9. McDonald's

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OKKEY.
Vi chiedo di continuare ad amarmi anche se so che non lo farete.
BUT. Questa storia è la vecchia 'Friends do it better', ho cambiato titolo (e di conseguenza anche copertina) perché sto sviluppando la storia in modo diverso da come l'avevo pensata e quindi ora il titolo non ci azzecca più un tubo.
QUIINDI, spero vi piaccia anche questo titolo perché io (insieme ad alicehorrorpanic che ringrazio tanto per aver trovato il titolo XD) mi sono scervellata per due giorni interi per trovare qualcosa di adatto e che potesse piacervi.
SONO LIETA DI COMUNICARE CHE PERÒ OVVIAMENTE LA STORIA È SEMPRE QUELLA.
Personaggi/trama/ecc
Per quanto riguarda la grafica della copertina, la volevo provare (spero vi piaccia)
Detto ciò.
Leggete perché si.

-

Penso che oramai fosse già passata una settimana da quando io e Alex avevamo cominciato a frequentarci abitualmente.
Non stavamo insieme, certo, almeno che io non mi fossi persa qualche pezzo, però ci piaceva uscire insieme e ci frequentavamo l'un l'altra molto volentieri.
«Mm mi annoio» brontolai rigirandomi il lapis fra le dita ancora stravaccata sul letto da una buona mezz'ora.
Gli procurai un risolino divertito che lo costrinse ad alzare gli occhi dal suo libro e degnarmi di un po' d'attenzione.
Sospiró pesantemente chiudendo il libro con forza e guardandomi esasperato, un gesto che mi fece dilatare le pupille a tal punto che pensavo potessero esplodermi gli occhi dalla gioia.
Si avvicinò a me, che nel frattempo mi ero seduta scompostamente al bordo del letto e lo fissavo con insistenza sperando che pronunciasse quelle quattro parole che mi avrebbero reso la ragazza più felice della terra e che corrispondevano a 'ho finito di studiare'.
«Cass» pronunció unendo le labbra in una linea dura facendomi sbuffare visibilmente annoiata «piccola fra pochi mesi dovrò laurearmi lo sai» cercó di addolcirmi prendendomi il viso fra le mani e dandomi un affettuoso buffetto sul naso.
Ritirai il viso e mi imbronciai pesantemente
«Mi capirai presto, entro quest'anno toccherà anche a te» cercó di giustificarsi senza però ottenere la mia attenzione
«Dovevamo andare al McDonald's, sono quaranta ore che studi Alex» soffiai irritata girandomi dalla parte opposta alla sua.
«Ough» lo sentii mugugnare amaramente «non è buon segno se mi chiami per nome» concluse il suo ormai monologo
Ruotai gli occhi al cielo senza farmi vedere da lui, pespicace il ragazzo, pensai tra me e me.
«Andremo a mangiare questi benedetti hamburger» sospirò poi mentre un sorriso si allargava sul suo volto.
Mi girai di scatto nella sua direzione e senza proferire parola gli saltai al collo contribuendo a scompigliare ancora di più la mia coda di cavallo ormai sfatta.
«Okay okay, così mi soffochi però» rise battendomi una mano sulla spalla facendomi avvampare d'imbarazzo mentre mi staccavo titubante da lui.
Raccolsi le mie cose velocemente mentre mi pettinavo i capelli nel modo migliore in cui riuscivo
«Quindi?» domandai alzando un sopracciglio una volta finito di sistemarmi.
Alex era ancora chino sul quel fottuto libro di economia che avrei voluto sbattere fuori dalla finestra, era una noia mortale la sua fissa per lo studio, ma un difetto doveva pur avercelo, e non avrei dovuto sopportarlo più di tanto; come mi rinfacciava da una settimana a questa parte, se studiava era perché si sarebbe laureato fra qualche mese, prima l'avrebbe fatto, prima quei libri si sarebbero tolti di mezzo.
«Mmh si andiamo» disse poi alzandosi dalla scrivania e sfoderando un meraviglioso sorriso che fece, in parte, diminuire la mia arrabbiatura momentanea.
Uscimmo dal dormitorio dirigendoci verso il corridoio centrale pieno zeppo di studenti che facevano firmare i permessi per uscire.
Lanciai un'occhiata veloce all'orologio appeso all'entrata e mi accorsi che il mio stomaco aveva la piena ragione di brontolare per la fame: le 20.15
Tirai le maniche fino in fondo ai polsi una volta investita dal vento gelido e ritirai velocemente le spalle nel cappotto.
Girando per il cortile del college si vedevano le classiche coppiette felici che si abbracciavano per riscaldarsi dal freddo e che sarebbero sembrate carine e perfette agli occhi di tutti, anche se io a stento riuscivo a trattenere i conati di vomito.
Cercavo di convincermi che quella non fosse invidia verso la vita degli altri anche se piano piano arrivavo sempre più vicina a quella conclusione.
Mi persi un attimo a fissare questo spettacolo da polpettone rosa prima che Alex potesse risvegliarmi dal mio stato di trance tirandomi per una manica
«Cass sei connessa?» mi domandó sventolandomi una mano di fronte agli occhi
«Si scusami» risposi con qualche secondo di ritardo oltrepassando la sua posizione e camminando sempre più veloce.
Volevo uscire da qui il prima possibile, l'odio per quelle coppiette era simile a quello che avevo per i broccoli, mi facevano talmente schifo che quando ero bambina e mia madre mi metteva il piatto davanti mi tappavo addirittura gli occhi per non vederli.
Scossi la testa per allontanare questo sgradevole pensiero e mi insinuai all'interno del fastfood al quale ero arrivata davanti.
L'aria calda proveniente dalle cucine mi riscaldava il busto rendendomi capace di respirare a pieni polmoni e di percepire il delizioso odore del bacon e delle patatine fritte.
«Cosa vuoi prendere?» mi chiese Alex sorridendo ampiamente
Ci pensai un po su e poi optai per un McChicken e una coca cola.
Mi rigirai la cannuccia fra le mani soprappensiero fissando un punto vuoto sul tavolo
«Tutto apposto?» il biondo mi sollevó il mento per potermi guardare negli occhi
«Si va tutto bene» gli lanciai un sorriso incoraggiante prima di addentare un altro morso del mio panino
«Allora vorrei farti una domanda» indugió un po deglutendo rumorosamente.
Rimasi un po spiazzata da questa affermazione ma annuii ugualmente per farlo continuare
«Mi piacerebbe sapere qualcosa in più su di te» gettó l'argomento sul vago mandandomi dritta nel pallone.
Scrollai le spalle accennando ad un sorriso «non saprei cosa dire» annunciai abbastanza imbarazzata «hai delle domande?» conclusi masticando una patatina.
Si prese il mento fra due dita intento ad ingegnarsi su quale domande avrebbe potuto pormi mentre io sudavo freddo impaurita da questo imminente terzo grado improvvisato
«Ce l'ho!» esclamó entusiasta battendo le mani.
Risi di gusto di fronte a questa scenetta comica e gli feci segno di andare avanti
«Prima domanda: dove abiti?» chiese curioso appoggiandosi al tavolo con un gomito
Questa è facile pensai tra me e me
«Brookfield, su per giù due ora da qua» puntualizzai sorseggiando ancora la mia coca cola «tu?»
«Io abito in periferia, a una mezz'ora da scuola, sto al dormitorio per pura comodità, il fine settimana torno dai miei, solitamente» mi informó lui.
Non amavo alla follia i miei genitori, come tanti altri ragazzi del resto, ma dovetti comunque ammettere che mi mancavano molto quando un lampo di malinconia mia balenó negli occhi.
Scacciai questo pensiero scuotendo la testa per poi continuare «la prossima»
«Cosa farai dopo esserti laureata?» mi domandó ottenendo in risposta un lamento sonoro: ancora questo argomento
Mi presi il ponte del naso fra le dita e chiusi gli occhi «non c'ho ancora pensato» ammisi senza però rivoltargli da domanda. Avrei fatto di tutto pur di evitare l'argomento 'studio'.
Sorrise amaramente alla mia risposta rendendosi conto di aver toccato il tasto dolente, ma si riprese subito con una proposta molto più allettante
«Crêpe?» chiese ammiccandomi e alzandosi dal tavolo
Annuii entusiasta e mi riboccai il cappotto pronta ad affrontare una nuova ondata di freddo.
La serata passó abbastanza  in fretta fra una risata e l'altra, avevo avuto l'opportunità di conoscere meglio Alex, anche se in argomenti piuttosto frivoli e insignificanti, ma mi era piaciuto scoprire che più o meno avevamo le stesse idee in diversi ambiti.
Era una ragazzo molto affascinante, da tutti i punti di vista, aveva un carattere molto affettuoso ed aperto che in contrasto con il mio acido e arrogante creava un mix perfetto di personalità.
Un altro enorme punto a favore andava alla chioma dorata e agli occhi azzurri capaci di ammaliare chiunque.
«Sono stato bene stasera» ammise grattandosi il retro della testa con un tono piuttosto stanco «penso che smetterò più spesso di studiare» continuò sta volta molto più attivo con il sorriso sulle labbra
«Che onore» lo schernii battendogli un pugno leggero sull'addome.
Finse un espressione dolorante mentre si tratteneva il punto 'dolente' con una mano «violenta la ragazza» scherzó una volta giunti davanti alla porta della mia stanza «credo che dovrei andare» proferì infine con la voce piuttosto imbarazzata
«Già» dissi rigirandomi le mani fra loro
«Posso farti un'ultima domanda?» domandó visibilmente agitato
«Si» risposi deglutendo rumorosamente mentre la tensione mi scorreva violentemente nelle vene
«Ma quel tuo amico, Nathan?» chiese sorridendo per la sua amnesia momentanea.
Persi un battito appena sentii pronunciare quel nome.
«Si?» chiesi con una voce di minimo un'ottava più alta del normale
«È un tuo ex?» domandó interrogativo.
Rilasciai il respiro che non sapevo di trattenere, aveva fortunatamente evitato la domanda fatale.
Scossi la testa
«Curiosità mie» rispose audacemente «beh buonanotte» aggiunse poi troncando l'argomento e lasciandomi un bacio umido all'angolo delle labbra, per poi sparire subito dopo nella penombra del corridoio.
Rimasi un'attimo stordita, da quella supposizione, con la chiave ancora a mezz'aria, fissando il nulla.

BOOM.
Sto incrociando le dita sperando che vi piaccia il capitolo.
[Vi amo ciauz.]

Mess my dainty heartWhere stories live. Discover now