Capitolo 7: Dure e amare verità

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Finalmente gli antenati avevano esaudito le mie preghiere, Elijha è qui insieme a Kol e Rebekah e dopo tutti questi giorni passati qui, perdendo quasi la speranza di rivedere la mia amata New Orleans, una piccola fiamma di essa si è appena riaccesa in me. Siamo tutti seduti nel salotto dei fratelli Salvatore, ad ascoltare il minuzioso piano di Damon per mettere fine alla vita della strega che da più di una settimana mi da la caccia. Elijha sembra conoscerla, ma non mi ha detto perchè vuole me, è stato molto vago sull'argomento, come se volesse tenermi all'oscuro di qualcosa. Elijha osserva con attenzione Damon, che continua a parlare; "quindi non appena la ragazzina entra in casa seguita dalla strega, noi  intrappoliamo ed uccidiamo quest'ultima"; termina Damon allargando le braccia teatralmente. Elijha lo guarda sorprendentemente soddisfatto; "il tuo è un ottimo piano Damon"; lancio uno sguardo sbigottito verso il vampiro millenario; "non farò da esca"; preciso spaventata. Il piano di Damon è semplice ma pericoloso, io dovrei attirare qui in casa la strega e la casa sarà protetta dalla mia magia. Io dovrei creare un involucro sterile dentro la villa, nel quale nessuno oltre me potrà usare la magia; "Darcey ci saremo noi a proteggerti"; mi rassicura Kol, mettendo una mano sulla mia spalla. Sospiro leggermente; "va bene"; mi fido ciecamente dei Mikaelson, loro mia hanno sempre tenuta sotto la loro protezione. Preparo gli occorrenti per il rito di indebolimento, e li sistemo sul tavolo; "ti piace questa città?"; Mi domanda Rebekah entrando nella sala da pranzo; "si non è male"; ammetto rimanendo fissa su ciò che devo preparare; "i tuoi incubi?"; Mi chiede, conoscendo bene di che natura infima sono; "peggiorano"; le confido un po' turbata, sono molto stanca, non riesco a dormire bene, ed anche questa notte non sono riuscita a chiudere occhio; "quando torneremo a New Orleans andremo a fare shopping"; esclama entusiasta. Rebekah mi ha sempre trattato come una amica, quasi sorella oserei dire, è sempre stata gentile e premurosa con me; "è scientificamente provato aiuta a diminuire lo stress"; continua notando la mia perplessità; "si ci andremo"; replico ridendo. "Rebekah"; la richiama il fratello Elijha; "si, c'è  qualche problema?"; Lui annuisce con aria piuttosto seria, sistemandosi le maniche della giacca; "devi controllare il perimetro della villa, mentre io, Kol e Stefan andiamo in città per capire dove si nasconde quella strega"; la sorella annuisce ed esce dalla porte del retro come un fulmine, io sposto il mio sguardo verso Elijha; "e Damon non viene con voi?"; Domando sperando con tutta me stessa che non rimanga qui; "qualcuno deve rimanere qui per proteggerti"; replica senza scomporsi; "può rimanere Kol"; gli suggerisco disperata; "no, mi basta un Salvatore da portare in giro, ho bisogno di qualcuno al mio fianco di cui possa fidarmi ciecamente"; mi rassegno definitivamente all'idea di rimanere nuovamente da sola con il vampiro più egocentrico del mondo. In pochi secondi la casa si svuota, ed io rimango da sola con Damon, che per il momento è a bere bourbon nella stanza con il camino. "Sicut ego uti magicis aliis veneficas Comini omnium mortalium"; ripeto bruciando intorno la casa le foglie di acanto con l'essenza di rosa. Cospargo la casa di piccoli talismani, che mi permetteranno di trarre energia quando la strega sarà qui. Le mie forze sono allo stremo, i miei occhi luccicano, e si chiudono senza il mio consenso. Sono seduta sul divano e tengo fra le mani il grimorio, lo sto studiando per capire quale incantesimo usare contro la strega per renderla del tutto senza forze. Damon si avvicina a me, sedendosi anche lui sul divano; "perchè non cerchi di dormire? E' l'alba"; Mi suggerisce chiudendo il mio grimorio. Lo osservo con aria seria, ho le borse sotto gli occhi e sono distrutta; "perchè non so affrontare i miei incubi"; il suo solito ghigno fastidioso, si trasforma in un sorriso