nuovamente verso la strega; "Bonnie"; la richiamo sorridendole; "grazie per tutto quello che hai fatto per me, sei stata una vera amica". Raggiungo Stefan che sta dialogando con Matt e Jeremy; "scusa Stefan"; lo chiamo un po' tentennate; "dimmi"; si volta verso di me con aria tranquilla e del tutto rilassata; "hai visto Damon?"; Chiedo sperando in una risposta positiva da parte del fratello; "no mi dispiace"; replica scrollando le spalle. Con un po' di rammarico mi volto verso il tavolo delle bevande; "aspetta devo dirti una cosa"; mi ferma Stefan. Mi volto verso si lui e lo guardo attentamente; "speravo che mio fratello mettesse da parte il ricordo di Elena"; gli sorrido con molta amarezza. Stefan ha sempre voluto proteggere il fratello, nonostante sia lui il più piccolo fra i due; "non possiamo decidere chi dobbiamo amare"; replico delusa; "lui è solo un codardo, ed uno stupido"; l'affermazione di Stefan mi fa sorridere divertita, come se volesse difendermi da ciò che mi ha fatto il fratello; "sii felice anche senza di lui"; istintivamente lo abbraccio forte, chiudendo gli occhi; "ho affrontato situazioni più grandi di me, quindi si, credo che riuscirò ad essere felice"; lo rassicuro sospirando. Non dimenticherò mai Damon. Il suo ricordo con il tempo muterà, e ciò che di lui mi mancherà, e che adesso mi sta facendo soffrire, un giorno si trasformerà in un lieve sorriso nostalgico. Un dolce e amaro ricordo di ciò che è rimasto di un amore mai vissuto. "Mi mancherai, so che il modo in cui sei entrata nelle nostre vite, non è stato affatto consueto"; scuoto il capo sorridendo; "però mi ero abituato a te. Era come avere in casa una sorella più piccola"; mi confessa avvolgendomi il cuore di tenerezza; "promettimi che mi verrai a trovare a New Orleans". Anche Stefan è riuscito ad entrare nel mio cuore, è un ottimo fratello ed un ottimo amico, non voglio che le nostre vite prendano strade troppo distanti fra loro. Mi piace pensare che lui ci sarà sempre per me. "Promesso piccola Darcey"; dice allontanandosi facendomi l'occhiolino. La festa ha iniziato a prendere vita, tutti ballano ed urlano, perchè si stanno divertendo, e di questo ne sono davvero felice. Ma io ho bisogno di un po' d'aria fresca. Sul piccolo portico del giardino interno, in piedi a fissare il cielo stellato e la grande luna, c'è Damon. Forse è qui da quando sono arrivati tutti gli altri. Mi avvicino a lui, cercando di non far rumore, ma i miei tacchi mi tradiscono; "la festeggiata dovrebbe rimanere dentro con gli invitati"; mi fa notare voltandosi verso di me. Ed eccolo di nuovo quello sguardo sognate. I suoi occhi mi guardano e sembrano vivere solo per me. Almeno solo per qualche piccolo istante sfuggente; "sei bellissima con questo vestito"; si complimenta con me, abbasso per un attimo il mio sguardo, cercando di nascondere il velato rossore alle guance; "hai buon gusto"; dico facendogli sbarrare gli occhi. Pensava sul serio che non l'avrei capito?. "Tu capisci sempre tutto di me. Invece io, quando penso che finalmente sono riuscito a capire tutto su di te, tu mi sorprendi"; mi avvicino a lui, con aria un po' turbata; "E' quasi ora, la luna è in posizione ottimale per il rito"; gli spiego indicandogli la luna, lui annuisce e ci voltiamo per raggiungere le cantine. Ormai è giunto il momento che tanto aspettava, ed io mi sento morire dentro sempre di più, ad ogni passo. "Mi dispiace"; dice all'improvviso mentre camminiamo. Si volta verso di me, con aria abbastanza frustrata; "per cosa?"; Gli domando cercando di sorridere; "Damon non è colpa tua, dovevo lasciarti perdere dall'inizio. Non ci siamo mai voluti allo stesso modo". Lo sento sospirare mentre abbassa il suo capo rivolgendolo al prato ben curato. "Però c'è stato un momento in cui, per un attimo, ho creduto che i tuoi occhi