8. Basketball match

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«Vuoi muoverti?» mi lamentai spostandomi agitatamente sul sedile della Mini blu della ragazza arcobaleno
«Sto arrivando calmati» mi rispose lei chiudendo con un tonfo sordo la portiera dell'auto
«Dove aveva detto che stava?» domandó poi armeggiando con la mappa del centro
«Destra e poi sinistra, però sbrigati non vorrei vedere la partita già iniziata» soffiai girando la testa dalla parte del finestrino
«Agli ordini bionda» mi schernì Bryanna sogghignando amaramente.
Non ero in vena di scherzi, il mio umore era sceso sotto terra e per contribuire alla mia felicità ormai andata a male il tempo aveva deciso di farmi un dispetto attaccando a piovere a dirotto
«Sono fottutamente mora, nera come la morte!» scattai sul sedile per poi calmarmi e sbuffare di nuovo.
Bel paragone però.
«Okay tigre, smettila di ruggire o dovrò metterti la museruola» iniziò lei «scendi che siamo arrivate»
Disse poi parcheggiando l'auto proprio davanti al palasport dove si disputava la partita di basket, eravamo venute a vedere giocare Ian, e per mia sfortuna, ci sarebbero stati anche Nathan e la barbie.
Il centro non era molto lontano da scuola, cinque minuti in macchina e una decina a piedi, ma non so come quel poco tempo di silenzio mi mandava i nervi in bestia, e i risultati erano più che visibili.
Mi incamminai verso il portone d'entrata con la ragazza al mio fianco che scuoteva la testa in segno di disapprovazione a ogni mio sbuffo o lamento ricevendo in risposta linguacce e smorfie varie.
«Sei insopportabile» disse poi passandomi uno dei biglietti.
Le indirizzai uno sguardo truce per poi porgere il pezzo di carta all'uomo piuttosto in carne che mi stava di fronte.
«Cerca di non accanirti di nuovo con Cathleen anche oggi, conosce bene i trucchi del mestiere» mi sussurrò poi in un orecchio.
Scossi la testa per tornare a concentrarmi sull'uomo.
«Lupi o tigri?» mi domandó facendomi vedere due sciarpe di colori diversi. Scrollai le spalle indifferente limitandomi a un 'è uguale'
Bryanna si lanció avanti a me afferrando la sciarpa rossa e verde, un accozzaglia di colori a dir poco osceni
«Lei è una tigre, ma noi siamo venute a vedere i lupi, non è vero?» mi domandó poi tirandomi una gomitata sul fianco destro.
Annuii e salutai cordialmente l'uomo.
Mentre ci dirigevano verso i nostri posti una macchinetta dei popcorn attiró la mia attenzione ristabilendo, per come era possibile, il mio umore.
«Ti prego» dissi in tono disperato trascinando la ragazza per una manica «dammi due dollari» continuai una volta arrivata di fronte all'oggetto del mio desiderio congiungendo le mani quasi in una preghiera.
Bryanna accennó ad un sorriso e tiró fuori dal portafoglio i soldi
«Magari ti addolcisci un po» aggiunse poi facendoli svolazzare davanti al mio naso incantandomi come un cagnolino che aspetta il suo premio.
Le saltai al collo ringraziandola e saltellando felice come una bambina di quattro anni con la sua prima bambola.
Riempii tutto il secchiello e cominciai a strafogarmi di popcorn croccanti e zuccherosi.
La mia felicità precaria era in bilico retta solo dal tesoro che aveva fra le mani, ma nemmeno il più grande secchiello pieno di popcorn avrebbe saputo tirarmi su di morale una volta entrata nella sala dove si sarebbe disputato il match.
Al mio posto sulle gradinate stava seduta bella comoda la mia biondina preferita
«42 fila B, è il mio posto carina» soffiai facendole svolazzare davanti il biglietto.
La ragazza arcobaleno mi strattonò per la camicetta indirizzandomi uno sguardo assassino come a darmi a d'intendere di stare più calma.
Le allontani la mano con uno strattone. Cathleen l'aveva fatto apposta per irritarmi e c'era riuscita alla grande.
Il palasport era pieno e io non sarei certo stata in piedi un'ora intera
«Puoi stare qua» si intromise Nathan sbuffando e alzandosi dal suo posto
«No» risposi ferrea «quello è il posto per cui ho pagato, e li mi siederó» proferii incrociando le braccia al petto.
Non gleil'avrei data vinta sta volta.
La bionda si alzò e, dopo essersi pulita gli striminziti pantaloncini che indossava con le mani, mise su un finto sorriso per rispondere gentilmente alla mia provocazione
«Scusami, avevo sbagliato numero, il mio è il 42 C, nella fila dietro» disse poi con voce angelica procurando un lieve sorriso sulla bocca di Nathan.
Gonfiai le guance irritata e mi sedetti scomposta per poi vederli andare via.
«Non che ami dirlo ma..» cominció Bryanna
«Non dire che me l'avevi detto» berciai acida tappandole la bocca.
Sogghignó sotto i baffi cacciandomi via la mano
«Se lo sai da sola che lo dico a fare?» rise di gusto infilando la mano nei miei popcorn ed estraendone una buona manciata, ricevendo un risposta uno schiaffo leggero sulla pancia
«Ingorda» pronunciai prima di rivolgerle una linguaccia che fu pronta a ricambiare
"Signore e i signori sono lieto di presentarvi le due squadre in campo! Lupi e tigri!"
Urló l'omino all'altoparlante stordendo l'inetro stadio.
La due squadre entrarono l'una rivolta verso l'altra e noi ci affrettammo a scorgere Ian, che trovammo facilmente poiché era l'unico, in quanto gay, ad aver coordinato divisa e scarpette
«Ecco la fichetta» lo schernì Bryanna lanciandogli un bacio volante che lui non afferró prontamente.
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«Ragazzi questo è il posto più in del pianeta!» sbraitò il moro barcollante per qualche drink di troppo aprendoci cordialmente l'entrata del 'black lagune' un lounge bar in periferia dove la squadra festeggiava la sua vittoria di campionato.
Come la maggior parte delle partite di quest'anno, anche la finale era stata vinta dai lupi, che erano venuti a festeggiare, con qualche amico, il loro trionfo.
Rivolsi un sorriso incoraggiante al moro che tornó a scatenarsi in pista come una qualsiasi ragazza farebbe, e me ne tornai a fissare il vuoto delle strade di Boston, che pur essendo piene zeppe di passanti auto e quant'altro io vedo sempre e solo vuote.
Mi accesi una sigaretta per farmi compagnia, illuminandomi con il luccichio rosso della cenere bruciata.
«Non festeggi anche tu?» sentii due mani cingermi le spalle e mi voltai di scatto spaventata
«Ah sei tu» dissi ritornando a fissare la strada
Sorrise beffardamente e si mise di fronte a me
«E chi sennò? Nessuno ti sopporta quando hai i tuoi momenti» continuò sempre ridendo
«Sai, noi yogurt siamo così» proferii atona prendendo il coltello dalla parte del manico.
«Non credo» cominció sottraendomi la sigaretta per aspirare un lungo tiro «non credo che tu sia davvero così acida in fondo» finì il discorso troncandosi sul più bello
«Sei stato tu a dirmelo» controbattei riprendendomi la sigaretta.
Sorrise malignamente un'altra volta senza dare spiegazioni
«Fanno male sai?» mi informó, come se già non lo sapessi, sottraendomi nuovamente il mozzicone
«Avevi detto che avresti smesso» lo interruppi
«Avevo detto.» mi fece eco gettando a terra il lumino per poi calpestarlo e spengerlo definitivamente.
Sorrisi involontariamente per poi tornare alla mia posizione seria da rompipalle cronica, non volevo che la questione della litigata potesse passare così facilmente.
«Mi è dispiaciuto non conoscere il tuo nuovo ragazzo» ruppe il silenzio calciando fra di loro le converse nere malandate
«Non è il mio ragazzo, solo..» mi guardai intorno in cerca di un qualche aiuto «ci frequentiamo solamente» aggiunsi con una scrollata di spalle
«Oh» disse annuendo «io e Cath..» continuò con voce ferma
Roteai gli occhi pregando tutti gli dei che non attaccasse con la prosopopea della scintilla che era scoccata, di quanto bene stessero insieme e di quanto io sbagliassi ad odiarla così tanto
«No niente» disse poi con mia grande sorpresa
Rimasi in silenzio senza guastare il momento, forse era meglio rimanere così, per quanto alta fosse la curiosità, col beneficio del dubbio.

S B A A M.
Sono tornata.
Si salvi chi può.
[teoricamente siccome ho finito l'altra storia dovrei essere più attiva BUT non sono sicura che rispetterò la promessa, comunque sia ci provoo]

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