rassicurante, sembra quasi dolce; "se ti va puoi appoggiarti a me e provare a dormire, magari sapere che non sei sola potrebbe aiutarti"; mi perdo nei suoi occhi per qualche secondo, ma non riesco a riformulare nella mia testa la sua proposta, che i miei occhi si chiudono, ed il mio viso si poggia delicatamente sulla sua spalla. La testa mi pulsa, e quando apro i miei occhi tutto intorno a me continua a girare; "Finalmente ti sei svegliata"; sobbalzo aderendo allo schienale del divano di velluto pregiato. Avevo completamente scordato che mi ero addormentata sulla sua spalla; "sai avevo un braccio atrofizzato"; scherza sorridendomi divertito; "scusami io non volevo"; mi giustifico abbastanza imbarazzata; "non preoccuparti l'importante che non hai avuto incubi"; mi dice con voce roca e profonda, guardandomi sorridente. Deglutisco nervosa, è vero non ho avuto nessun incubo, ma non può essere collegato al fatto che io abbia dormito fra le sue braccia. Sarebbe assurdo; "oggi devi uscire e farti vedere in giro"; mi ricorda Damon; "si certo"; rispondo ancora turbata, lui sembra stranamente allegro e di buon umore; "che ore sono?"; Gli chiedo notando che il sole sta per tramontare; "sono le sei del pomeriggio"; rimango a bocca aperta ed inizio a gesticolare nervosamente; "ho dormito così tanto?"; "Si, però adesso calmati, eri distrutta"; le sue mani bloccano le mie braccia, e il suo sguardo su di me è sinceramente preoccupato. "Ti squilla il telefono"; mi fa notare indicandomelo. Mi ero talmente persa nei miei pensieri, e dal suo tocco che non ero riuscita a sentire il suono persistente del cellulare. Afferro l'apparecchio telefonico, e lo porto all'orecchio; "Pronto"; "ciao Darcey, è tutto il giorno che provo a chiamarti"; la voce di Jeremy fa roteare gli occhi a Damon che si alza dal divano un po' infastidito; "ho dormito"; rispondo tralasciando l'enorme dettaglio, che ho dormito fra le braccia del vampiro dagli occhi blu; "se ti va ti vengo a prendere così stiamo insieme"; "si certo"; replico abbastanza contenta; "a dopo"; dice chiudendo la chiamata. Mi volto verso Damon, che sorseggia il suo solito bourbon; "farai tardi come ieri?"; Mi chiede con durezza. Eccolo il solito Damon è tornato, iniziavo a preoccuparmi; "non lo so, tanto hai detto tu stesso che devo uscire per attirare la strega"; lui non proferisce parola sorseggia il suo bicchiere e mi ignora. Sbuffo voltandomi verso la mia camera; "non fare tardi ragazzina"; mi ordina infine, prima che io lasci la stanza. Passeggio di fianco a Jeremy, e come sempre mi lamento con lui di quanto sia fastidioso Damon; "lo so che non lo sopporti, ma basta parlare sempre di lui, sembra che quasi quasi ti piace parlare di lui"; spalanco gli occhi difronte l'affermazione di Jeremy; "lui non mi piace affatto, è solo un arrogante ed egoista vampiro, che deve darmi ordini"; sbotto infastidita; "ho detto che ti piace parlare di lui, no che lui ti piace"; specifica facendomi sprofondare nelle vergogna. Fra me e Jeremy è calato il silenzio, uno di quelli imbarazzanti; "scusa per poco fa"; dico per prima; "non preoccuparti, tu mi piaci molto"; mi confessa guardandomi dolcemente. Osserva con insistenza le mie labbra, il suo viso si avvicina a me, prendo un respiro profondo e mi scosto, guardando il vuoto; "io tonerò a New Orleans"; mi giustifico per quel bacio mancato. Lo sguardo di Jeremy è deluso; "capisco"; si limita a dire; "riportami a casa"; gli chiedo con aria dispiaciuta, non volevo ferirlo, ma quando si stava avvicinando a me, il mio istinto primario è stato quello di spostarmi, e non di baciarlo. Stiamo camminando verso la villa dei Salvatore, quando una strana nube bianca, inizia scendere verso me e Jeremy, guardo il mio amico e lui ha sul volto la mia stessa espressione confusa e preoccupata. Questa nebbia l'ho vista molte volte, nei miei incubi. Quando mi rivolto una seconda volta Jeremy, improvvisamente non riesco più a vederlo. Mi volto freneticamente in cerca di lui, ma sembra essere sparito in mezzo alla nebbia; "Darcey l'ultima volta che ti ho vista eri in fasce"; davanti a me c'è una donna, la stessa donna che perseguita i miei sogni, rendendoli crudeli e sanguinosi incubi; "che vuoi da me?"; Le chiedo urlando infuriata; "per adesso nulla, volevo solo vedere come stava la mia bambina"; i miei occhi si riempiono di lacrime; "ti sbagli non sono tua figlia"; ribatto cercando di trattenere quel fastidioso nodo alla gola. La donna dai lunghi capelli nero corvino, si avvicina sempre di più, mentre io continuo ad indietreggiare; "pensi che non riconosca la creatura che io stessa ho partorito"; replica freddamente; "una madre non tormenta o cerca di uccidere i propri figli"; rimango immobile, e la fisso duramente con i pugni serrati. No, non può essere lei la mia vera madre, è solo un altro incubo, e non appena mi sveglierò ci sarà Damon che mi dirà che è solo un brutto sogno. "Tu sei nata per questo, è il tuo destino, ti ho creata per darmi potere"; dice avvicinandosi al mio viso, accarezzandomi la guancia, facendomi rabbrividire. La sua non è una dolce carezza materna, io so bene come accarezza una mamma amorevole e premurosa, e lei non lo è. È troppo gelida e senza emozioni. "Infirmare vis"; urlo con tutta la rabbia che ho nel corpo, ma non appena punto le mie mani contro di lei, si dissolve, scomparendo insieme alla nebbia. "Darcey"; grida spaventato Jeremy venendo nella mia direzione; "ti prego riportami a casa"; lo supplico con gli occhi pieni di dolore. Jeremy posteggia l'auto davanti il viale della villa dei Salvatore. La mia mente è talmente piana di dolore e di amare e crude verità, che non appena scendo dall'auto del mio amico, non ho neanche le forze necessarie per salutarlo. Cammino verso la porta principale, continuando a fissare il vuoto, il mio corpo si muove lentamente e privo di sensazioni. La porta si chiude alla mie spalle, in casa ci sono solo Stefan e Damon, quando stavo per entrare sentivo che stavano parlando ad alta voce, ma non appena sono entrata, Damon ha smesso di parlare. Adesso è davanti a me e mi guarda con aria preoccupata; "Ragazzina che è successo?"; Chiede con evidente paura. Non riesco a parlare, guardo Damon dritto negli occhi, mostrandogli i miei pieni di lacrime. Quando inizio a singhiozzare sento il suo corpo premersi contro il mio, e le sue forti braccia, avvolgermi completamente, mentre una mano mi accarezza i capelli; "va tutto bene, sei al sicuro adesso"; mi sussurra all'orecchio con voce profonda e terribilmente rassicurante. Perchè non so come o perchè, lui riesce a tranquillizzarmi. 

Pov's Damon 

Elijha è andato con la sorella a contattare una strega che sembra conoscere il punto debole di Shora. Kol invece è stato chiamato da suo fratello Klaus, per cause maggiori, ha bisogno di un aiuto per placare la faida a New Orleans. In casa siamo rimasti io e mio fratello, che aspetta seduto sul divano che Caroline ritorni a casa. Darcey è uscita con Jeremy per l'ora di cena, e non è ancora tornata, le avevo ordinato di non fare tardi, ma come sempre non mi da ascolto. Cammino nervosamente avanti e indietro da una punta all'altra del camino, ho bevuto non so quanto bourbon per potermi calmare, e il vero problema è che non ho idea del perchè devo calmarmi. "Smettila di fare avanti e indietro per tutta la stanza"; mi ordina abbastanza irritato mio fratello, massaggiandosi la testa; "da quando quella ragazza abita qui, la casa è sempre in disordine, trucchi dappertutto, scarpe sparse per terra e lascia i suoi capelli nella doccia. E' irrispettosa, le avevo ordinato di ritornare alle undici, e non è ancora tornata"; mi lamento continuando a camminare nervoso, mentre sorseggio il mio bourbon. Quella ragazzina crede di poter fare quello che vuole, con chi vuole, ma non le permetterò più di uscire con il piccolo Gilbert, non mi importa se Elijha dopo mi taglierà la testa. Jeremy per lei è una distrazione al mio piano di resuscitare Elena. "E' inutile che ti lamenti così tanto, ti piace averla fra i piedi, se non fosse così l'avresti rinchiusa in cantina già da un bel po' "; mi fa notare fastidiosamente Stefan, con l'aria di chi crede di sapere tutto; "ammetti piuttosto che sei arrabbiato perchè lei è insieme a Jeremy"; sorrido arrogantemente al mio povero ed ingenuo fratello; "è solo una ragazzina chiaro?"; "Allora sei geloso di una ragazzina"; ribatte divertito, poggiandomi una mano sulla spalla. Mi scosto infastidito e mi verso del sangue questa volta nel bicchiere; "geloso? Davvero Stefan? E' il meglio che può uscire da quella tua testolina?"; Ribatto infastidito; "Darcey è un uragano di guai, è arrogante, non rispetta le regole ed è anche violenta per essere solo una fragile ragazzina"; Stefan mi osserva divertito, mi sta davvero dando sui nervi; "chi sa a chi somiglia. Penso che tu sia molto attratto da lei perchè  in lei vedi te stesso"; roteo gli occhi al cielo, e sorseggio il mio sangue; "vedi fratello tu.."; la mia frase si spezza non appena percepiscono il suo della porta chiudersi, mi volto e vedo Darcey persa nel vuoto. Mi precipito da lei con preoccupazione, le chiedo se va tutto bene ma lei non mi risponde, si limita ad alzare i suoi grandi occhi verdi verso di me. E non appena vedo il suo viso pieno di lacrime, capisco che non c'è nulla di positivo all'orizzonte. Quando inizia a singhiozzare, qualcosa nella mia testa mi ordina in modo imperativo di abbracciarla. E senza pensarci una seconda volta l'avvolgo fra le mie braccia; "va tutto bene, sei al sicuro adesso"; le sussurro all'orecchio. Le sue lacrime stanno bagnando la mia camicia nera, Stefan mi guarda preoccupato, ed io cerco in tutti i modi di non perdere la calma. Quando riesce a calmarsi, l'accompagno in camera sua. Si siede sul letto ed io faccio lo stesso; "ti va di raccontarmi quello che è successo?"; Le domando cercando si essere gentile e comprensivo verso di lei. Sospira con lo sguardo perso nel vuoto, come se stesse gettando via qualcosa che la tormenta; "la strega che mi perseguita è mia madre". Rimango incredulo davanti a ciò che ho appena sentito, sapevo che Shora fosse sua madre, ma non immaginavo che arrivasse a spezzarle il cuore in questo modo così crudele, rivelandole una verità che per diciassette anni le è stata tenuta nascosta. Mentre parla con me sposta il suo sguardo altrove, da quando la conosco non l'ho mai vista così, i suoi occhi sono sempre vivi, anche quando è arrabbiata o infuriata con me, i suoi occhi hanno una luce che li rende vivi e unici, ma adesso la guardo e non è la stessa Darcey che mi urla contro. "Guardami ragazzina"; le sussurro con dolcezza, non riesco neanche io a capire la motivazione di tutta questa preoccupazione nei suoi confronti. È solo che nella mia contorta mente, io non riesco a sopportare di vederla così. Lei affonda i suoi occhi su di me, ed io le sorrido; "non permettere a quella strega di distruggerti, tu sei più forte di lei, ti ha voluto colpire nel punto in cui tu sei più debole, ma devi reagire adesso"; la incoraggio tenendo il suo viso fra le mie mani, lei annuisce asciugandosi le lacrime che gli avevano rigato il viso. Mi alzo dal suo letto per andare da Stefan, e raccontargli ogni cosa; "aspetta"; la sua voce riesce a fermarmi proprio davanti l'uscio della sua camera, mi volto nuovamente verso di lei; "non lasciarmi sola, hai ragione i miei incubi con te in qualche modo riescono a placarsi"; la sua confessione mi colpisce in qualche modo. Ritorno indietro, e lei mi fa spazio nel suo letto. Non appena mi sdraio di fianco a lei, appoggia la sua testa sul mio petto, ed io con mio braccio la stringo a me. "Buonanotte ragazzina"; le sussurro accarezzandole la testa. Una strana sensazione mi attraversa il corpo, una sensazione di benessere che non provo da tempo. Ma non può essere la stessa che provavo quando stavo con Elena, questo è impossibile. Scaccio via ogni strano pensiero riguardo alla ragazzina, la sto solamente consolando, niente di più. Lei riporterà in vita Elena, e ritonerà a New Orleans. È così che le cose devono andare.

Fear to love again {The vampire diaries}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora