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La notte è il momento peggiore. Un continuo via vai di fantasmi non mi permette di dormire più di un'ora di seguito. Problema che naturalmente non ha Walter, che addormentato sulla polfrona a braccia conserte perfino russa.

Dopo il centesimo fantasma che viene per lamentarsi della sua condanna, mi alzo sbuffando. Devo spargere del sale per tutto il perimetro della stanza se voglio riposare decentemente.

- Dormi - ordina il Beta aprendo l'occhio azzurro - Non ci riesco, puoi andare a prendere del sale, qui ci sono troppi fantasmi, ma quanta gente è morta? - chiedo masssagiandomi le tempie, mentre due fantasmi mi raccontano contemporaneamente che cosa hanno fatto nelle loro vite.

- E darti la possibilità di sfuggire? Neanche per sogno - dice spostandosi i capelli indietro - Allora andiamo insieme - propongo, ci pensa un po' su, sbuffa alzandosi e dirigendosi vero la porta. - Che stai aspettando un invito ufficiale? Andiamo - dice aprendo la porta.

Scendiamo, mi prende per mano, per condurmi nel buio, non c'è una luce accesa e tutte le tende sono tirate. - Attenzione al mobile - dice tirandomi verso di sé - Tu ci vedi? - chiedo stupita.

- Si è una dote che ogni lupo purosangue possiede - risponde continuando a camminare, entriamors in cucina, gigantesca tutta in acciaio. - Sta lì, se ti serve prenditelo da sola - dice indicando un ripiano troppo in alto per me, prendo una sedia, ci salgo sopra prendo la scatola di sale, faccio per scendere che le catene si incastrano non so dove, scivolo indietro e Walter mi prende al volo.

- Possibile che non puoi fare nulla da solo? - domanda scontroso, toglie le catene dall'infisso della sedia e mi posa a terra. - Grazie - rispondo - Forza torniamo indietro - dice spegne le luci e usciamo.

- Perché dopo che mi hai guardato, hai detto a Victor che gli dovevi dire qualcosa che non gli sarebbe piaciuto? - chiedo curiosa e da quando siamo usciti dal laboratorio che glielo volevo domandare, ma se aprivo bocca all'Alfa veniva un'infrenabile istinto omicida, di cui non voglio esserne la vittima.

- Non te lo posso dire - risponde serio e con la sua espressione che non lascia trascurare un'emozione, negativa o positiva che sia. - Perché non posso vedere nel passato? - penso ad alta voce, facendolo sorridere leggermente.

- Per lo stesso motivo, per cui io non posso vedere nel futuro, non sono nato per farlo - dice aprendo la porta che conduce alla mia camera, salgo le scale, entriamo nella stanzetta, lui si siede e inizio a spargere il sale, mettendolo davanti alla porta e la finestra per ultimi in modo che i fantasmi possano uscire e mi allungo a letto soddisfatta.

Prima che Morfeo potesse condurmi in un sonno profondo e Pacifico, un'altra visione "Un filo rosso, un'armatura, un carion che suona una dolce melodia"

***

- Svegliati - ripete per la ventunesima volta una voce autoritaria maschile, qualcosa di freddo mi bagna il volto scatto seduta e apro gli occhi e vedo Walter con una bacinella in mano.

- Finalmente! Lavati, asciugati e vestiti l'Alfa ti vuole giù fra trenta minuti esatti - dice butta il contenitore alle sue spalle e esce, se mai troverà la sua compagna, spero per lei che sia una tipa mattutina. Ma si possono svegliare le persone in questo modo!? Neanche nei libri succede!

Sbuffo e mi alzo, faccio ciò che ha detto e sono pronta dieci minuti prima del termine tolgo le coperte, appendo il lenzuolo fuori dalla finestra, invece la fodera del cuscino sulla poltrona.

Il beta torna, mi mette le catene che si erano tolte automaticamente per permettermi di lavarmi e scendiamo, fuori mi sta aspettando Mariebelle, mentre gioca con una palla, che materialmente non esiste.

"Ti volevo svegliare, ma con tutto quel sale non sono riuscita neanche a salire le scale" dice facendo sparire il giocattolo e seguendomi - Scusa, ma stanotte c'erano così tanti dannati che non riuscivo a dormire - rispondo massaggiandomi il capo.

"Immagino la notte anche gli spiriti morti prima dell'avvenuta di Cristo, infestano questo luogo, ma non fanno mai niente, mi hanno raccontato che in altri luoghi spostano oggetti e feriscono la gente. Qui sono tutti molto arrabbiati, ma nessuno osa spostare un bicchiere, hanno tutti paura dell'Alfa, a maggior ragione perché ora ha te, che li potresti far notare al Purgatorio"

- Ma se l'avrò visto una volta sola - ribatto conquistando l'attenzione di Walter "Si, ma tiene d'occhio te e i tuoi simili" - Ce ne sono altri come me? - chiedo gioiosa arrestando il passo.

"Uno, ma ancora per poco morirà tra cinque minuti, ne nasceranno tre fra cinque e tre mesi" risponde, per poi cercarmi di consolarmi - Grazie per la sincerità - dico triste, scopro di non essere sola, quando l'unico che può rispondere alle mie domande sta per morire!

- Che succede? - domanda il beta, cercando di essere serio e autoritario, ma si vede che è preoccupato - Niente d'importante - dico riprendendo a camminare.

Entriamo nella sala da pranzo privata dell'Alfa, che è già seduto a capo tavola, mi siedo dove mi indica il beta e lui si mette di fronte a me. - Precisi. Bene possiamo mangiare - annuncia Victor, prende un uovo lo rompe in un bicchiere e lo manda giù come se fosse acqua, che schifo.

Prendo un tost e della marmellata e mangio qualcosa tanto per non farmi dire niente, non ho per niente fame, mi sento piena come dopo il cenone natalizio. Walter mi osserva, mentre mangia uova e bacon.

Bevo un po' di latte e lascio metà tost nel piatto, il beta mi guarda malissimo e prima che potesse proferire parola, interviene l'Alfa
- Mangia, non sprechiamo il cibo qui - dice irritato, mi strozzo ciò che è rimasto nel piatto, cercando di non rigettare tutto.

Walter continua a osservarmi, mentre Vinctor, crea un intruglio di uova e altre cose che non ho mai visto e manda giù. Più lo fa, più mi fa schifo! Ha uno stomaco di ferro, io mi sarei già sentita male.

C'è un silenzio, che mi sta mettendo i brividi e i fantasmi che fanno avanti e indietro, non mi aiutano, soprattutto quello appeso con un cappio al collo.

- Cosa vedi? - domanda curioso il beta seguendo i miei occhi - Chi si è impiccato qui? - chiedo mentre vedo lo spettro dondolare e come se stesse in coma, è morto, ma non si muoverà e aprirà mai gli occhi.

- Zio Alfred, si suicidato un secolo fa per la perdita del suo amore - risponde come se la morte tragica di qualcuno fosse una cosa di poca importanza.

- Se posso chiedere. Le donne che lei cerca, chi sono? Mi faciliterebbe le ricerche saperlo - mento, non mi aiuterebbe per niente saperlo, ma sono troppo curiosa.

Il suo volto, prende un espressione triste e arrabbiata allo stesso tempo, forse era meglio che mi stavo zitta. Prende un respiro e risponde - Sono state uccise cinquant'anni fa, la bambina era mia figlia di otto anni, la donna la mia compagna -

La Sentinella dell'AlfaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora