6. Let's talk

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«No.» risposi acida sbuffando.
Alex mi guardó corrucciato e io scrollai le spalle ingoiando un altro sorso del mio frappè.
«Non fare la stronzetta.» continuò l'altro sogghignando
«Nathan» disse poi porgendo la mano al ragazzo di fianco a me
«Alex» si presentò poi il biondo stringendola.

Nathan scostó una sedia dal tavolo e vi si accomodò sopra subito dopo aver fatto segno alla sua bambolina bionda di sedersi anche lei.
Avevo un'espressione incredula ed esterrefatta che Alex non tardò a riconoscere.
Mi fece un cenno interrogativo con la testa e io risposi negando e sbuffando nuovamente.

«E così esci con la mia bambina?» domandó il moro battendo una mano sulla spalla del ragazzo affianco a lui, accompagnato dai falsissimi sorrisoni della barbie portatile.
Alex mi rivolse uno sguardo d'intesa al quale io mimai un 'li conosco'
prima che lui potesse rispondere un secco 'Sì' accompagnato da una scrollata di spalle.

Giravo e rigiravo il cucchiaio nel bicchiere del mio frappè incapace di reagire in questa situazione così seccante e imbarazzante.
Dopo qualche secondo di silenzio decisi di prendere la mia posizione e pronunciare la prima frase degli ultimi dieci minuti

«Direi che possiamo andare, scusate se vi abbiamo trattenuto così tanto, potete tornare alla vostra vita amorosa. Ciao.» dissi con tono ironico alzandomi dal tavolo e strattonando per la giacca di pelle Alex, che stava ancora sogghignando sotto i baffi.
Cosa trovasse di così divertente in tutta questa situazione ancora me lo domando.

«Ma no tranquilla, a noi fa piacere vero Cath?» ribatté il moro trattenendomi per un braccio e interrompendo la nostra fuga alla ricerca della salvezza.

La bionda annuì accompagnando le sue gesta con un 'certo rimanete ancora un po'' e un occhiolino rivolto al moro.
Brava hai recitato bene la tua parte, vuoi un croccantino come premio?

«A noi un po' meno.» sputai acida strappandomi in maniera poco carina dalla forte presa di Nathan, che mi stava ormai massacrando il braccio, e dirigendomi verso l'uscita del bar

«Se la donna ha parlato, devo eseguire gli ordini» concluse Alex salutando tutti fin troppo cordialmente e allontanandosi dal tavolo per seguirmi.

Aumentai velocemente il passo, per non farmi raggiungere troppo presto e avere il tempo di immagazzinare il tutto senza troppa fretta cercando di capire al meglio cosa caspita fosse successo nell'ultima mezz'ora.
Da quando conosco Nathan abbiamo avuto molte litigate, alcune anche piuttosto serie, ma anche nei suoi peggiori attacchi d'ira e sfuriate varie non è mai sceso nel ridicolo come è successo questa volta.

«Cass aspetta!» sento Alex urlare al di là della strada.
Mi giro di scatto e lo vedo farmi cenno di fermarmi.
Assecondo la sua richiesta stravaccandomi esausta su una panchina li vicino con un fare fin troppo poco femminile.

«Li conosci hai detto?» mi domandó poi una volta raggiuntami.
Mi limitai ad annuire e rigirarmi freneticamente una ciocca di capelli attorno alle dita.
«Come mai ce l'hai tanto con loro?» chiese prendendomi il viso fra le mani e guardandomi negli occhi
«Mi stanno semplicemente antipatici» mentii sussurrando e spalancando gli occhi azzurri.
Rise.
Un riso di gusto accompagnato da una scrollata di capo.

«Non vuoi dirmelo.» soffió vicino alle mie labbra provocandomi milioni di piccoli brividi.
Deglutii rumorosamente distogliendo lo sguardo dal suo viso.
Sorrise nuovamente, sta volta in modo più leggero e pacato.
«Mi va bene lo stesso.» disse infine poggiando le sue labbra sulle mie.

Mi abbandonai a quel bacio.
Senza ricambiarlo.
Non tanto perché me ne sentissi partecipe, non perché mi interessassero quelle labbra, ma tanto per distogliere il sapore di quelle che non avevo mai avuto la possibilità di assaporare, che desideravo con tutta me stessa, ma che non avevo il coraggio di prendermi.

In un certo modo anche Alex aveva saputo rapirmi, in così poco tempo riusciva a darmi la sicurezza che Nathan non era mai riuscito a conferirmi in tanti anni.
Eppure in Alex c'era qualcosa che mancava, forse era semplicemente l'opposto di Nathan, e quindi l'opposto di ciò che io stavo disperatamente cercando.

«Tutto okay?» mi domandó strusciandomi una mano sulla spalla
«Pensavo» dissi con un sorriso rincuorante
«Se vuoi possiamo tornare al college» disse poi alzandosi dalla panchina e porgendomi la mano.
L'afferrai per tirarmi su, e sorrisi nuovamente
«"È che non dormo da due notti fa, deciderò quando verrà il mio momento se andare via o restare qua"» cominció a recitare sorridendo
«"E devo essere più forte del tempo che sbatte sempre in faccia la realtà. È che do un peso a tutto quello che sento.
Errore mio, non ho l'età"» conclusi io

Hola chicoos!
Tipo 3 ore per trovare un pezzo di canzone che c'entrasse qualcosa con la vita complicata di tutta sta gente XD
E poi volevo chiarire una cosa, la storia è scritta al passato remoto e quando trovate frasi/pezzi di testo scritti al presente non è perché sono scema ma perché sono i pensieri 'diretti' di Cass.
Detto questo,
Buona lettura, spero vi piaccia il capitolo u.u

Mess my dainty heartWhere stories live. Discover now