14. Philosophy

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«Quindi tu credi che sia sbagliato?» domandai nascondendo il viso fra le mani per paura di poter ricevere una risposta poco gradita
«Amare qualcuno che non si ama? O baciare qualcuno di cui si è innamorati?»
Alla mia semplice domanda ecco scatenarsi un fiume di altre questioni, incatenate una all'altra come una sequenza logica che ti propone solo due scelte: andare avanti e scartare a priori ogni possibile risoluzione, o spremersi le meningi, impegnarsi fino all'ultima goccia di linfa vitale che resta per sbrogliare milioni e milioni di grattacapi che finiranno poi sicuramente per crearne di altri fino ad arrivare, stremati e privi di forze, per strade alternative, all'opzione numero uno.
La guardai di sottecchi, mentre la sua attenzione era ancora rivolta alle pagine di un libro che stava sottolineando, cercai di capire quale fosse la risposta giusta da dare a quelle domande trabocchetto che mi aveva appena propinato.
«Entrambe Bry» sospirai dopo una lunga riflessione, lasciandomi sprofondare nella confortevole schienera della poltrona.
Lanciai un'occhiata fuggitiva alla sveglia posizionata sopra al comodino, segnava le 18.45, eravamo agli sgoccioli, fra poco sarebbero trascorse ventiquattro ore esatte dal fatidico bacio.
Rimasi incantata a fissare un punto nel vuoto, mentre Bryanna blaterava a pezzi e bocconi frasi di filosofi vari che potessero far apparire quantomeno approssimativamente normale la mia insanità mentale; mi riscossi più o meno una volta arrivate ad Aristotele «amare è gioire, mentre crediamo di gioire solo se siamo amati» recitó lei alzando gli occhi dalle pagine ingiallite del suo fascicolo «insomma questo è per dirti che bene o male nulla di quello che stai facendo o hai fatto è sbagliato» continuò poi incrociando le gambe accomodandosi, segno che sarebbe stata una discussione alquanto importante, basata su concetti di un certo livello che non avrei sicuramente avuto il cervello per sostenere.
Rassegnata, sbuffai distogliendo lo sguardo «ti dispiacerebbe essere più precisa?» pretesi poi ributtando la mia attenzione altrove.
Stavolta mi ero persa a fissare le foto che avevo appeso al muro; appena arrivata in questa università mi era tutto più o meno nuovo, i mie compagni, i miei professori, e persino la mia stanza, in fin dei conti di 'mio' non c'era proprio nulla, impressionante come a poco a poco ero riuscita a mettere insieme una quantità di tasselli che dopo soli tre anni mi aveva portato a tutto questo, riflettei un attimo se davvero fosse stata una buona idea rendere tutto così 'personale' e se magari tornando indietro, avrei potuto evitarlo, prendendo strade diverse e trovandomi a vivere certe situazioni in modo diverso, forse non sarei stata qua, forse non ci sarebbero stati tutti questi problemi, ma forse non ci sarei stata nemmeno io.
«Alla fine Aristotele ti ha solo spiegato che hai reso vivo un pezzo di te a baciare Nathan ieri sera, e questa trasgressione ti ha fatto capire che in realtà ci sono sensazioni un trilione di volte più forti di quelli che pensi possano essere i limiti» prese fiato avvicinandosi a me «quando poi Platone  dice che l'amore è una grave malattia mentale, ti fa capire che tutte le cose che chiunque ti dice riguardo l'amore, non sono che riguardanti se stessi» concluse dopo un elaborato periodo che mi stupì non solo della frase in se per se, ma della capacità che aveva la mia amica di mettere tutto alla mia portata, ogni cosa che a primo impatto poteva sembrarmi strana o inadeguata, se passava da lei, poteva essere un secondo dopo fatta su misura per me.
Rimasi ammutolita per qualche secondo, cercando una plausibile risposta a questo immenso saggio di filosofia da trenta e lode
«La fregatura comunque la trovi» furono le uniche parole che mi uscirono un secondo dopo essermi girata a guardarla «pensa ad Ian» tirai fuori un argomento pressoché casuale per distogliere l'attenzione da me, che avevo un grossissimo bisogno di riflettere a lungo
«Tu lo ami, lui ti ama, eppure è gay» conclusi poi con nonchalance affondando la testa fra le spalle.
Bryanna mi lanciò uno sguardo accusatorio rizzandosi in piedi ed assumendo una dura posizione con la schiena «che c'entra?»
Ruotai gli occhi al cielo, consapevole del fatto che la mia mossa non aveva centrato l'obiettivo come invece speravo, incurvai le spalle e scossi la testa «pressochè niente, penso» la guardai di sottecchi, scrutandole gli occhi verde smeraldo che mi stavano penetrando sotto pelle
«Non è un esempio plausibile, io e Ian ci vogliamo bene così» sorrise poi buttando tutti i suoi libretti alla rinfusa nella borsa
«Tu invece» concluse indicandomi «sei nel mezzo del triangolo delle Bermuda»

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⏰ Last updated: Sep 29, 2016 ⏰

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