Capitolo 11: Frustrazione e guai in vista

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Mi siedo sbuffando sul bancone del Mystic grill, davanti a me c'è Matt che mi osserva con particolare attenzione. Come biasimarlo, i miei occhi sono vuoti, ed intorno ad essi vi sono delle evidenti occhiaie. La notte precedente non sono riuscita a prendere sonno, mi giravo e rigiravo nel letto, inutilmente, perché riuscivo a sentirle, ancora e ancora, quelle parole taglienti che mi hanno lacerato. I suoi occhi pieni d'ira mi hanno tormentato tutta la notte. "Non hai una bella cera"; infierisce Matt involontariamente; "ti prego dammi una birra"; lo supplico ormai esasperata; "non dovrei dartela, non hai ventun'anni, ma dato che in questa città nulla è normale, e tu hai appena affrontato una strega, posso anche fare uno strappo alla regola"; replica sorridendomi. Prende la mia birra da dietro il bancone e me la porge; "ti va di parlarne?"; Mi domanda amichevolmente; "di cosa? Di me che sono una Mikaelson o di me che mi sono innamorata di un vampiro egocentrico?"; Rispondo sorseggiando la birra. Matt mi lancia un sorrisino quasi divertito; "entrambe le cose se questo in qualche modo ti possa aiutare"; sospiro poggiando la bottiglia sul bancone, come un vero vecchio alcolista. "Sono felice di aver trovato la mia vera famiglia, mi sento parte di qualcosa, ma la mia famiglia sono i Mikaelson, i vampiri originali, e questo mi spaventa, loro sono immortali ed io no, cosa succederà quando io sembrerò più vecchia di mio padre?"; Mi sfogo con il mio amico; "puoi sempre diventare una di loro"; mi fa notare; "io non credo che la tua famiglia sia la vera causa delle tue occhiaie"; continua passando lo strofinaccio sul bancone; "parliamo del vampiro egocentrico che ti ha rubato il cuore"; per poter parlare di lui, devo almeno finire la birra. Riprendo la bottiglia fra le mani, ed inizio a bere fino a dimezzarla, poi la poggio nuovamente, con violenza, sul bancone, sotto lo sguardo vivace e divertito del mio amico. "Non esiste essere più insopportabile di Damon Salvatore"; dico iniziando ad agitarmi; "è in eterna lotta con se stesso, ferisce le persone senza pensare alle conseguenze"; Matt mi ascolta attentamente ed annuisce, facendomi intuire che posso continuare a lamentarmi; "credevo di essere importante per lui. Credevo scioccamente che si potesse affezionare a me, e forse anche amarmi"; confesso, mentre un piccolo nodo, si forma alla base della mia gola. Improvvisamente inizio a fissare il vuoto; "non dimenticherò mai il suo sguardo, mentre mi urlava di andarmene, perché tanto non mi avrebbe mai amato"; dico con un filo di voce; "magari era arrabbiato, non voleva dirti quelle cose"; cerca di rasserenarmi Matt. Scuoto il capo e rivolgo il mio sguardo al mio amico; "non è vero che quando si è arrabbiati si dicono cose che non si pensano. Quando si è arrabbiati si dicono cose che in altri momenti, non si ha mai avuto il coraggio di dire". Damon non ama me, e non mi amerà mai, lui ama la sua Elena, ed io sono stata solamente un diversivo. Io sono e sarò per sempre una seconda scelta per lui. "Conosco Damon da molto, è egoista, arrogante ma morirebbe per le persone che ama"; una lacrima veloce solca la mia guancia, accarezzandola amaramente; "ma non per me, lui non morirebbe mai per me"; sussurro asciugando il mio viso. È stato lui stesso a dirmelo, anzi a sbattermelo violentemente in faccia, senza nessun segno di pentimento. Mentre io e Matt continuiamo quella conversazione, dentro il locale entra una coppia, la ragazza ha dei lunghi capelli biondo cenere ed è vestita come se stesse andando in discoteca, mentre lui è vestito semplicemente con un jeans strappato ed una maglia nera. Dalle linee dei loro visi deduco che sono fratelli, gemelli direi; "vorremmo ordinare"; dice il ragazzo a Matt, che si precipita lì. Rimango a fissarli, e la ragazza se ne rende conto e mi sorride con aria inquietante. Sposto subito il mio sguardo altrove, e finisco la mia birra. Visto che è quasi mezzanotte, decido di tornare a casa, lascio a Matt i soldi sul bancone e lo saluto velocemente con un cenno. Dopo aver camminato un po' senza meta, torno a casa. Sul divano seduto a bere del sangue ci sono Caroline e Stefan; "Darcey come stai?"; Mi domanda con premura la bionda; "sto bene"; rispondo piatta, lei mi guarda un po' cupa, ma non aggiunge altro, sia lei che Stefan mi lasciano salire in camera mia senza assillarmi ulteriormente. Poggio la mia testa sul cuscino, e cerco di chiudere i miei occhi stanchi ed appesantiti. Ma eccoli lì, quei momenti, impressi nella mente, quei ricordi pesanti, all'improvviso, appaiono nella mia mente come un lampo, nel buio più vuoto e silenzioso, mi riempono la mente, e gli occhi neri. Anche oggi il mio corpo è un macigno, ed alzarmi dal letto mi sembra la cosa più difficile da fare. Sollevo di poco il mio corpo, e mi fermo a fissare la finestra, da dove posso scorgere la fitta foresta. Sospiro già stanca, e metto un piede fuori dal letto, e con molta forza di volontà mi alzo. Quando raggiungo il piano di sotto mi fermo davanti il soggiorno, dove c'è Stefan; "buongiorno Darcey"; mi volto verso di lui sorridendo un po' goffamente; "buongiorno Stefan". Mi siedo sul divano e osservo il vampiro davanti a me bere del sangue; "Caroline vorrebbe portati a fare spese uno di questi giorni"; mi informa sedendosi di fianco a me; "ti prego dille di si, o mi renderà la vita un inferno"; mi sussurra sottovoce, cercando di non far sentire nulla a Caroline nell'altra stanza; "ti ho sentito"; urla lei, provocandomi una piccola risata; "visto?"; Mi fa notare divertito; "va bene mi farà bene passare del tempo con lei". Alla mia affermazione, come un lampo arriva Caroline in stanza con un sorriso a trentadue denti, che mi stritola in un abbraccio soffocante; "sapevo che avresti detto si"; dice con entusiasmo. Rimango a fare colazione con loro due, senza chiedere neanche una volta, il motivo dell'assenza di Damon. Durante la colazione ho ricevuto un messaggio da parte di Jeremy, che mi chiedeva d'incontrarci, e onestamente la cosa non mi dispiace affatto. Raggiungo Jeremy al parco, dove ci siamo dati appuntamento poco prima, ci salutiamo e lui mi fa accomodare con gentilezza su una panchina. Ci guardiamo per qualche secondo sorridendoci; "ho saputo della tua famiglia"; inizia con un po' di timore a conversare con me. Lo sapevo adesso che sono una Mikaelson la gente mi vedrà con occhi differenti, ma in fin dei conti io lo sono sempre stata, solo che non lo sapevo, quindi chi sono davvero, non è determinato dal cognome che porto. "Volevo dirti che so quanto possa essere difficile scoprire una cosa del genere. Mia sorella Elena aveva scoperto che era stata adottata"; mi confida con aria malinconica; "apprezzo il tuo interesse, ma io sto bene, sono felice e fiera di essere una Mikaelson"; gli confesso. Non m'importerà mai di ciò che la gente pensa della mia famiglia, so quello che sono capaci di fare, ma so anche che sanno essere leali fra loro, siamo una famiglia nel bene e nel male. Jeremy mi sorride debolmente; "si vede proprio che sei una di loro, dovevo capirlo prima"; scherza divertito; "comunque, vorrei che rimanessimo amici, le cose fra noi non hanno funzionato, ma sei una persona fantastica Darcey Keen, anzi Mikaelson"; dice con aria più seriosa; "sono sia una Keen che una Mikaelson"; preciso ridendo. Non dimenticherò mai i Keen, li ho amati come i miei veri genitori, e rimarranno per sempre una parte di me. "Ragazzina"; Un piccolo terremoto fa tremare le mie mani e le mie gambe, mi volto dall'altro lato, e miei occhi si scontrano contro quelli di Damon, che mi fissa come se fosse annoiato; "sali"; mi ordina categorico. Lo guardo aggrottando le sopracciglia, è un folle se pensa che io salga in auto con lui; "lasciami in pace, sono impegnata"; lui sbuffa e scende dall'auto, venendo verso di me; "sei stata tu a dire che avresti portato a termine il mio piano, quindi adesso vieni nella cripta con me"; mi intima con aria arrabbiata; "vengo"; gli rispondo secca; "ma solo perchè io mantengo la parola data"; gli sottolineo, camminando verso l'auto. Quando scendiamo nella cripta, io mi fermo davanti a lui, incrociando le braccia al petto, con uno sguardo abbastanza carico di rabbia. Lui rimane freddo ed impassibile, fino a quando il mio sguardo non si è fatto troppo insistente; "che c'è?"; Mi domanda allargando le braccia; "non devi mai più darmi ordini in quel modo"; dico usando un tono di rimprovero. Lui come sempre prende tutto come un gioco, e rotea gli occhi al cielo, come se gli dessi fastidio; "scusa se ho ferito il tuo orgoglio"; dice con ironia; "hai ferito molto più del mio orgoglio, ma tanto a te non importa nient'altro che te stesso"; replico con aria delusa, voltandomi verso il grimorio. Dopo ciò che gli ho detto, Damon non ha più aperto bocca, mi ha lasciata lavorare in pace, e dopo vari studi, ho trovato un modo più semplice per invocare gli antenati. "Qui è tutto pronto"; gli comunico seccata; "si ma ci penseremo domani, adesso dobbiamo andare Stefan ci aspetta per la cena"; lo guardo spalancando gli occhi; "la cena?, Non credevo fosse così tardi"; replico sbalordita. Ho passato un intero pomeriggio chiusa qui dentro con Damon, e siamo entrambi vivi, il che significa che abbiamo fatto dei grossi passi avanti. "Si adesso muoviti, mi sono stancato di stare qui"; non cambierà mai, rimarrà sempre il solito vampiro scorbutico e irritante. E nonostante sia così, io non posso fare a meno di provare dei forti sentimenti verso di lui. E solo perchè ci sono stati dei piccoli istanti in cui i suoi occhi hanno brillato difronte ai miei. Arriviamo a casa, e Stafan mi accoglie con il suo solito sorriso, noto che c'è anche Alaric questa sera a cena, lo saluto e senza indugiare ci sediamo intorno al tavolo, tutti tranne Damon che sembra essere di pessimo umore. Esce dalla stanza da pranzo senza scusarsi, noto Stefan irrigidirsi per il comportamento del fratello, ma Caroline lo tranquillizza immediatamente. "Finalmente il pericolo Shora è solo un ricordo"; dice Alaric alzando il suo bicchiere di vino in aria; "brindiamo a Darcey, che le ha tenuto testa"; continua Stefan; "grazie, ma se non fosse arrivato mio padre sarei morta, e sarebbe morto anche Damon"; sottolineo con aria cupa, perchè dovrei prendermi dei meriti che non sono i miei?; "Tu sei stata una guerriera, hai affrontato tutto con coraggio e determinazione, senza crollare, e credimi conta molto di più di chi l'ha uccisa"; interviene Stefan, gli sorrido debolmente, e senza aver toccato cibo, inizio ad alzarmi; "scusatemi, ma ho bisogno di riposare"; tutti loro annuiscono e mi lasciano andare. Non è vero che io non sono crollata, io sono distrutta al momento, solo che sono brava a tenerlo nascosto. Scendo nelle cantine, dove sono sicura di trovarci Damon. Infatti è lì che lo trovo, mentre sorseggia del sangue, osservando la sua ragazza morta. "E' difficile vedere la persona che ami, e non poterle stare vicino come vorresti"; dico avvicinandomi a lui, che si volta a guardami con aria cupa; "che ci fai qui?"; Mi chiede con voce roca; "quello che fai tu, sto con la persona che amo"; la mia voce trema, e miei occhi cercano di guardare i suoi, ma mi sfuggono. "Ti ho detto che non ti amo, ti ho urlato di andartene, perchè sei ancora qui?"; Ha l'aria frustrata, accigliata e oserei dire anche distrutta; "amare qualcuno, non significa dover essere amati a sua volta, l'amore non è un debito. Ed io ti amo, anche se tu non amerai mai me"; Ho il cuore in gola, poggio la mia mano sul suo viso e lo accarezzo, lui chiude i suoi occhi e si lascia sfiorare da me; "va' a dormire Darcey, non c'è niente qui per te, solo un vampiro con il cuore a pezzi e l'anima tormentata"; dice scostandosi, ritornando a bere il suo sangue. Trattengo le lacrime, e senza aggiungere altro, ritorno in camera mia. Fa male tutte le volte, il suo rifiuto è devastante. Il sole bacia la mia guancia, ieri notte dopo varie notti insonni, finalmente ero riuscita a prendere sonno. Non appena mi siedo sul bordo del letto, noto che a guardami fissa, con un sorriso smagliante ci sono Caroline e Bonnie, non sono abituata ad avere tutte queste attenzioni; "buongiorno, vestiti che abbiamo un intenso programma di Shopping"; dice con entusiasmo Caroline mentre Bonnie mi passa i vestiti. Mi stropiccio gli occhi ancora un po' assonata e confusa; "adesso?"; Mi lamento sbadigliando; "si adesso, muoviti senza fare storie"; mi intima ridendo Bonnie. Tiro fuori dal letto il mio corpo e mi vesto velocemente con i vestiti che mi ha passato Bonnie. Quando ho finito di prepararmi, tutte e tre scendiamo al piano di sotto per uscire. Sulle scale incontriamo per mi sfortuna Damon; "dove state andando?"; Chiede guardandomi duramente; "Fatti gli affari tuoi, oggi lei viene con noi, ha già fatto abbastanza"; lo intima Caroline, facendolo ammutolire. Dal tono che ha usato la bionda sembra che sappia ciò che è successo fra me e lui. Ci lascia passare, e mentre scendo le scale ci guardiamo per qualche istante, e una piccola scarica elettrica mi attraversa la schiena quando noto che serra la mascella con durezza. "Una giornata fra ragazze"; urla mentre mette in moto l'auto, Caroline. Le due amiche esultano con allegria, mentre io sprofondo sul sedile posteriore, sperando che tutto quello che stanno facendo la vampira e la strega servi a qualcosa.

Fear to love again {The vampire diaries}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora