1. Blonde cigarette

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Altro noiosissimo anno di scuola che cominciava.

Voglia zero interesse meno di zero.

I miei mi spedirono in quell' università perché secondo loro avrei dovuto 'coltivare la mia intelligenza'.

Dove trovavano l'intelligenza questo ancora me lo chiedo. Non si fidavano nemmeno a mandarmi in una scuola fuori città perché non avrebbero potuto tenermi sotto controllo, al diavolo loro e i loro controlli. Ho sempre fatto quello che ho voluto e avevo l'assoluta intenzione di continuare.

Se c'era una bella cosa in quel nuovo anno scolastico era che finalmente e fortunatamente la mia compagna di stanza aveva visto bene di prende il culo e levarsi dai coglioni, era una perfettina del cazzo che passava tutto il tempo china sui libri o a riordinare la stanza, che da quando se ne era andata era un totale disastro.

Meglio così. La sentivo già più mia.

Frugai fra i vestiti tutti rigorosamente stropicciati e accartocciati buttati alla bene e meglio nell'armadio, tirai fuori una gonnellina rossa a righe bianche, delle parigine e un maglioncino blu, e poi ero pronta.

Mi sistemai difronte allo specchio per spazzolare le morbide onde color cioccolato, mi erano arrivate fino alla fine del busto, finalmente si erano allungati dopo la pazzia che mi aveva fatto fare Nathan portandomi a tagliarli fino all'altezza delle spalle, avevo sempre odiato i capelli corti, soprattuto se non perfettamente lisci, sorrisi vedendo le punte solleticarmi l'addome.

Eh si, si erano allungati davvero.

Presi la borsa e ci infilai dentro due o tre libri a caso senza nemmeno prestare attenzione alle materie che avrei avuto. Prima di uscire dalla stanza persi l'indimenticabile pacchetto di malboro rosso da venti.

Ogni mattina ci ritrovavamo a fumare, il mio e il mio solito gruppo, e ovviamente c'erano sempre i cretini che si scordavano le sigarette. Era meglio essere prudenti e portarne qualcuna in più per chi non ne aveva.

Uscii tranquillamente dalla stanza, sapendo di essere in un mostruoso anticipo in cui ero solita ritrovarmi, percorsi il corridoio ad archi che coronava il dormitorio dalle aule e i chiostri.

mi fermai davanti alla porta di Nathan e bussai potentemente alla porta di legno sciupato che non tardò ad aprirsi.

Al di là dello stipite mi sorrise il moro dalle labbra color ciliegia

«Eccola la rompicoglioni» mi disse schernendomi e avvicinandomi per posarmi un bacio sulla guancia pallida sulla quale ero solita mettere un po' di fard color cipria per colorirle e nascondere eventuali imperfezioni.

Ricambiai il saluto rigirandomi il pacchetto rosso e bianco fra le mani «Bhe vedo che ora sono più lunghi» disse ammiccandomi e rigirando le dita tra le punte more

Annuii e sorrisi.

Uscimmo dalla stanza e ci incamminammo nell'atrio, trovando alcuni dei nostri amici seduti sulla solita vecchia panca, ammuffita dalle intemperie e corrosa dagli anni.

«Ciao arcobaleno» disse Nathan sorridendo alla ragazza dai capelli viola, blu, verdi e non so di quante altre tonalità di colore, che stava comodamente seduta sulla panchina con le ginocchia fra le braccia ad aspirare il fumo della sua camel, lei ricambiò il saluto con un gesto del capo e noi passammo a salutare
Ian che stava accanto a lei

«Bionda dammi una cicca» mi schernì poi sollevando un angolo della bocca «Non sono bionda» risposi imbronciandomi e portando le sigarette dietro la schiena per non fargliele prendere

«Di cervello sei la più bionda delle bionde» continuò facendo scoppiare tutti in una sonora risata a cui non tardai ad aggregarmi

Gli passai la cicca che consumò velocemente aspirando e trattenendo il fumo, tanto per assicurarsi un cancro ai polmoni.

«Cass fammi fare un tiro» disse Nathan rubandomi la malboro dalle mani

«Ne vuoi una?» domandai porgendogli il pacchetto ancora incartato per metà.

Scosse la testa aspirando un lungo tiro e restituendomela

«Cerco di smette» continuò grattandosi la testa con un abbozzo di sorriso già formato in faccia.

La ragazza arcobaleno si mise a ridere tenendosi la pancia con le mani per cercare di frenare la pazzia del momento mentre Ian sogghignava sotto i baffi.

«Cos'hanno sentito le mie orecchie?» sentii una voce familiare alle mie spalle e mi staccai dalla morsa di Nathan che mi cingeva ancora la schiena con un braccio.

Una chioma folta e bionda, e lei era bionda davvero, si parò davanti a me.

Con quegli occhi cerulei e quelle lentiggini arranciate che le davano un'aria angelica nessuno mai sarebbe anche riuscito solo ad immaginare cosa si celava dietro quel corpo minuto e composto.

«Si davvero, Cath» ribadì continuando a ridere

«Questa poi» sentenziò il moro alle mie spalle dando una pacca a Nathan «Amico mio ma dove finirai?» continuò

«Cass una cicca?» domandò la bionda, le porsi il pacchetto da cui tirò fuori l'oggetto del suo desiderio, mentre la guardavo aspirare il fumo di quella trappola mortale mi domandavo cosa ci facesse davvero con noi, un angelo caduto all'inferno, avrebbero potuto dire tutti, si.

Un angelo caduto all'inferno, che ci è finito per caso, ma ci è restato per scelta.

Forse era davvero per Nathan che lei stava lì, effettivamente nessuno li avrebbe considerati due ex.

La leggerezza che c'era nei loro discorsi e nella loro abitudine a parlare avrebbe ingannato tutti.

Ma io ero sempre scettica su ogni cosa, a partire dalle bionde che fumavano malboro, le mie malboro.

[ho pubblicato la nuova storia come avevo promesso ahah XD, questo è il primo capitolo (incrociamo le dita sperando che sia uscito fuori qualcosa di almeno accettabile) spero vi piaccia]¥

Mess my dainty heartWhere stories live. Discover now