brillassero solo per me"; la voce inizia a tremarmi, e i miei occhi luccicano a causa del ricordo di quel momento, alzo il mio sguardo verso di lui, voglio che i miei occhi ed i suoi si guardino adesso; "la sera del ballo, quando mi hai vista arrivare, con quel abito lungo, avevi gli occhi lucidi. Mi hai guardato come non avevi mai fatto prima, mentre le tue labbra sfoggiavano uno dei tuoi sorrisi più belli". Cerco di riprendere fiato, e di non far scendere quelle lacrime che tanto minacciano di solcare il mio viso; "e mi piace credere che tu quella sera mi abbia amata davvero. Che i nostri sguardi non erano solo una recita"; la sua mano si poggia sul mio viso, mentre i suoi occhi mi guardano con malinconia e fragilità; "non mi dimenticherò mai di te ragazzina. In poco tempo sei riuscita ad amarmi come nessuna in quasi duecento anni aveva mai fatto. Non ti dimenticherò mai, e questo mi spaventa perchè tu lo farai mi dimenticherai. E forse è giusto così"; Ci guardiamo intensamente, la luce della notte conferisce ai suoi occhi un chiarore diverso, non li avevo mai visti così blu ed intensi. "E' il momento"; sospiro con aria di rassegnazione. Raggiungiamo la cantina, dove ho già preparato un altare per il rito. "Ignis"; accendo le candele, e spargo sul corpo di Elena le ceneri di Blake, e quelle di colei che era una volta la zia di Elena. Infine traccio dei segni su tutto il suo corpo con il sangue di un essere immortale, ovvero Damon. "Adesso entro nel regno dei morti, devo cercare la sua anima. spero solo che gli antenati mi diano il permesso di proseguire il rito". Damon annuisce serio, mentre io mi distendo sull'altare; "Regnum ad me unum de animabus defunctorum". Adesso il mio corpo è immobile, ma la mia anima sta vangando nel regno dell'oltretomba. Tutto è buio, c'è una leggera nebbia intorno a me, e dei strazianti lamenti mi circondano. Mi guardo intorno in cerca di Elena, le anime mi circondano e mi domandano di aiutarle. Inizio a correre, tutte quelle anime iniziavano a farmi venire i brividi. Mentre corro verso quello che sembra un albero di quercia, i miei occhi intravedono un viso familiare. "Elena"; la richiamo spalancando gli occhi. Lei si volta e mi guarda stupita; "tu chi sei?"; Mi chiede avvicinandosi a me; "Una Strega, ma non abbiamo molto tempo, dobbiamo andare via prima che..."; la mia frase si spezza a metà. Gli antenati sono davanti a me e mi scrutano con serietà; "Darcey Mikaelson, sono settimane che cerchi un contatto con noi"; osservo il volto confuso dell'anima di Elena, mi guarda sotto shock; "vi prego, concedetemi il potere necessario per riportarla in vita"; li supplico con aria disperata; "non possiamo concederti ciò che ci stai chiedendo"; rispondo in coro tutti insieme, le loro voci convergono in un sola, rendendoli ai miei occhi spaventosi; "avete già aiutato mia zia Freya quando ha resuscitato Kol"; "Kol Mikaelson è stato uno stregone, era uno di noi"; replicano nuovamente in coro; "quindi non ho nessun'altra scelta?"; Chiedo guardando Elena con dispiacere; "una vita per un altra. Se la tua anima rimarrà qui, quella della vampira risorgerà nel suo corpo"; spalanco i miei occhi, e rimango senza fiato; "vi prego non potete farlo"; urlo piangendo. Voglio dare a Damon la sua amata Elena, voglio che sia felice, e che abbia il suo lieto fine; "noi abbiamo preso la nostra decisione"; sentenziano con assoluta serietà. Lancio un occhiata ad Elena; "dì a Damon che l'ho fatto per lui"; lei mi osserva terrorizzata, mentre mi consegno agli antenati; "erit anima tua pro nobis"; iniziano a pronunciare, mentre un dolore insopportabile mi attraversa il corpo. Sento i miei occhi sanguinare e il mio corpo mortale indebolirsi sempre di più.

Fear to love again {The vampire diaries}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora