7. Quarrel

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Giravo per la stanza senza posa aspettando
che qualcuno bussasse alla mia porta.
Avevo un immenso bisogno di parlare con Nathan, di chiarire cosa non ne avevo idea, sapevo solo di aver bisogno di quattro parole, di qualche urla, anche di una litigata, di qualsiasi cosa se fosse servita a farmi sfogare almeno un po'.

«Posso?» domandó il biondo dopo aver già schiuso la porta.
Annuii titubante e lo feci entrare nella stanza.
«Allora..» cominció alzando le spalle e girovagando per la camera.
Questo 'allora' non promette niente di buono.
Lo vidi portarsi una mano sotto al mento appena dopo essersi sistemato su una sedia

«Yogur andato a male, dimmi, che problemi ti affliggono?» mi chiese accomodandosi con i piedi sopra la mia scrivania dandomi le spalle.
Storsi il naso a quelle parole e domandai «yogurt cosa?»
«Sei acida.» disse girandosi verso di me per tornare subito dopo a fissare la parete
«Come uno yogurt scaduto» concluse
Beh, bell'eufemismo, proprio carino oserei dire.

«Non mi 'affligge'» mimai con le virgolette «nessun tipo di problema, sono solo stanca del tuo tagliarmi fuori dalla tua vita, da quando c'è di nuovo lei..» dico interrompendomi poco prima di creare casini pronunciando frasi e pensieri impronunciabili e affondando le mani nei miei capelli chiudendo gli occhi.

Sento la sedia strusciare sul pavimento provocando un rumore fastidio e lo strascico delle sue scarpe venire verso di me
«Chiariscimi una cosa» berció duro con un tono di voce piuttosto elevato.
Alzai gli occhi al cielo stanca di tutte le sue lamentele e mi alzai per arrivare quasi alla sua altezza
«Chi si è scopata il primo che passava senza pudore?» mi rimproveró con tono sprezzante puntandomi l'indice contro

«Se è perché io mi porto a letto una puttana, come la definisci tu, vorrei informarti che tu non sei da meno.» continuó dandomi una spinta sulle spalle facendomi indietreggiare.
Contraccambiai la spinta con un'espressione offesa in viso che non fece altro che provocargli risa ancora più forti
«E poi, anche un'altra cosa mia cara miss 'sonobravasoloio'» disse facendomi quello che credevo essere il mio verso
«Da chi l'ho saputo io eh? Da te? Mannó che non l'ho saputo da te caro yogurt scaduto! Figuriamoci se tu mi informi della tua vita privata! E poi chi è che taglia fuori chi? No scusa ripetimelo perché sai mi sono perso un pezzo!» scattó in preda alle sue crisi isteriche

«No non ti sei perso nulla, è solo che sei un egoista del cazzo e pensi solo a te stesso!» ribattei tirandogli un pungo leggero sul petto
Mi bloccó la mano e la lanció via da se
«Non mi devi toccare» mi rimproveró come se fossi una bambina di otto anni.
Uscì dalla stanza sbattendo la porta proprio quando mi venne in mente qualcosa da aggiungere alla nostra litigata, tanto per dare ancora un po' di enfasi in più, come se non bastasse già quella che c'era

«Tanto per chiarire io mio scopo chi voglio senza dover rendere conto a te!» urlai più forte possibile in modo da farmi sentire.
Qualche secondo di silenzio e sentii di nuovo il rumore della sue scarpe contro il pavimento.
La porta si aprì lentamente con il suo solito scricchiolio e la faccia del biondo mi riapparve nuovamente di fronte
«Vale lo stesso per me, yogurt» proferì in fine prima di sbattere nuovamente la porta all sue spalle.

Ero stremata, confusa, dispiaciuta e forse anche delusa, per come era andata a finire la nostra discussione.
Non che non fossero frequenti fra di noi litigate come queste, solo mi sentivo distrutta, per aver urlato in faccia alla persona che amavo il peggio di ciò che mi balenava per la testa in quel momento.
È solo che mi sentivo usata, da lui da Alex, persino da Cathleen se fosse stato possibile; ed ero veramente stanca di tutto ciò, Nathan era l'unica persona che mi sarei voluta tenere accanto sempre, ma realizzai che non sarebbe stato possibile se ogni nostro tentativo di 'discutere civilmente' sarebbe andato a finire in questo modo.

Prima di perdermi in pianti disperati e urli a squarciagola decisi che nonostante fossero solamente le 9 di sera, una bella dormita sarebbe stata più che gradita.
Sbuffando e con le guance ancora gonfie e rosse di rabbia mi buttai sul letto, per addormentarmi in poco tempo indossando ancora i miei vestiti

-

Il risveglio causato dal frastuono assordante del mio cellulare non fu dei migliori.
Arrancai verso il comodino cercando di ritardare la sveglia ancora 10 minuti, ma poi mi obbligai mentalmente a compiere questa ardua impresa e preparami come si deve per la prigione.

Scesi svogliatamente le scale per arrivare fino alla sala mensa, dove la mia combriccola allegra di amici mi stava aspettano al nostro solito tavolo infondo alla stanza.
Mi sistemai la gonna, che aveva un serio bisogno di essere stirata, e mi incamminai verso di loro smanaccando fra i miei capelli cercando di legarli in una coda piuttosto disordinata.

Una volta arrivata a destinazione mugolai un 'buongiorno' vago, senza soffermarmi sulla faccia di Nathan dove trionfava un ghigno soddisfatto mentre circondava con il braccio il corpo scheletrico della sua biondina.
Lanciai uno sguardo d'intesa alla ragazza arcobaleno, che ovviamente, mi guardó con aria spaesata prima che la potessi trascinare via per un braccio.

«Dio se lo odio!» sbraitai furiosa una volta entrata in bagno battendo il pugno sullo specchio
«Odi lui o, lei?» mi domandó Bryanna appoggiata allo stipite della porta mentre sogghignava alla vista delle mie condizioni.
Le mollai una smorfia sprezzante mentre mi riflettevo nello specchio cercando di esaminare di me, ogni dettaglio che riuscivo a reputare più o meno importante, smanaccando in qua e in la, tirando a destra e a sinistra e facendo miriadi di smorfie assurde

«Smettila di torturati la faccia in quel modo» mi schernì battendomi una mano sulla spalla «tanto non diventerai mai bionda, ne tanto meno potrai farti spuntare dal niente le lentiggini» mi disse sciogliendomi la coda di cavallo precedentemente fatta per cercale di aggiustarla
«Certo potresti almeno provare a presentarti in modo decente a colazione, vedi come viene vestita Cath?» continuò pettinandomi con le mani i capelli per cercare di sciogliere più modi possibili

Mi girai di scatto nella sua direzione strappandole i capelli dalle mani «scherzi?»
dissi guardandola truce
«No seriamente lei è sempre-
«Frena» ribatto «intendevo, cioè, seriamente l'hai chiamata 'Cath'» quasi urlo in preda a una risata isterica scandendo bene l'ultima parola.
«Arcobaleno vuoi passare al nemico?» una voce familiare si fa strada nel bagno.
«Non puoi stare qua Ian» sbuffò Bryanna riprendendo poi ad aggiustarmi i capelli
«Tanto è gay» lo difesi io mandandogli un sorriso in risposta all' ancora d'aiuto che mi aveva lanciato
«E proprio perché sono gay» disse incamminandosi nella mia direzione «posso pettinarti io, molto meglio di come fai tu» continuò indirizzando una linguaccia alla ragazza di fianco a me

Scoppiai a ridere tenendomi la pancia con le mani alla vista di questa litigata 'fra donne'
«Chiamasi 'migliori amici' eh» scherzó in fine lei

• S B A A A M
salvate i due indemoniati.
ci emme qu.
Aggiorno oggi perché domani parto e non so se potrò aggiornare, con questo intendo anche l'altra mia storia (tanto si tratta solo di 9 giorni)
Detto ciò.
Vi saluto buona lettura•

Mess my dainty heartWhere stories live. Discover now